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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0401

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789 MONUMENTI PRIMITIVI DI

dimostra elio la leggenda popolare raccolta da Tacito
non può corrispondere al vero e ne conferma la sua
tarda formazione.

Aurelio Vittore accennando allo difese primitive
del Palatino, che la tradizione attribuiva a Romolo,
si serve della parola valium, la quale esprime appunto
un trinceramento in terra ; e così pure la parola icafQog
adottata da Dionigi per ricordare quelle medesime forti-
licazioni ha lo stesso significato (')• Questa corrispon-
denza, notata già dal Laudani, si deve forse a Jbnti
più antiche usate da quei due scrittori, in cui si com-
mentava sul Palatino la esistenza di difese analoghe
al murus terreus dell'Oppio? Questa ipotesi è senza
dubbio possibile, ma gli elementi su cui si fonda
sono insufficienti a dimostrarla.

È pure incerto ove gli abitatori dell'antichissimo
villaggio sul Palatimi, sul Germal e sulla Velia sep-
pellissero i loro morti. Sino a che non saranno noti i
limiti della necropoli nell'Àrgileto, non si potrà deci-
dere se questa spetti o no al villaggio sul Palatino.

Recentemente scavandosi nel Foro innanzi al
tempio ed ai Rostro, di Cesare si sono ritrovate delle
tombe espilate e guaste; ma la distanza di queste
ultime dal Velia e dal Palatino è tale che lascia an-
cora in dubbio la soluzione del quesito dinnanzi
proposto.

Mi si è riferito che nel fare i cavi per le fondazioni
di alcuni piloni di sostegno allo fabbriche imperiali
crollanti verso la valle Murcia. nell'estremo pendio del
colle verso questa valle, si siano ritrovate tracce di
sepolcri dell'età del ferro. Certamente quivi e nelle
opposte falde dell'Aventino sarebbe ragionevole il ri-
cercare le sepolture del primitivo villaggio palatino, che
potè anche, come quello sul Quirinale e forse anche
sull'Oppio, possedere parecchie necropoli.

Il villaggio sul Querquetul. — Querquetul o
forse Querquetual. donde per metatesi e desinenza ag-
giunta querquetulanus, dovette essere il nome primitivo
del Celio, attribuitogli per la selva di quercie che lo ri-
vestiva. Il Celio ha le sue leggende come il Palatino
ed il Quirinale, come queste ricollegate a quelle ro-
mulee, e sopratutto conteneva sei sacelli d'Argei, ed
almeno in due dei suoi cocuzzoli, cioè nella Succusa,

(') Aur. Viti., De viris ili. 1; Dionigi, II, 78; Ann. Insti-
luto, 1852, p. 324 e 1871, p. 13 e sog.

ROMA E DEL LAZIO ANTICO 790

come congettura il Wissowa, ed in un'altra vetta di
quell'altura detta Caelius mons come ci insegna La-
beone, si sa che si celebravano le feste Agonali (11 de-
cembre). Queste notizie sarebbero già sufficienti a di-
mostrare colà l'esistenza di un antichissimo abitato,
ma ne accede un'altra di notevole importanza.

Plinio nella lista delle cinquantatre città latine
federate che solevano dividersi le carni delle vittime
sacrificate sul monte albauo, città delle quali ai tempi
di quello scrittore non era restata che la memoria,
acclude anche quella dei Querquetulani (').

Il Conway li pone a raffronto coi xoqxotovXuvwv
di Dionigi di Alicarnasso (2), ma egli stesso poi in-
debolisce questo confronto, già di per se tutt' altro
che evidente, ricollegando i xoqxmovXàvoi al topo-
nimico recente di Corcolle nel Lazio che non si può
avvicinare ai Querquetulani di Plinio, i quali ul-
timi nella toponomastica laziale trovano unicamente
raffronto nel Querquetu(a)l o mons Querquetulanus rac-
chiuso poi nella cinta « serviana » del III o IV se-
colo. Come i Velienses, i Querquetulani erano adun-
que un gruppo autonomo di famiglie latine federate
stabilite sul Querquetul o Celio ed ascritte alla fede-
razione latina prima ancora che si riunissero agli altri
villaggi circostanti per costituire il nucleo da cui
ebbe origine la città di Roma.

Presso S. Gregorio già da molto tempo sono state
rinvenute delle mura in opera quadrata analoga a quella
della cinta « serviana », mura che il Lanciani rife-
risce ad una cinta che avrebbe difeso quel colle (3).
Potrebbero essere invero dei semplici lavori di so-
stegno; ma anche nel caso contemplato dinnanzi, per
la loro struttura debbono sempre riferirsi ad una età
non certo antichissima.

Delle relative necropoli non si hanno ancora tracce;
delle tombe poterono scavarsi nelle propagini del colle
ad oriente del villaggio, altre possono essere state
aperte nel Celiolo, oggi detto Monte d'oro, o nelle
interposte valli e nell'opposta vetta dell'Aventino (cfr.
tav. XXVII).

(') Plinio, III, 5, 69.

(2) Conway, The Ualics dialecls, 1897, p. 336 e Dionigi
di Alicarnasso, V, 61.

(3) Ann. Instituto, 1871, p. 47. Altri l'attribuirono addirit-
tura al recinto serviano, cfr. Bull. Instit., 1869, p. 68,
 
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