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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 16.1906

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Paribeni, Roberto: Necropoli del territorio Capenate
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https://doi.org/10.11588/diglit.9313#0215

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409

NECROPOLI DEL TERRITORIO CAPENATE

410

Scudi. Non se ne rinvenne che uno nella t. LII
in lamina di bronzo, disgraziatamente in pessimo
stato di conservazione. Le decorazioni consistevano in
disegni geometrici eseguiti assai leggermente a sbalzo;
l'orlo era ribattuto intorno a una verghetta cilindrica
di bronzo ('). Fu già notato, che lamine così sottili
che alle volte sono fornite di manubrio, e che non
erano perciò destinate a rivestire del legno o del
cuoio, non potevano avere un uso pratico (2). Circa il
luogo di fabbricazione di tali scudi mi sembra pro-
babile, che, derivati da prototipi orientali, venissero
poi fabbricati in Italia (3).

Covasse e altre difese del fello. Di corazze pro-
priamente dette non si ebbe che l'esemplare in ferro
di t. XII (n. 1) certo posteriore all'età, della quale ora
ci occupiamo.

Indubbiamente più autica è la singolare difesa
del petto trovata in situ nella fossa LII, costituita
da una lamina di bronzo rinforzata da gruppi di
anelli pure in bronzo (uno dei gruppi di anelli in
fig. 32). Gruppi di anelli perfettamente simili e ugual-
mente disposti e legati si rinvennero undici volte in
tombe giudicate femminili di Novilara, e sempre sul
petto o presso il petto del cadavere (4).

Nei nostri v'ha di più la lamina sottoposta e la
disposizione triangolare, che potei osservare coi miei
occhi sul petto del cadavere (cfr. la disposizione degli

rinvenute nella necropoli coeva e vicina di Poggio Sommavilla
(di fronte a Capena sull'altra sponda del Tevere) cfr. Bull. Insi.
1837, p. 213. Oggetti, ai quali per lontana analogia vien fatto
di pensare, sono alcune sfere di bronzo note da parecchi musei
fornite di quattro punte, che per esser disposte in modo da ri-
maner sempre con una punta in aria, comunque si gettassero,
si vollero da alcuni spiegare come arnesi da guerra per impe-
dire la marcia alla cavalleria. Si potrebbe pensare anche ad
armi simili ai flagra o plumbata dei romani o meglio ai maz-
zafrusti o flagelli d'arme medievali (sfere di ferro irte di punto
pendenti per una catena da un'asta di legno).

(') Restaurato troppo copiosamente, figurò poi nella Ven-
dita Sarti, Pollak, Catalogo, n. 70 a, tav. Vili.

(a) Orsi, Di uno scudo paleoelrusco in Mus. Italiano, II,
p. 104; Barnabei e Pasqui in Mon. Lincei, IV, p. 396.

(3) Orsi, 1. e, p. 117. Il Pellegrini a causa dell'esemplare
trovato a Cuma [Mon. Lincei, XIII, p. 247) sembra piuttosto
incline a crederli tutti importati, sebbene egli stesso rico-
nosca, che non si può escludere anche una lavorazione indi-
gena. Credo la questione intimamente connessa a quella degli
ossuari in lamina di forma villanoviana che, pure ritengo ita-
lici, piuttosto che importati cfr. p. 414.

(4) Brizio in Mon. Lincei, X, p. 278, fig. 74 e tav. XI,
n. 12.

oggetti a fig. 3) e che fa pensare ad un nsoixaQ-
óiov del genere di quelli a tre dischi tipici dell' Italia
Meridionale (')•

Porse come ornamento e difesa del petto debbono
anche dichiararsi i due dischi sbalzati di t. LIV
(tav. II). Da lungo tempo si è cominciato dagli
studiosi a porre attenzione a dischi di bronzo ana-
loghi sparsi per i vari musei d' Europa (2). Due dei
più antichi esistenti nel Museo di Perugia, e finamente
decorati con incisioni a bulino furono pubblicati nel
1874 dal Conestabile (:!) che pose magistralmente in
luce i rapporti delle loro ornamentazioni con quelle
geometriche greche. La maggioranza dei dischi finora

Fig. 32. — Gruppo di anelli di bronzo (tomba LII).

noti è ornata come quei due ad incisione con motivi
geometrici e talvolta con figure animali ; un secondo
gruppo è invece costituito dai due nostri, da uno di
Vetulonia (4), da due di Palestrina similissimi ai
nostri (5), da due pure simili frammentati e di ignota

(') Cfr. Fiorelli, Catalogo del musco di Napoli; Armi, p. 3;
Schumacher, Bronzen von Karlsruhe, mi. 713-714; Mariani in
Mon. Lincei, X, p. 358 ecc. Ho già detto a p. 326 nota 1 che
non merita fede il restauro eseguito da commercianti che lo
vendettero a Prospero Sarti.

(2) Un elenco ne diede il Mariani in Mon. Lincei, X,
p. 349.

(*) In Memorie della R. Accad. di Scienze di Torino,
serie II, voi. XXVIII.

(4) Falchi in Not. scavi 1900, p. 177, riprodotto in Bull,
di Pai, 1901, tav. XIII.

(5) Vendite Sangiorgi n. 85, Catalogne des objets antique»
de M. Saulini, n. 190, tav. II. Mi furono segnalati dal pro-
fesso! Pollak. Essendo difficile procurarsi quel catalogo riporto
la descrizione in esso data degli oggetti: « P/eux grands dis-
ques trouvés dans les fouilles de Préneste.

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