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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 17.1906

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Orsi, Paolo: Gela: scave del 1900-1905
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https://doi.org/10.11588/diglit.12731#0094

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179

GELA

180

Sep. 397. Di tegole a cappuccina, 1. era. 95,
dir. SEE-NOO con scheletrino dal cranio a SEE; sotto
la tegola di fondo lekythos arcaica grezza.

Sep. 398. In parte appoggiato al precedente stava
uno scheletro sepolto in nuda terra, col cranio coperto
da una kylix nera ; attorno v' erano i rottami di
altre due ed un grosso skyphos pure nero. Al di
sopra poi si stendeva una piccola bruciatura.

Sep. 399. Ad oltre m. 3,50 di prof., parallello al
sep. 396 e da esso discosto m. 1 '/2 si trovò un altro
baule fittile, il quale malgrado la rilevantissima pro-
fondità era stato frugato e fatto in pezzi. L'interno
della cassa era tutto dipinto in rosso vivo. Come traccia
di questa violazione (antica?), a mezzo m. sopra il
baule si raccolse un grande frammento di lekythos a
f. r., e nell'interno rottami di piccole ed insignificanti
lekythoi nere.

Avanzo di casa. All'estremità 0 di via Palermo
ed allo sbocco di essa sulla campagna, alla prof, di
m. 2, gli operai s'imbatterono in un pavimento di
grossa breccia impastata con cemento ; la parte messa
a nudo non fu minore di mq. 6, ma non se ne ricercò
il termine, nè il muro perimetrale. Tale pavimento
ordinario, poggiato sul suolo vergine (esplorato anch'esso
con risultati negativi) apparteneva a qualche povera
casa agreste del sec. Ili circa, a giudicare dagli
avanzi di ceramica tarda (cumana ed etrusco-campana)
raccolti sopra di esso. Conviene notare che avanzi di
poveri fabbricati di tale età, sporadici ed isolati, si
trovano dalla chiesetta di S. Giacomo in fuori verso
Capo Soprano, ed anche in questa contrada, ma sempre
al di sopra del livello dei sepolcri.

Cisternino per immondezze. Circa nello stesso
tratto di via ho esplorato un cisternino conico, pro-
fondo appena due m., rivestito di ciottoli e di pezzame
di tegole. Attesa la sua piccolezza, il banco di arene
permeabilissime nelle quali è aperto, il pessimo rive-
stimento non intonacato, resta assolutamente escluso
fosse una conserva d'acqua. Invece paragonandolo ad
alcuni cisternini in tutto analoghi per forma, dimen-
sioni ed ambiente geologico, non che per contenuto, da
me esplorati a Megara H., lo giudico un deposito tem-
poraneo di immondezze. Infatto in mezzo alle terre di
riempimento si trovarono rottami di tegole, pezzi di
bauli, ossa animali e frammenti di piccola ceramica
italiota.

Possi in via Bevilacqua. Pare cho la necropoli
arcaica popolare di Gela finisca colle ultime case del
Borgo intorno a S. Giacomo, spingendosi poi, come ve-
dremo, verso l'attuale Ospedale Civico al mare. Nella
via traversale Bevilacqua ogni traccia di sepolcri è in
fatto scomparsa: quivi invece a poca distanza dal pa-
vimento descritto si segnalarono due pozzi. L'uno esplo-
rato per pochi m. diede materiale moderno; l'altro
seguito fin oltre i m. 8 diede dapprima residui di cu-
cina, ossa, conchigliette, carboni, e poi cocci, tra i quali
rottami di un grande cratere a colonnette corinzio, con
figure di grandi galli sugli appoggia-mano (cfr. avanti).
Dovetti rinunziare a toccare il fondo per i continui
pericoli di frane in un terreno eminentemente friabile.
Non riuscii a farmi una chiara idea dell'età di codesti
pozzi, che però propendo a ritenere sincroni non alla
necropoli, ma ai casolari antichi dei sec. IV e III,
i cui piccoli ruderi si trovano sparsi dal Borgo a Capo
Soprano.

Sep. 400. Hydria semiadagiata colla bocca ad E,
coperta di un coccio e piena di ossa cremate.

Sep. 401. Di tegole a cappuccina, violato.

Sep. 402 (Via Buscemi). Scheletro in nuda terra
senza oggetti di sorta.

Via C u b b a.

Sep. 403. Platea o fondo di una tomba di tegole
superficiale e però distrutta nei lavori stradali. Era
1. m. 1,77, con dir. NOO-SEE. Rimanevano ancora duo
scheletri coi crani a levante; alla mano d. di-uno leky-
thos nera mezzana, con due fascette rosse su cui mean-
dro nero. Alla mano sin. dell'altro piccola lekythos con
palmette n. su fondo r., adagiate; al piede dei due
morti, in centro, una tazza a metà nera e metà rossa.

Sep. 404. Come il precedente, pure distrutto, con
poche tracce di ossa e senza vasi.

Sep. 405. Grande sarcof. monol., dir. SOO-NEE,
coperto di un solo grandioso lastrone (di m. 2,20 X 0,81
X 0,27) ; conteneva un nudo scheletro col cranio a NEE
ed alla mano sin. un alabastron bigio consunto.

Sep. 406. Cassetta rettangolare di tegole (4 alle
guancie, due alle teste, due di coperta) piazzata sulla
nuda roccia; dir. NOO-SEE; dira. m. 1,60X0,70
X 0,58. Essa racchiudeva un adulto ed un fanciullo
coi crani a SEE, accompagnati dai seguenti oggetti:
 
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