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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0398

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783 MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO 784

quattro sacelli degli Argei (!), indizio non dubbio della sua stessa struttura; dopo il secondo periodo della

remota antichità dell'abitato e tutti, almeno quelli età del ferro, se non già verso la line di questo,

di cui si conosce l'ubicazione approssimativa, fuori incominciandosi ad erigere in tutto il Lazio delle

dalle aree occupate dalle necropoli. fortificazioni con mura di pietre rozze e blocchi di

Sul Fagutal vi era un sacello al Giove locale, tufo squadrato o almeno tagliato,

ed intorno restava ancora ai tempi di Vairone un Le Carine erano sul ciglio dell'Oppio presso il

piccolo bosco sacro di faggi, avanzo della selva che tempio della Tellure; la natura stessa di quella cinta

in origine doveva aver coperto l'intero monto (-). esclude che altrove discendesse nel piano, poiché in

Le scoperte archeologiche confermano poi in modo quest'ultimo un semplice terrapieno non avrebbe avuto
evidente questi dati, poiché immediatamente al di là alcun valore difensivo, il murus terreus, visibile an-
della lingua di terra che congiunge l'Oppio all'alto- cora ai tempi di Vairone, era pertanto un avanzo dei-
piano esquilino, e quindi immediatamente al di fuori l'antichissima fortificazione, che doveva coronare verso
dell'area in cui debbono disporsi i sacrarli degli Argei la valle il ciglio dell'Oppio difendendo l'abitato primi-
(cfr. tav. XXV), incomincia la necropoli della prima tivo. Là ove questa si congiungeva all'altipiano dob-
età del ferro che si distende fino alle pendici dell'alto- biamo per analogia colle coeve fortificazioni laziali già
piano stesso nei cui pendii erano incavate le tombe a studiate (') supporre che il naturale scoscendimento dei-
camera, necropoli questa che indubbiamente spetta al- l'altura, o gli artificiali tagli eseguiti nel pendio, fos-
l'abitato sull'Oppio. Può darsi che a questo stesso vii- sero sostituiti da un fosso o trincea aperta nella roccia
laggio spetti anche la necropoli che si estende nel- innanzi al terrapieno. Ora da quel lato fra 1' ultimo
l'Argileto, ma ciò è incerto potendo quest'ultima ri- sacrario degli Argei che ci addita ancora il luogo
ferirsi anche a quello sul Velia e sul Palatino. abitato e le prime tombe della necropoli diffusa sul-

La maggiore elevazione e le migliori condizioni l'altipiano esquilino, la distanza non è grande; si può
di difesa della vetta ove oggi è S. Pietro in Vincoli quindi con una certa approssimazione delineare, come
lasciano supporre che ivi, cioè sull'antico Fagutal, fosse ho fatto nella tav. XXV, l'andamento probabile della
l'arce; e di ciò è buon indizio il sacello a Giove, che cinta e della parallela trincea, tracciate certamente
a somiglianza appunto di quello Quirinale dovette fra le testate delle valli che separano i fianchi dei-
essere situato nel luogo più elevato e più forte, nel- l'Oppio dal Oispio e dalle ultime propaggini dell'alti-
l'arce, piano stesso dal quale ha origine. Anche di qnesto

Ai tempi di Vairone era ancora visibile nel pendio aggere e del relativo fosso è probabile che restino

dell'Oppio sotto alle Carine un antichissimo terrapieno, traccio nel terreno vergine, in specie sotto il banco di

o murus terreus come egli lo chiama, la cui natura scarichi sul quale è la villa Brancaccio, attraverso alla

difensiva è evidente, per esclusione di ogni altro quale doveva necessariamente almeno in parte essere

possibile scopo (3), e l'alta antichità dimostrata dalla tracciato.

Un ricordo di questo abitato si ha infine nel nome
del quartiere sottostante verso settentrione detto la

(1) Vairone, De lingua latina, V, 50: Subura, cioè, come ci avverte Varrone, il Suburbio.
Oppius mons princeps esquilis uh lucum fagutalem si- n wissowa ha provato che questo quartiere non è

nutra quae secundum moerum est.

Oppius mons terticeps cis lucum esquilinum dextenor antichissimo, ma ciò dimostra che sino ad epoca tarda

via in tabemola est. era durata coi resti della cinta la memoria di quel-

Oppius mons quarticeps cis esquilinum viam deuterio- -,, , .,

■ /,■.. 1 abitato primitivo.

rem tn figlinis est. r

La disposizione di questi sacrarla è data secondo le in-
dicazioni del Richter e del Kiepert-Huelsen, taf. I, le quali mi Nel Cispio esistevano due soli sacelli degli Argei
sembra che interpretino fedelmente quelle contenute principal-
mente in Varrone a^ difuori, a non grande distanza, incomincia la grande

(2) Fagutal a Fago, unde etiam Jovis fagutalis, quod ibi necropoli esquilina. Che ivi sorgesse un antichissimo
sacellum. Varrone, op. cit., V, 152.

(3) Subura quod sub muro terreo carinarum. Varrone, op.

cit., V, 48. (') Cfr. testo a p. 514 e seg.
 
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