Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 17.1906

DOI Artikel:
Orsi, Paolo: Gela: scave del 1900-1905
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.12731#0139

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
269

GELA

270

PARTE TERZA
LE NECROPOLI DEL SECOLO V.

Fissando come termine medio fra necropoli arcai-
che e recenziori lo guerre persiane e la comparsa
dello stile rosso, abbiamo gli elementi approssimativi
per differenziare questi due momenti nella vita di
una città, e nella corrispondente suppellettile funebre.
E superfluo io aggiunga come tale passaggio non av-
venga mai subitaneamente, ma per gradi, allo stesso
modo che graduale è la scomparsa dello stile vasco-
lare nero e la introduzione di quello rosso. Topogra-
ficamente poi vi hanno città dove le necropoli dei
due periodi sono nettamente separate e distinte ; ed
altre invece, dove le recenziori sono una continuazione
delle arcaiche. E la separazione avviene per lo più,
quando e dove sieno intervenuti fatti storici di guerre

0 distruzioni, che hanno recata una perturbazione nella
compagino del popolo. A Camarina p. e. noi conosciamo
esattamente la necropoli di Passo Marinaro, che va dalla
prima '/, sec. V a '/2 sec. Ili, ma per quante indagini io
abbia fatte non mi è ancora riuscito di trovare i sepolcri
più antichi. A Megara Hybl. la necropoli cessa d'un
tratto nel 482 colla scomparsa della città. A Sira-
cusa, nel piano del Fusco, andiamo dalla fine del
sec. Vili alla fine del III, quasi senza soluzione di
continuità, sebbene il periodo dello stile rosso severo
e grandioso (sec. V) sia ancora in questo terreno
debolmente rappresentato.

A Gela la necropoli arcaica termina olfettivamonte
con una fascia di terreno sterile, che si stende dal
convitto Pignatelli alla chiesetta di S. Iabechello
(S. Giacomo), e riprende al di là, dopo pochissime
continaja di metri, con sepolcri che si stendono fino
alla estrema punta occidentale di Capo Soprano, a
Villa Bresmes, e che tutti, meno rare eccezioni, si
possono includere nel sec. V; si direbbe che il pic-
colo vallone di S. Ippolito segni la demarcazione fra

1 due gruppi di necropoli.

Premessa questa notizia topografico-cronolo0nca,
passiamo ad esaminare i singoli gnippi, secondo che
essi sono disposti da levante a ponente, salvo poi a
rilevare in fine i caratteri della loro forma e del
contenuto.

I.

Sepolcreto nel predio nob. Salv. Aldisio-Cartia.

(Maggio 1902).

Il piccolo avvallamento di S. Ippolito taglia da
N a S il versante della collina di Gela, ed è percorso
al fondo da un viottolo che dalla ruotabile T.N.-Licata
scende alla ferrovia, procedendo poi nei campi. Il de-
clive volto a levante di tale conca è occupato dal
predio Lauricella ben conosciuto per le numerose scoperte
colà avvenute da oltre mozzo secolo in una necropoli
ricca assai di sepolcri, se non altrettanto di buoni
vasi. Inveco la parte più bassa è in parte occupata
dalla proprietà Salv. nob. Aldisio-Cartia. Data la forma
concava del terreno si ora fantasticato della presenza
di un teatro, di cui si pretendeva aver trovato i fi-
lari delle gradinate ad enorme profondità. E, cosa
poco conciliabile con codesta indicazione, soggiungeva
il proprietario di aver segnalato, aprendo un pozzo,
le teste di una diecina di bauli messi in fila e non
tocchi. Tutti codesti dati erano molto sospetti, ma invi-
tavano in ogni caso a tentare uno scavo. Certo era
invece, che in codesto suolo il Russo ed il Calandra
avevano fatti larghi tentativi, scavando a grande pro-
fondità, ma senza successo.

Sotto la condotta del mio capo operaio ho fatto
lavorare in questo podere tre settimane. Io non mi
lusingavo certamente nè di rinvenire gli avanzi del
 
Annotationen