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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 16.1906

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Paribeni, Roberto: Necropoli del territorio Capenate
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https://doi.org/10.11588/diglit.9313#0205

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NECROPOLI DEI, TERRITORIO CAPENATE

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o si trovano anche nel Piceno (') e nell'Umbria (2),
Rari sembrano invece in tombe doll'Etrnria; a me
non sono noti che alcuni esemplari di Veio (3) e
di Bisenzio (*)• Si trovano per lo più in tombe a
fossa, raccomandati a fibule, e posti per lo più ad
ornare il petto o il ventre di cadaveri (5). Il Brizio
li riavvicinava agli anelli di pietra usati dalle po-
polazioni delle capanne e delle palafitte (,:).

Spir alette da capelli (t. LXXXI e p. 367 n. 1).
È un oggetto assai largamente diffuso, e l'uso di ri-
corrervi per ornamento della chioma appare venuto
in Italia dall'Oriente, dove si ritrova negli strati
troiani e micenei (7). In Italia lo strato più antico
che ne ha date è Fontanella di Casal Romano, una
necropoli della primissima età del ferro (s); si rinven-
gono poi con la caratteristica delle estremità ondu-
late, comune anche ai nostri due esemplari, nell'Emilia,
nel territorio falisco, in Etruria, nel Lazio ecc. (9).

Rasoi o cultri lunati. Due esemplari nella coli,
di S. Paolo (fig. 12). I rasoi o cultri lunati, della
forma consueta che tale oggetto assume nell'età del
ferro, sono, al pari delle anse cornute, comuni in tutte
le regioni abitate da discendenti dei terramaricoli (10)

(') A Novilara: Brizio in Mon. Lincei, V, p. 140; uno si-
mile in ferro a Officia : Allevi, Officia preistorica, p. 92.

(2) Lanzi, Ricordo di Terni, tav. I, 1, tav. Ili, 24, cfr.
Mus. preistorico di Eoma, num. d'invent. 67703, 67704, 67724
da Terni, 64093 da Norcia.

(8) Mus. preist. di Roma, num. d'invent. 67966, 68359
entrambi molto piccoli.

(") Mus. preist. di Eoma, num. d'invent. 51838.

(6) Cfr. Not. scavi 1903, p. 336; 1905, p. 154; Mon. Lincei,
V, p. 140.

(") Mon. Lincei, V, p. 141.

(7) Cfr. Schmidt, Schliemann's Sammlung, n. 6431 ; Perrot-
Chipiez, Ilist.deVArt, VI, p. 341, fig. 113; VII, p. 272, fig. 146.
Tsundas Manatt, Myc. Age, p. 388: Helbig, Ilom. Epos", p. 242.
Per età posteriori cfr. in Jahrbuch d. Ist. 1896, p. 385. Se in
moltissimi casi non è possibile dubitare dell'uso di queste spi-
ralette come helikes per i capelli, non è però men vero, che
alle volte esse erano adoperate in altro modo ; così p. es. in
una tomba di Bisenzio due di esse sono infilate nell'arco di
una fibula (Mus. preist. di Roma, num. d'invent. 51818).

(8) Una in oro e altre in bronzo nel Mus. preistorico di
Roma, num. d'inv. 61528, 62502.

(a) Cfr. specialmente Helbig., 1. c. e Gsell, Fouilles, p. 177
che raccolgono molto citazioni; inoltre: Mon. Lincei, IV. p. 848,
Not. scavi 1898, p. 355; Schumacher, Bronzen v. Karlsruhe,
p. 203. Un esemplare di Cuma, Mon. Lincei, XIII, p. 264,
manca della caratteristica ondulazione.

(10) Cfr. l'articolo fondamentale del Pigorini in Bull, di
Pai. 1894, p. 6 seg. Il Pigorini espone in esso l'opinione, che
il cultro lunato non sia che una derivazione dol rasoio rettan-

Monumenti Antichi — Voi. XVI.

e non mancano quindi in Etruria e nei territori
vicini ('). Quanto alla loro cronologia, a Bologna sono
già rari nelle tombe del periodo Benacci II, spariscono
in quelle Arnoaldi (2) a Corneto si trovano nei pozzi
e nelle fosse più antiche (3), a Vetulonia nei pozzi,
mentre sono rari nelle tombe con circolo di pietre e
nelle fosse (4), nell'Italia Meridionale appaiono in
età antica nella forma primordiale a doppio taglio (r>)

Fig. 12. — Rasoio di bronzo (collezione S. Paolo).

e si conservano probabilmente con valore simbolico in
età più tarda (G) uno della forma lunata è dato da
Cuma (7).

golare a due tagli dell'età del bronzo, attraverso una forma di
transizione meno incurvata ma ad un taglio solo. La sua opi-
nione trova una bella conferma in un singolare gruppo di pa-
recchi rasoi di bronzo, trovati insieme, raccomandati a un anello
di bronzo antico, che si conservano nel Museo profano della
Biblioteca Vaticana. Nel gruppo tutti i tipi sono rappresentati,
da quello costituito da una lamina quadrilatera sino a quello
più vivamente ripiegato.

(') Elenchi dei luoghi dove furono rinvenuti si hanno in
Gozzadini, Lntorno agli scavi Arnoaldi Veli, p. 63; Helbig,
Ilom. Epos, p. 248; Gsell, Fouilles de Vulci, p. 296, recentis-
simamente in Pinza, Mon. Lincei, XV, p. 442, n. 1.

(2) Gozzadini, 1. e; Zannoni, Scavi della Certosa, p. 115.

(3) Helbig in Ann. Ist. 1884, p. 121, n. 4.
(*) Pinza in Bull, di Pai. 1901, p. 188.

(5) A Taranto (Scoglio del Tonno) Quagliati in Not. scavi
1900, p. 403; a Timmari, Quagliati e Ridola, in Mon. Lincei
XVI, p. 87. Mus. preist. di Roma n. d'invent. 75973.

(«) A Suessula e a Torre del Mordillo, cfr. Pigorini in Bull,
di Pai. 1904, p. 11.

(7) Maraglino in Atti Acc. Reale di Napoli 1906, p. 18
dell'estr.

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