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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 16.1906

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Paribeni, Roberto: Necropoli del territorio Capenate
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https://doi.org/10.11588/diglit.9313#0253

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485

NECROPOLI DEL TERRITORIO CAPENATE

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Della stessa età sono le due fosse LXXVII e LXXXI
del sepolcreto di monte Cornazzano.

Un grappo più ricco e più importante si ebbe
dalle altre fosse e dalle camere più antiche. Il ma-
teriale in esse rinvenuto comprende, come si è visto,
un certo numero di bronzi fabbricati in Italia o im-
portati, pochi vasi di argilla figulina, pochi buccheri,
moltissimi vasi d'impasto. I fatti che nel complesso
di quel materiale possiamo osservare per proporre una
datazione, sono i seguenti:

1. È cessato completamente per le armi e per
altri utensili, come ad es. per i morsi, l'uso del bronzo.

2. I vasi d'impasto riproducono frequentemente
le forme dei vasi greci, e i motivi ornamentali del-
l'urte greco-orientale. Tali imitazioni sono così diffuse,
e fatte con tanta abilità, con tanto avanzata stilizza-
zione, da mostrare già passati gli anni del tirocinio.

3. Le ambre, ornamento così ricercato nella
prima età del ferro, sono quasi completamente passate
di moda.

4. Le fibule sono scarse, e il tipo predominante
è quello a navicella con lunga staffa.

5. Insieme coi vasi d'impasto si presentano al-
cuni vasetti protocorintii e corintii, e qualche buc-
chero fino con la arcaica decorazione a ventaglietti
punteggiati.

Ora è da premettere, che un parallelo perfetto con
le tombe più insigni che hanno alcuni caratteri co-
muni con le nostre, e la cui cronologia è con una certa
approssimazione più o meno accertata (') non si può
istituire.

Quello tombe sono ricche particolarmente di og-
getti d'importazione, nelle nostre invece prevale in
enorme maggioranza il materiale indigeno; i vasi
locali che entrano in quelle tombe, sono buccheri,
nelle nostre rarissimi, non tanto perchè ancora non
se ne fabbricassero, quanto perchè non si fabbri-
cavano sul luogo, e non pervenivano che di rado a
Capena (2). In ogni modo la tomba del Guer-

ci Intendo parlare delle tombe del Guerriero, Regulini-
Galassi, Bernardini, del Duce, di Cuma, ecc. Per la cronologia
mi attengo al recente lavoro dell'Hoemes, Die Hallstattperiode
in Archiv. fùr Anthropologie, 1905, p. 233.

(2) La bellezza e la perfezione delle forme dei vasi d'im-
pasto, le figure cbe li ornano, mostrano all'evidenza, che questa
tecnica doveva nel capenate continuare, mentre altrove erano

Monumenti Antichi — Vol. XVI.

riero (') con le sue armi di bronzo, col rasoio lunato, con
i suoi vasi puramente geometrici apv are indubbiamente
più antica di ciascuna delle nostre, specialmente se
si consideri, che Tarquinia, posta sul mare, doveva,
anche prima e in maggior copia delle regioni interne,
ricevere le novità delle officine orientali. Quella di
Palestrina (2) ha la lancia di bronzo e il pugnale
col fodero d'argento e l" impugnatura d'ambra di una
forma alquanto arcaica, ma per certi oggetti riscontra
con alcuna delle nostre, p. es. per le ciotole baccellate
di bronzo e per la situla, assai simile a quella della
nostra t. XVI, per lo scudo simile a quello della
t. LII.

Le due tombe Regulini-Galassi e del Duce (')
hanno copiosi oggetti d'arte orientalizzante, balsamari
greci a fogge animali (cinocefalo seduto nella prima),
figure umane specialmente nella prima, sicché per
quanto voglia tenersi conto della maggiore loro ric-
chezza che può dare ai corredi una certa precocità,
non posso ritenerle anteriori a parecchie delle nostre.
Le tre tombe trovate recentemente a Cuma (4) hanno
comuni con le nostre vasi geometrici (5) ciotole bac-
cellate di bronzo, fibule a navicella, armi di ferro,
non presentano però che poche tracce di arte orienta-
lizzante (°), mancanza imputabile forse alla modestia di
quelle tombe (7). Occorre da ultimo non dimenticare,
che la tomba Bernardini, quella Regulini-Galassi e
quella del Duce hanno monumenti scritti. Ora per
quanto seducente sia l'ipotesi, che gli Etruschi ab-
biano già portato l'alfabeto, venendo in Italia, e per
quanto le accresca valore l'alta autorità del Milani

già in uso i buccheri fini. Tutto questo fu già notato dal Pasqui
per la vicina necropoli di Poggio Sommavilla, Not. scavi 189G,
p. 44S e 1905, p. 92. Del resto anche da Corneto si ebbe un
vaso con bruttissimi animali graffiti da assegnarsi certo a tarda
età, perchè fornito di un'iscrizione etrusca sul collo (Montelius,
Civil. primitive, tav. 296, fig. 2).

(') Vedila in Montelius, Givil.frim.it., tav. 286-290.

C) Ibid. tav. 366-370.

(3) Vedile in Montelius, Civil. primit., tavv. 333-341;
(Regulini-Galassi) e 184-188 (del Duce).

C) Pellegrini in Mori. Lincei, XIII, p. 201 ; Karo in Bull,
di Pai, 1904, p. 1.

(5) Cfr. specialmente Voinochoe di t. XVI e quella di Cuma,
Mori. Lincei cit. fig. 53.

(6) La fibula fermaglio di fig. 10 (1. c.) e il lebete con le
anse a fior di loto fig. 27.

C) Pellegrini, 1. e, p. 281; Karo, 1. e, p. 17.

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