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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0388

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763

MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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della Repubblica (•) ; cosicché il tempio, sempre se-
condo la tradizione, sarebbe stato dedicato verso il
509 av. Cr., il che è in pieno accordo anche colle
deduzioni cronologiche del Delbriick, il quale fondan-
dosi su argomenti d'indole tecnica ritiene che effetti-
vamente il podio del tempio di Giove sia più antico
dell'edificio consacrato ad Apollo nel Campo Marzio (2).

L'antefissa rinvenuta sull'Aracoeli (fig. 153 a-b),
appartenuta ad un edificio pubblico, spetta al principio
del secolo V a. C, o piuttosto alla fine del VI. Tutti
i topografi di Roma antica sono ormai d'accordo nel
collocare il tempio di Giunone Moneta ove è il con-
vento e la chiesa dell'Aracoeli ; ed io ritengo proba-
bile che proprio a quell'edificio spettino ed i muri
di tufi squadrati e l'antefissa fittile di cui mi sono
occupato (p. 503 e fig. 153). Se l'ipotesi che espongo
coglie nel vero ci rivela una curiosa anomalia, poiché
mentre in molti casi le tradizioni relative ai tempi
più in voga nelle età storiche, sogliono esagerare
l'antichità delle origini, in questo la tradizione sa-
rebbe rimasta al disotto del giusto limite cronolo-
gico, gli antichi scrittori essendo d'accordo nel con-
nettere la costruzione di quel tempio con un voto fatto
da L. Furio Camillo ai tempi delle guerre cogli Au-
runci (3) (344 a. C) ; né si ha ricordo di un edificio
sacro più antico, che anzi Cicerone, e Livio ritenevano
che il tempio fosse stato eretto là ove precedentemente
sorgeva la casa di Manlio

D'altra parte è improbabile che delle antefisse di
tale pregio artistico, quale è quella che ho pubblicato
(fig. 153), data l'epoca, coronassero la cornice di
un edifizio privato ; ed il tempio al quale deve riferirsi
quella rinvenuta nell'orto dell'Aracoeli non può discen-
dere al di qua del principio del V secolo a. C.

I dati monumentali non sono però che apparente-
mente in contradizione con quelli tradizionali, poiché
il passo di Ovidio e gli altri già citati relativi al voto
di L. Furio Camillo ed alla consecutiva erezione del
tempio a Giunone nella fortezza capitolina, possono
essere incompleti riguardo alle origini del santuario,

(') Polibio, III, 22; Livio, II, 8; VII, 3, 5; Plutarco, Po-
plicola, 14, Plinio, N. H. 33, 19.

(2) Der Apollotempel auf (lem Marsfelde in Rom, p. 12.

(3) I passi relativi sono raccolti dallo Jordan, Topographie
der Stadt Rom, I, 2, p. 108.

(4) Cicero, De domo, XXXVIII, 101 ; Livio, VII, 28.

mentre quelli relativi alla casa di Manlio sono di ben
scarso valore topografico ; gli uni e gli altri poi non
escludono affatto la ipotesi che in una parte almeno
dell'area occupata poi dall'edificio eretto da L. Furio,
esistesse precedentemente, sin già dal VI secolo o al-
meno sin dal V secolo a. C, un santuario più antico,
più piccolo forse e già fatiscente, la cui esistenza ad
ogni modo è dimostrata dall' antefissa alla quale ho
dinnanzi accennato, rinvenuta là dove era originaria-
mente caduta.

Argomenti diversi concordano adunque nel dimo-
i strare che appunto in quello scorcio di tempo esistevano
già nel Capitolino i grandi edifici sacri e le relative
sostruzioni che servivano quasi di sfondo al Foro ; an-
teriore pertanto alla fine del VI o al principio del V se-
colo av. Cr. è la divisione della città in quattro regioni.

D'altra parte questa divisione amministrativa,
strettamente limitata all'abitato, non potè applicarsi
a località destinate a scopo sepolcrale, e siccome in
questa repartizione era compresa certamente la valle
dell'Argileto, racchiusa nella regione suburana, do-
vette di necessità essere stata ideata ed applicata
quando in quella valle, cessato ormai l'uso di seppel-
lire, si era esteso l'abitato. Ma le tombe più recenti
ivi ritrovate entrano pienamente nel VII secolo av. Cr. ;
quindi l'applicazione della nuova divisione amministra-
tiva non potò effettuarsi prima della fine di questo secolo
o del principio del VI ; il principio e la fine di questo
secolo sono adunque i limiti cronologici entro cui
deve collocarsi la ripartizione della città in quattro
regioni, persistita poi sino ai tempi di Augusto.

L'antagonismo fra i « Collini » ed i « Montani ».

Ho accennato alla distinzione dei » Colles » dai
« Montes » e debbo insistervi poiché lo Schneider cre-
dette di poter riconoscere nel corrispondente antago-
nismo fra i montani ed i collini nei tempi pienamente
storici, la persistenza di uno stato di cose più antico,
in cui i montani che occupavano le vette più meri-
dionali delle quattro regioni avrebbero costituito un
abitato autonomo con proprie difese e proprie istitu-
zioni ed in continua lotta coll'altro fiorente sul Quiri-
nale e sul Viminale, abitato invece dai Collini (').

(') Schneider, Aus Roms Frùehzeit nelle Milth. d. k. dev.t.
arch. Instit. B. A., 1895, p. 172 seg. e Das Alte Rom, Pian. II.
 
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