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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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7G7

MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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ciassero o si acuissero le ostilità fra quei due abi-
tati, alla quale supposizione è pienamente contraria
anche la tradizione.

In conclusione l'amalgama leggendario su cui fondò
le sue ricerche lo Schneider è recente e si ricollega,
come giustamente lo ha riconosciuto il Richter, ad
un semplice antagonismo regionale esistente fra gli
abitatori dei colles e quelli dei montes ; del tutto ana-
logo a quello ancora a pochi decenni or sono, vivace
in Roma stessa fra monticiani e trasteverini, che pre-
tendevano ciascuno di conservare più puro il sangue
e le tradizioni romane.

Il trattato inverosimile fra Tazio e Romolo non
è che un tentativo, forse a scopo politico, per spie-
gare uno stato di fatto, cioè 1' antagonismo vivissimo
fra Montani e Collini ricollegati dalle medesime con-
dizioni politiche ed amministrative in un solo comune.
L'antagonismo fra Collini e Montani già esisteva
probabilmente quando fu applicato l'ordinamento della
città in quartieri, uno di questi essendo assegnato ai
Collini gli altri tre ai Montani ; questo dato cronolo-
gico però non è in alcuna evidente relazione coli'amal-
gama leggendario al quale ho accennato, che fu ideato
forse soltanto nel III0 secolo a. C. e certo non ante-
riormente al V° secolo, per spiegare uno stato di cose
esistente già da lungo tempo.

La città ordinata in tribù.

Non a caso mi sono servito antecedentemente, rife-
rendomi alle tradizioni più diffuse sulla origine dell'an-
tagonismo fra Montani e Collini, del vocabolo amal-
gama, poiché effettivamente il complesso leggendario
cui ho accennato è costituito da elementi più antichi
alla meglio trasformati ed associati ad altri nuovis-
simi appunto per spiegare il nuovo stato di cose.

Tito Tazio ricorda i Tizii, Romolo i Ramnes; l'an-
titesi regionale fra i Collini ed i Montani quella fra
Tizii, Ramnes e Luceres. La tradizione è concorde
Dell'attribuire a questa divisione una antichità mag-
giore in confronto dell'altra, ma sulla natura di questo
ordinamento, cronologicamente così lontano dal tempo
in cui fiorirono gli scrittori degli ultimi tempi della
Repubblica, questi ultimi non sapevano affermare nulla
di positivo. Vi era stato certamente dell'antagonismo
fra gli uni e gli altri, alcune speculazioni di dotti

sulla leggenda canonica spiegavano i dissidi fra Tizii,
Ramnes e Luceres ritenendo quelli di stirpe sabina,
questi oriundi d'Alba; in quanto agli ultimi gli antichi
non sapevano bene donde provenissero.

Varrone cita l'opinione da altri espressa che
tutti i nomi delle tribù fossero di origine etnisca,
e quella di Giunio che i Luceres traessero il loro
nome da Lucumo, cioè dal titolo dato dagli Etruschi
ai loro capi o Lucumoni; ciò e l'essere stati ricolle-
gati dalla leggenda al vico Tusco fece poi prevalere
l'opinione che i Luceres fossero di origine etnisca.

L'origine di queste opinioni dalle tarda specu-
lazioni di studiosi delle antichità romane è pro-
vata dal fatto che tutti gli elementi su cui si fonda
sono intimamente connessi fra loro, ma il raggruppa-
mento dei banchieri e degli orati etruschi nella via
che dal Poro romano conduceva a quelli sul Tevere,
onde il nome di vico Tusco, lungi dal risalire ad età
antichissima, non potè avvenire che durante l'epoca
repubblicana già avanzata, quando cioè già da lungo
tempo sorgevano fabbriche intorno al Foro e questo
era adibito al disbrigo degli affari comuni ; e ciò prova
che le tradizioni sopra riportate sono recenti, almeno
nella forma in cui ci sono giunte.

È poi evidente che l'ordinamento cittadino in tribù
non corrisponde ad una distinzione etnica, ma bensì ad
una divisione territoriale. Tralasciando le contrarie affer-
mazioni della leggenda popolare i cui tardi rimaneggia-
menti non ci affidano molto sul suo valore, osservo
chela istituzione delle tribù urbane e di quelle rustiche,
certamente più antica della formazione dell'amalgama
leggendario al quale ho alluso, risponde ad un bisogno
eminentemente territoriale; uè si può negare che le
nuove pseudo tribù, dato il loro numero, siano la im-
mediata continuazione delle tre primitive cui compe-
teva effettivamente quel nome ; vi dovette essere adun-
que un legame fra le recenti e le antiche per cui fu
conservato il titolo benché ormai in contradizione col
nuovo ampliamento, ed in tal caso l'unico legamo
ammissibile è quello della identità delle attribuzioni.
Ciò del resto è confermato anche dell'onomastico re-
gionale delle tribù primitive, che conferma pienamente
1' atfermazione esposta.

Io sono poco convinto che i Titti fossero cosidetti
da Tazio, più probabile mi sembra che la leggenda
ufficiale corrente negli ultimi secoli della Repubblica,
 
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