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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 17.1906

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Orsi, Paolo: Gela: scave del 1900-1905
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https://doi.org/10.11588/diglit.12731#0013

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GELA

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Gela espulse i di lui figli (Her. VII, 155), ma Eschilo, che nel suo epigramma la decanta ricca di
le sue grandi idee di dominio furono programma poli- grani (nvQocpÓQog rélag) ; rivendicata la sua piena
tico di un'altra famiglia, dei Dinomenidi Gelone, Je- indipendenza, essa godette di un grande benessere
reme e Trasibulo. La gloria di questi principi entra agricolo ed economico, ed appunto a questo periodo
ormai nel dominio di Siracusa, della Sicilia intera, fra 505-405 va assegnata, nella prima metà, la più
e dell'Ellenismo d'occidente, salvato ad Imera (480) abbontante, nella seconda, la più bella monetazione
contro la barbarie semitica, ed a Cuma (474) dalla pe- di Gela, e lungo quasi l'intero secolo le più sontuose
ricolosa concorrenza etnisca. Gelone comandante favo- delle sue necropoli, quelle di Caposoprano. Nel 461
rito della cavalleria di Ippocrate, erettosi protettore Camarina era risorta, e certamente col concorso dei
degli espulsi figli di costui, occupa la città ribelle e Geloi; nel 424 ha luogo in Gela un trattato di pace
ne diviene il tiranno (491-485). Nel grande santuario fra le città greche della Sicilia ed Atene, fra Carna-
li Olimpia dedica un carro di bronzo, e con tutta prò- rina e Gela, che non è ben chiaro di quali contese
labilità ora o poco avanti sorgeva colà, o si ampliava, fosse l'epilogo; l'aver scelto Gela come sede di quo-
ti thesauro dei Geloi, decorato di placche fittili co- sta conferenza politica è testimonio del prestigio che*
lorate, preparate in Gela (')• Intervenuto nelle fac- essa doveva allora godere fra Ateniesi e Sicelioti (').
cende di Siracusa, egli se ne impadronì (Her. VII, Durante la lunga guerra ateniese Gela titubante
155), riconducendovi i Gamori espulsi, assumendovi dapprima seguì poi la maggior parte delle città
il principato (485-478), ed affidando al fratello Je- siceliote, e fu alleata di Siracusa, avendo rifiutata
wne Gela, troppo angusta ai suoi vasti disegni. Ca- l'unione ad Atene (Tucid. V, 4, 6) ; ma dapprima i
marina che dava ombra ai due stati venne soppressa, suoi contigenti ausiliari forono deboli, e solo quando
conquistata Megara ; Megaresi, Camarinesi e buona la sorte cominciò a favorire decisamente i Siracusani,
Parte dei Geloi tradotti in Siracusa, ad infondere vita gli aiuti vennero elevati a 600 soldati e ad una
6 potenza alla capitale del nuovo impero. Non è mio squadretta di cinque navi {vavnxóv k névxs ravg;
compito seguirne la politica e nemmeno quella di Jerone, Tucid. VII, 33), l'unico ricordo a noi pervenuto sul
che dopo la morte del fratello (478) ne continuò il naviglio militare della citta.

Programma. La storia di Gela veniva oscurata da quella Ben più terribili momenti attraversa Gela negli
di Siracusa; essa aveva perduta la sua importanza e la anni successivi; nel 406 i Cartaginesi avevano di-
autonomia politica ed era stata spogliata del meglio dei strutte le principali città del SO dell'isola, com-
suoi abitanti. Soltanto dopo la cacciata dell'ultimo presa Agrigento, i cui abitanti vennero amorosamente
dinomenida, Trasibulo (466), riebbe una parte dei accolti nell'antica metropoli. Nel 405 il temuto ne-
suoi cittadini, e sino alla fine del secolo godette di mico è sotto le mura della città, che implora aiuti
«na grande prosperità, per quanto la sua storia in da Dionigi; il memorabile assedio, ricco di episodi
^esto periodo sia oscurissima (2). Nel 456 vi moriva d'importanza anche topografica, è descritto da Dro-

doro (XIII, 94 e segg.) ; Dionigi si accampò col suo

(') Questo edificio ha grande importanza storica ed arti-
stica. Seconde i recenti studi del Dver, Olympian treasuries .

(in Journlf^ulS 1900, p" 297), "ragioni tecniche dai vecchi cittadini di Gela

« decorative ne porterebbero le origini agli ultimi del sec. VII cioè i merecnan sostemton del a caduta dinastadei Dino

od ai Primi del Vi; e così Gela sarebbe stata la prima città menidi; in seguito a queste l^J^\\^J ™

-eliota rappresentata in quel grande santuario nazionale, an- anco, una ^ u P Hodo^di

««a un secolo prima della vittoria coi carri, riportata fra mente dopo il 466. 11 prezioso papiro OD l

5l2-500 dal suo cittadino Pantares. Il portico prostilo venne stona molto oscura. Staatsver-
1-babilmente aggiunto da Ippocrate tra la fine del VI sec. ) ^ S^^cSSl

-zio V. Vedi anche Flasch inj—» Dentmaj , W*» » ^ „ ^ . ^

VeLZ^Ve^m TlxTmltnnspré. (424 a. C.) in Arekivio Star Sic. orientale a. II P. 5. Quo-

eiiaung von 1 erracotten ecc. \^ui. ^ trattato è di tale importanza, che si crede perfino sia stata

' amm>- . . ... ,„;,; coniata Der celebrarlo, una moneta commemorativa di Neapolis

0 G. de Sanctis, Una pagina di stona nolana (Rw. com*| P* ce ^ ^

Voi. classica, 1904, p. 66 e segg.) illustra un prezioso fram- (Uè retro, j,a numismatica v 164)

n^nto di papiro d'ó/yrhynchos, dove si parla di lotte sostenute Se. Sto,: Roma, se,. Numismatica, p. 164).

Monumenti Antichi — Vol. XVII.
 
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