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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0391

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MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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abbia creato in quest'ultimo un eroe eponimo di quelli;
Varrone ci avverte che i Sodales Titii dei suoi tempi
si chiamavano così a tiliis avibus, quas in auguriis
certis observare solenti). Quei sodales certo conser-
vavano ai loro tempi i culti antichissimi della tribù
dalla quale prendevano il nome e non è forse casuale il
fatto che sul Quirinale esisteva un antichissimo augu-
raculum poi trasportato o riedificato, come l'antichis-
simo tempio della triade greca, sul Campidoglio (2) ;
ora queiraugiir acuì uni suppone appunto il costume di
trarre auspici del volo degli uccelli, potè quindi be-
nissimo avvenire che la tribù dimorante sul Quirinale
e nelle vette più prossime fosse detta dei Titii dal
costume di consultare il volo degli omonimi uccelli.
Ad ogni modo è certo che la loro unità aveva uni-
camente origine dalla comune abitazione nel Quiri-
nale e nelle propaghi di queir altura (3).

Riguardo ai Ramnes osservo che la leggenda li
riconnette col Palatino e certo dalla posizione di
questo colle proprio sul fiume ha origine il loro nome,
sia che derivi per metatesi e per oscuramento del
vocabolo Rumon, anticamente adoperato nel senso di
« fiume » (4), sia che si ricolleghi alla parola più
recente « amnis » che ha lo stesso significato ; ed
invero, data la posizione del Palatino rispetto al fiume
ed agli altri colli, è del tutto naturale che gli abi-
tatori di questi ultimi chiamassero quelli Ramnenses
o Ramnes cioè, come noi diremmo in vocabolo dialet-
tale, i « fiumaroli ».

In quanto ai Luceres non erano certo tutti Lucu-
moni, come aveva scritto Giunio ("') e proprio nulla
avevano a che fare col vico Tusco, come poetò la
leggenda popolare (°); in un momento più recente
della storia romana facevano parte dei « Montani » ma
erano distinti dai Ramnes del Palatino, dovevano adun-
que abitare principalmente nel Celio o nell'Oppio. Certo
il loro nome si trasse da elementi locali non etruschi.

(') Varrone, L. L. V, 15. Una derivazione alquanto diversa
si legge in Isidoro, Orig. XII, 6, 62.

(2) Varrone, L.L.V, 52 e per il trasferimento del Capito-
lium 158; Martiale, V, 22; VI, VII, 83 ecc.

(3) Schwegler, Rom. Geschichte, I, pag. 497 e seg. ove è
raccolta la letteratura antica.

(4) Bull, comunale, 1881, p. 31.

(5) Varrone, De lingua latina, V, p. 55.

(6) Varrone, ibid., V, p. 46.

Monumenti Antichi — Vol. XV.

A me sembra evidente infatti la relazione già
intraveduta dal Gilbert fra Lucus e Luceres; questi
ultimi in tal caso sarebbero stati denominati Lu-
ceres cioè « gli abitatori dei boschi », nome cotesto
che assai bene corrisponde alla natura di quei luoghi,
il Fagutal od Oppio traendo il suo nome dalla selva
di faggi (') che lo ricopriva, ed il Querquetual o
Celio dai boschi di quercie che lo rivestivano.

Tralasciando la questione delle probabili altera-
zioni subite dai nomi delle tribù, certamente queste
non hanno un fondamento etnico, ma si riferiscono ad
un antagonismo analogo a quello ridotto in seguito ai
Collini ed ai Montani, ma forse più acuto e vivace
per essere cronologicamente più prossimo alle fonti
da cui deriva. Non è però ragionevole il ritenere che
questo dissidio abbia avuto un aspetto più grave di
un semplice antagonismo regionale, giacche la stessa
leggenda riconoscendo che i Ramnes, i Titii ed i Lu-
ceres erano fioriti insieme sotto un unico ordinamento
amministrativo, esclude completamente ogni autonomia
politica.

L'ordinamento della città in tribù spetta adunque
ad una età anteriore all'ordinamento in regioni; è
poi del tutto probabile che allorquando si introdusse
quella divisione amministrativa fosse già avvenuta
la fusione politica dei vari villaggi autonomi da cui
era sorta Roma.

origini della città dalla coalizione
di parecchi villaggi autonomi.

Il Ricbter ritiene che sul Palatino fosse stabilito
il nucleo sociale primitivo dal quale per successive
espansioni sarebbe sorta la città (2) ; un contrario pa-
rere ho esposto già nell'abbozzo di questo lavoro pub-
blicato nel Bull, comunale del 1898, ove ne affermai
la origine dalla fusione di parecchi villaggi autonomi.

Certo la versione canonica della leggenda, accre-
ditata verso la fine della Repubblica ed il principio
dell' Impero, riconosceva nel Palatino la sede primitiva
dell'abitato da cui si svolse Roma; ma quella versione
tenta di celare la causa vera da cui ebbero origine i
dissidi regionali, e appunto con ciò indica che fu com-

(') Varrone, De lingua latina, V, pp. 49 e 50.
(*) Richter, Topographie e la letteratura da lui citata a
p. 36.
 
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