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NECROPOLI DEL TERRITORIO CARENATE
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(fig. 62) sino al punto di arrivare all'esagerazione
dell'animale costellato di ali, quali gli stranissimi
quadrupedi che adornano il vaso di t. XXXV rap-
presentato a fig. 72 e l'esemplare identico di S. Paolo
(pag. 372) ('). Abbiamo adunque:
Cavalli alati. Sono ancora la rappresentazione
più usitata, sia che derivino da esemplari greco-orien-
tali (2), sia da contaminazioni, tanto frequenti nelle arti
d'imitazione, dell'antico cavallo aptero con le ali date
nei modelli ad altri animali (fig. 63). Con le ali
Fig. 63. — Fiasca con cavallo alato di tomba XIX.
entrano altri ornamenti capricciosi, i contorni si al-
terano, e gli elementi graffiti si moltiplicano nell'in-
terno del corpo (:!).
Cafri e cervidi. I capri dalle lunghe corna ripie-
gate all'indietro e dal corpo smilzo riproducono abba-
stanza fedelmente l'animale che è così spesso rappre-
sentato nei vasi rodi e nei corintii (4), il capro sel-
(') È noto, che la tendenza ad abbondare di ali è ri-
masta poi sempre nell'arte etrusca, cfr. Arch. Zeitung, 1851,
tav. XXVII; Ann. Istituto, 1872, tav. N, p. 224; Róm. Mitth.
1897, p. 307 (Atena alata) Mon. Lincei, VII, p. 368, n. 2.
(2) Uno dei più antichi e dei più belli sarebbe dato dal
rilievo tuttora inedito di una fxirQa di 'A%óg (Creta).
(:)) Cfr. il petto del cavallo nella grande olla di p. 343
fig. 59; nel materiale analogo del territorio falisco cfr. il ca-
vallo con le membra terminate a spirali in un kantharos di
Narce Mon. Lincei, IV, p. 210, e quanto su di esso dice il
Karo, De arte vaso. p. 4.
(4) Cfr. Pottier, Vases antiques, E, 423, 550, 658, ecc. la-
vaggio cioè {capra acgagrus) che viveva in notevole
abbondanza nelle isole greche (')> e di cui resta an-
cora qualche individuo sulle alte montagne cretesi ('-).
Nei nostri vasi appare sempre alato (cfr. ad es. fig. Ii6 e
t. Ili, 3), non è improbabile però, che sia stato dapprima
imitato nella forma senza ali, così come appare nella
ceramica rodia. È infatti esemplificato senza ali l'altro
tipo parallelo del daino a corna piatte [dama pia-
tyceros) che col capro selvaggio divide i maggiori
onori nel vasellame rodio (:!). Altri cervidi a brevi
corna sono rappresentati in un frammento di t. XX
n. 16 e in un vaso della collezione di S. Paolo (p. 372
fìg. 70) nell'atto usitato anche nella ceramica rodia ( ')
0 nella geometrica del Dipylon {■•) e di Argo (6) di
volgere indietro il capo. Una figura di cervo in
corsa che non ha nulla a che fare con l'animale
pascente rodio, è graffìta su un vaso di S. Paolo
(fig. 64).
Felini. Se ne trovano apteri {kantharos di t. LIV,
n. 19), ma spesso come negli esemplari ionici sono
ricchi di ali. Anche in questi vasi graffiti (t. LX n. 10,
LXXX1V n. 2 frammento a p. 344), si hanno come
nel grande kolmos dipinto di t. LX i felini con una
gamba umana nella bocca (7). Essendo il soggetto
all'atto nuovo per l'artista italiano, che anche in na-
tura non aveva sott'occhio animali simili, è naturale,
che i modelli siano stati male interpretati, e ne siano
venute delle strane figure forse complicate con i tratti
talogue, p. 138; Boehlau, Aus ion.und ital. Nekropolen.y. 57
seg. Mon. Lincei, XIV, p. 279, t. XXVI, ecc. I primi tentativi
di riprodurre quest'animale sembra si riscontrino nel tardo mi-
ceneo cretese, vedi Evans, Prehist. tombs at Knossos p. 57,
fig. 59 e Dawkins in Brit. Sch. Annual, X, 206.
(') Cfr. il nome di A'iyiva, Keller, Thiere des Alterthums,
p. 37. A titolo di curiosità ricordo, che Varrone attesta la
presenza di capre selvatiche proprio nel territorio eapciiat''
u in Sauracti {et?) Fiscello caprae ferae sunti (de re rust.
II, 3, 3). Naturalmente non direttamente da quelle riproduceva
i suoi tipi il figulo capenate.
(2) Jj'dyQi/M dei Greci moderni.
(3) Un esempio in un'anforetta di bucchero graflìta del
Louvre : l'ottier, Vases antiques, C, 566. Una figura simile era
graffita anche su un vasetto d'impasto rinvenuto min lungi da
Capèna, a Castelnuovo di Porto, descrittomi dal sig. Giovanni
Paradisi consorte della signora che intraprese gli scavi di con-
trada S. Martino.
(4) Pottier, Vases antiques, E, 658, Catalogue, p. 524.
(6) Perrot-Chipiez, /list, de l'Art, VII, p. 181, fig. 66.
(G) Waldstein, The argive Ileraeum. II, tav. LVII-22.
