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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0394

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775

MONUMENTI PRIMITIVI DI

ROMA E DEL LAZIO ANTICO

776

della vita cittadina, trasformando e combinando, non
sempre felicemente, gli elementi pure leggendari dello
stato di cose immediatamente antecedente, in cui ancor
vivo era l'antagonismo regionale fra Collini e Mon-
tani. Ad uno stato anche più antico risalgono le poche
notizie riguardanti un'epoca in cui nel suolo romano
più vivaci erano ancora le fazioni di partito a base
regionale, esistenti fra i Titii, i Luceres ed i Ramnes ;
ma proprio questo spirito regionale tanto più vivo e fra-
zionato quanto più antica è l'epoca in cui si osserva,
ci induce a ricercare le origini di Roma non nel-
l'espandimento continuo e placido da un solo nucleo,
ma nella fusione graduale di parecchi centri autonomi,
poiché soltanto in tal caso un dissidio tanto più vi-
vace quanto meno prossimo al sinoichismo ultimo,
potò succedere e corrispondere alle autonomie del
momento immediatamente antecedente.

Più di questo non mi pare che si possa trarre ri-
guardo allo sviluppo storico e topografico della città
dalle confuse e contradittorie leggende; più impor-
tanti invece sono a questo riguardo la connessione to-
pografica dei culti primitivi e sopratutto la distribu-
zione dei coevi monumenti.

Notevolissima è la distribuzione topografica dei
sacelli degli Argei. Nella tav. XXVII io li ho indicati
seguendo in proposito la recente pubblicazione del
Richter. Questa è indipendente da ogni indagine sulla
relativa posizione degli abitati e delle necropoli della
prima età del ferro, che per la prima volta si espone
in questo lavoro ; tanto più notevole è quindi il fatto
che quei sacelli ci appaiono distribuiti tutti sulle alture
occupate da quei villaggi primitivi e sempre al di
fuori dell'ambito occupato dalle loro necropoli.

Invero l'ultimo riordinamento di questi sacelli di
cui abbiamo notizia non è certo anteriore alla divi-
sione amministrativa della città in quartieri ; poiché,
malgrado l'errore contenuto in alcuni codici, è evi-
dente che nelle alture di ciascuna regione vi erano
sei sacelli degli Argei e quindi complessivamente
ventiquattro, novero cotesto che dimostra all'evidenza
il loro adattamento alla divisione amministrativa della
città in quattro regioni ('). Ciò dimostra che allor-

(') Richter, Topographie der Stadi Rom, p. 39 e seg.

quando si eseguì quella divisione amministrativa della
città, anche i culti locali degli Argei subirono una
modificazione abbastanza grave per ciò che riguarda
il loro numero, ma si conservarono però tutti entro
l'ambito degli antichissimi abitati fiorenti ancora nel
secolo VII a. C. ; e ciò conserva alle notizie dateci
da Varrone sulla ubicazione loro un grande valore
topografico nella ricerca di quei primitivi villaggi
dalla cui fusione ebbe origine Roma.

A me sembra probabile che proprio in quei sa-
celli si esplicassero i culti che, generalizando il nome
di quelli che si celebravano suWAgonal o Quirinale,
furono poi detti con termine generico Agonalia ma
mancano gli elementi per dimostrarlo; ciononostante
anche prescindendo da tale ipotesi la lista, conserva-
taci da Labeone delle vette in cui ancora alla fine
della Repubblica si celebravano quegli antichissimi
culti, lista alla quale ho già accennato trattando del
Septimonzio, benché incompleta, riferendosi diretta-
mente ai Montani e solo indirettamente accennando,
come ho mostrato, ai culti dei Collini, ha una im-
portanza topografica notevolissima.

Pure assai importante è l'indice fornito dalla si-
tuazione dei sacelli sacri a Giove, che ebbe culto in
tutte le alture anticamente abitate, benché nessuno
dei sacrari eretti in onore di quella divinità celeste
nel punto più elevato e meglio protetto di ciascun
villaggio, cioè nell'arce di quest'ultimo, abbia avuto
l'importanza che ebbe quello eretto sul Campidoglio
dalla città già costituita.

Naturalmente il fondamento delle ricerche ora in-
traprese sarà costituito dalle reliquie stesse di quegli
antichissimi abitati, scarsissime invero, e da quelle
senza confronto più numerose delle relative necropoli.
A questi dati, sicuri, vedremo poi ricollegarsi stretta-
mente anche quelli tradizionali. Tutti questi elementi
debbo ora raccogliere topograficamente nei paragrafi
seguenti.

Il villaggio sul Quirinale (tav. XXVI). — 11
Quirinale è una stretta lingua di terra che partendo dal-
l'altopiano che è quasi la continuazione dell'Esquilino
verso il nord si allunga tra la valle detta poi sallu-
stiana dagli orti omonimi e quella interposta fra il
Viminale ed il Quirinale stesso, prolungandosi col
Capitolino sin quasi al Velabro. La massima eleva-
zione era nell'attuale giardino del palazzo Reale e fu
 
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