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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 16.1906

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Lanciani, Rodolfo Amedeo: Le antichita del territorio laurentino nella reale tenuta di Castelporziano
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https://doi.org/10.11588/diglit.9313#0144

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273

nella reale tenuta di castelporziano

274

Si può notare in ultimo luogo la copia dei titoli
propri degli ufficiali della sinagoga, quelli cioè di
Pater {Pateressa in iscrizione di Venosa presso Ascoli
Iscr. di antichi sepolcri giudaici del Napolitano,
p. 50), di Gerusiarcha, e di Arcliisynagogus. Manca il
ricordo dell'Archon, dellYOT^ogT?;? (Garrucci Dissert.
II, 166) del yQcctificcTtvg. del vofiofiad^g e del ttqo-
anxT^g che ricorrono singolarmente in'altre iscrizioni.

Il seguente frammento appartiene ad un altro ti-
tolo sepolcrale pagano della fine del secondo, o del
principio del terzo secolo, come può giudicarsi dalla
forma delle lettere. È singolare in ogni caso la pre-
senza di un Tiberius Claudius in epoca così bassa:
come singolare è pure la cesura del suo cognome Ur...
intorno alla quale non pare possa sussistere dubbio.

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La Capocotta fu dunque un centro abitato, al de-
cimosesto miglio della strada di Lavinio ; e questo fatto,
messo in luce dalle predenti scoperte, non manca di
importanza per lo studio dell'economia della Campagna
di Roma. Se si rifletta che tra Civitavecchia e Anzio,
distanti l'una dall'altro ben settantadue miglia, non
si trova più traccia di vita, eccezione fatta dai piccoli
centri di Fiumicino, Ostia, Pratica e Ardea, i cui abi-
tanti non superano in complesso il migliaio : che non
vi sono più strade di comunicazione parallele alla
spiaggia, nè ponti, nò acquedotti, nò ville ; non pos-
siamo non essere colpiti dal senso della nostra infe-
riorità rispetto ai tempi che furono. Centumcellae, Ca-
stronovum, Punicum, Pyrgi, Alsium, Pregenae, Portus
Augusti, Ostia. Vicus Augustanus, Laurentum, Lavi-
niurn, Ardea, Invi Castrimi, Antium, con una popo-
lazione complessiva di circa centocinquanta mila abi-
tanti (Ostia-Porto, da soli circa ottanta mila), con
porti di prodigiosa capacità, ai quali mettevano capo
tutte le flotte militari e commerciali dell'impero, col-
legate fra loro da ville come lo sono ora Anzio e Net-
tuno, davano alla spiaggia romana, dall'una e l'altra

parte della foce del Tevere l'aspetto che presentano
ai nostri giorni la riviera di Genova, o il golfo par-
tenopeo.

E questo felice stato di cose era stato raggiunto
vincendo gi'avissime difficoltà idrauliche fisiche e igie-
niche, quali l'insabbiamento del delta, il quale pro-
cede con la velocità di m. 9,00 alla bocca d'Ostia e
di m. 3,00 a quella di Fiumicino, il ristagno delle
acque nelle conche di Maccarese, di Ostia, del Vaia-
nico, di Campo Iemini e di S. Anastasia, la cattiva
qualità delle acque potabili, e il conseguente corrompi-
mento dell'aria. Eppure Plinio, che abitava alla Palom-
bara sul confine di Castel Fusano, dopo descritte le
singolari attrattive della sua villa, soggiunge « haec
incunditas eius hieme, maioraestate!» e Marco
Aurelio si dilettava soggiornare nel sito oggi infetto
della Bottaccia (Lorium, Castel di Guido) anche nei
giorni della canicola, come prova la data di alcune
sue lettere a Frontone. A tutto questo si aggiunga il
fatto già accennato, cioè che non passa anno nel quale
in questa stessa regione non si scuoprano nuovi centri
abitati, nuovi indizii delle opere gigantesche mercè delle
quali gli antichi erano riusciti a vincere l'indole ma-
ligna della maremma, che Plinio il vecchio chiama
di sua natura « gravis et pestilens » : e a trasformare
il delta del Tevere e le due riviere, di levante sino
ad Astura, e di ponente sino a Civitavecchia, in luoghi
di villeggiatura e in stazioni balneari. Gli scavi del
1876 hanno fatto scoprire il Vico Augustano: e quelli
dell'anno corrente una borgata di Laurento, distinta
dalla villa imperiale, con le sue torme e altri edificii
di carattere pubblico e privato, e un terzo villaggio,
o pago alla Capocotta. La storia di quest'ultimo sito
è ignota. Sappiamo solo che sulla fine del quattrocento
era già passato in possesso della famiglia Capranica,
dalla quale fu più tardi venduta ai Borghese. I docu-
menti relativi a questa tenuta, che si conservano nel-
l'Archivio di stato, nei protocolli dei notari Prospero
Campana (416, 13 settembre 1570) Stefano Amanni
(93, c. 440) e Giovanni Reydet (6229, c. 1155) non
contengono cosa degua di nota. Misurava circa 552
rabbia, pari ad ettari 1060, e confinava con la spiaggia,
Campo Ascolano, Petronella Naro, Castelromano,
Monte di Leva, e Porcigliano.

Rodolfo Lanciani.
 
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