(') Cfr. fig. 4L
NECROPOLI DEL TERRITORIO CARENATE
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(fig. 62) sino al punto di arrivare all'esagerazione
dell'animale costellato di ali, quali gli stranissimi
quadrupedi che adornano il vaso di t. XXXV rap-
presentato a fig. 72 e l'esemplare identico di S. Paolo
(pag. 372) ('). Abbiamo adunque:
Cavalli alati. Sono ancora la rappresentazione
più usitata, sia che derivino da esemplari greco-orien-
tali (2), sia da contaminazioni, tanto frequenti nelle arti
d'imitazione, dell'antico cavallo aptero con le ali date
nei modelli ad altri animali (fig. 63). Con le ali
Fig. 63. — Fiasca con cavallo alato di tomba XIX.
entrano altri ornamenti capricciosi, i contorni si al-
terano, e gli elementi graffiti si moltiplicano nell'in-
terno del corpo (:!).
Cafri e cervidi. I capri dalle lunghe corna ripie-
gate all'indietro e dal corpo smilzo riproducono abba-
stanza fedelmente l'animale che è così spesso rappre-
sentato nei vasi rodi e nei corintii (4), il capro sel-
(') È noto, che la tendenza ad abbondare di ali è ri-
masta poi sempre nell'arte etrusca, cfr. Arch. Zeitung, 1851,
tav. XXVII; Ann. Istituto, 1872, tav. N, p. 224; Róm. Mitth.
1897, p. 307 (Atena alata) Mon. Lincei, VII, p. 368, n. 2.
(2) Uno dei più antichi e dei più belli sarebbe dato dal
rilievo tuttora inedito di una fxirQa di 'A%óg (Creta).
(:)) Cfr. il petto del cavallo nella grande olla di p. 343
fig. 59; nel materiale analogo del territorio falisco cfr. il ca-
vallo con le membra terminate a spirali in un kantharos di
Narce Mon. Lincei, IV, p. 210, e quanto su di esso dice il
Karo, De arte vaso. p. 4.
(4) Cfr. Pottier, Vases antiques, E, 423, 550, 658, ecc. la-
vaggio cioè {capra acgagrus) che viveva in notevole
abbondanza nelle isole greche (')> e di cui resta an-
cora qualche individuo sulle alte montagne cretesi ('-).
Nei nostri vasi appare sempre alato (cfr. ad es. fig. Ii6 e
t. Ili, 3), non è improbabile però, che sia stato dapprima
imitato nella forma senza ali, così come appare nella
ceramica rodia. È infatti esemplificato senza ali l'altro
tipo parallelo del daino a corna piatte [dama pia-
tyceros) che col capro selvaggio divide i maggiori
onori nel vasellame rodio (:!). Altri cervidi a brevi
corna sono rappresentati in un frammento di t. XX
n. 16 e in un vaso della collezione di S. Paolo (p. 372
fìg. 70) nell'atto usitato anche nella ceramica rodia ( ')
0 nella geometrica del Dipylon {■•) e di Argo (6) di
volgere indietro il capo. Una figura di cervo in
corsa che non ha nulla a che fare con l'animale
pascente rodio, è graffìta su un vaso di S. Paolo
(fig. 64).
Felini. Se ne trovano apteri {kantharos di t. LIV,
n. 19), ma spesso come negli esemplari ionici sono
ricchi di ali. Anche in questi vasi graffiti (t. LX n. 10,
LXXX1V n. 2 frammento a p. 344), si hanno come
nel grande kolmos dipinto di t. LX i felini con una
gamba umana nella bocca (7). Essendo il soggetto
all'atto nuovo per l'artista italiano, che anche in na-
tura non aveva sott'occhio animali simili, è naturale,
che i modelli siano stati male interpretati, e ne siano
venute delle strane figure forse complicate con i tratti
talogue, p. 138; Boehlau, Aus ion.und ital. Nekropolen.y. 57
seg. Mon. Lincei, XIV, p. 279, t. XXVI, ecc. I primi tentativi
di riprodurre quest'animale sembra si riscontrino nel tardo mi-
ceneo cretese, vedi Evans, Prehist. tombs at Knossos p. 57,
fig. 59 e Dawkins in Brit. Sch. Annual, X, 206.
(') Cfr. il nome di A'iyiva, Keller, Thiere des Alterthums,
p. 37. A titolo di curiosità ricordo, che Varrone attesta la
presenza di capre selvatiche proprio nel territorio eapciiat''
u in Sauracti {et?) Fiscello caprae ferae sunti (de re rust.
II, 3, 3). Naturalmente non direttamente da quelle riproduceva
i suoi tipi il figulo capenate.
(2) Jj'dyQi/M dei Greci moderni.
(3) Un esempio in un'anforetta di bucchero graflìta del
Louvre : l'ottier, Vases antiques, C, 566. Una figura simile era
graffita anche su un vasetto d'impasto rinvenuto min lungi da
Capèna, a Castelnuovo di Porto, descrittomi dal sig. Giovanni
Paradisi consorte della signora che intraprese gli scavi di con-
trada S. Martino.
(4) Pottier, Vases antiques, E, 658, Catalogue, p. 524.
(6) Perrot-Chipiez, /list, de l'Art, VII, p. 181, fig. 66.
(G) Waldstein, The argive Ileraeum. II, tav. LVII-22.
(') Cfr. fig. 4L