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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 16.1906

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Jatta, Michele: Vasi dipinti dell'Italia meridionale
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https://doi.org/10.11588/diglit.9313#0277

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527

aveva ispiralo il loro connazionale, pittore del cra-
tere di Ripigliano.

Il tipo di Hados, come già è stato notato, ricorda
il tipo ideale del Zeus fidiaco (') o come quello di
giudici infernali, è comune alle scene ispirate dal
dramma, che ha esercitato certo un influsso sulle rap-
prosentanze dell'Inferno

Così il tipo delle Eumenidi sui frammenti di Ruvo
ricorre perfettamente simile sul noto cratere del Louvre
con Oreste a Delfi, ed attribuito dal Furtwangler al
gruppo dei più antichi vasi a figure rosse dell'Italia
Meridionale (:,)) ed il tipo di Orfeo è comune e iden-
tico per Apollo Citaredo Sicché se in tutti questi
tipi bisogna riconoscere una derivazione attica, non si
vede d'altra parte nessuna ragione por attribuirli al-
l'originalo ammesso dal Kuhnert per le rappresentanze
dell' Inferno, dal quale bisogna escludere altresì l'ag-
gruppamento delle figure intorno ad un edificio o un
tempietto, comune sui vasi pugliesi allo rappresen-
tanze funerarie ed a quelle ispirate dal dramma (5).

Di questo originale dunque ci rimane ben poco.

Sicché io credo più probabile che i pittori vasco-
lari dell' Italia Meridionale abbiano subita l'ispira-
zione di tipi e correnti artistiche diverse, adattandole
allo loro composizioni secondo la concezione della
scena rappresentata lo richiedeva; mentre attribuisco
i punti di contatto, che innegabilmente si debbono
riconoscere fra queste varie pitture vascolari dell' In-
ferno, alla loro comune fonte poetica e religiosa.

Oltre a questi frammenti, fu rinvenuto anche il
piede del vaso cui essi appartenevano, e che doveva
essere di proporzioni abbastanza grandi.

Su di essi sono dipinti l'uno dietro l'altro gio-
vinetti, che nudi corrono sui cavalli. E un soggetto
abbastanza frequente nei dipinti vascolari di Kuvo (°),
e ci olire una nuova prova del come l'equitazione

(') Winkler, qp. cit.. p. 86.
(a) Id., op. cit, p. 88.

(3) Mon. ined., voi. IV. t;iv. XL; Furtwangler, Meister-
werke, p. 149.

(4) Kuhnert, op. cit., p. 112.

(5) Watzinger, op. cit., pp. 8, 10.

(6) Anfora dell'Ermitage proveniente da Ruvo, Compte
Rendu 18C2, tav. IV, sul collo; sul piede del vaso di Napoli
anello prov. da Ruvo, Mon. II, tav. xxn ; sul collo del vaso
dell'Ei-mitago proveniente da Ruvo, Mon. V, tav. XII.

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aveva perduto il suo carattere guerresco primitivo di-
venendo un esercizio schiettamente ginnastico (').

III.

Frammento della collezione -latta.

Centauro con Eros sulla groppa (tìg. 10). 11
Centauro, mancante della testa, di parte del petto e
braccio destro, delle gambe, dalle ginocchia in giù,
trotta verso sinistra, sostenendo un lungo ramo colla
sinistra, dal cui braccio pende la nebride, una pelle
di pantera superiormente dipinta in bianco gialliccio,
inferiormente di un rosso cupo, e nei dettagli e nelle
pieghe di un rosso più chiaro.

L'Eros del tipo comune ai vasi pugliesi del III se-
colo (*) con le ali spiegate e sollevate, di cui alcuue
penne sono dipinte in bianco gialliccio, con collana,
ed armille alle braccia ed al piede sinistro del me-
desimo coloro, poggia probabilmente la mano destra
sulla spalla del Centauro e sostiene con la sinistra
un fioro dipinto anche in bianco gialliccio.

Nell'atteggiamento dell'Amorino con la mano pog-
giata sulla spalla del Centauro, nell'andamento di
questo, che col braccio sollevato, col passo concitato
e col caratteristico sollevar ed inarcar di coda sembra
traduca il potente ed energico influsso del suo cava-
liere, a me pare di riconoscere anche nel ceramo-
grafo pugliese un' ispirazione dal famoso contrasto di
amore del noto ditirambo, che ha trovata la sua più
conosciuta espressione plastica nei Centauri di Ari-
steas e Papias (3).

Sarei quasi per affermare, che se il vaso, cui il
frammento apparteneva, ci fosse pervenuto intero, ac-
canto a questo giovano Centauro ci avrebbe offerta la
figura del vecchio, su cui Eros esercitava un così di-
verso influsso.

Senza dubbio però questo grazioso aggruppamento
del nostro frammento, insieme agli altri esempi simili,
ci rappresenta 1' ultimo sviluppo del progressivo in-
gentilirsi della natura aspra e selvaggia del Centauro.

(') Holwerda, Attische Vasen des Uebergawjsstils, Jahr-
òuck d. arch. Inst., IV, 1889, p. 305.

(") Walters, Ilistory of ancient Pottcry, II, p. -15.

(3) Collignon, Ilist. de la Sculpt. grecque, II, pp. G78, G79.

VASI DIPINTI DELI. ITALIA MERIDIONALI':
 
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