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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 17.1906

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Orsi, Paolo: Gela: scave del 1900-1905
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https://doi.org/10.11588/diglit.12731#0173

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337

GELA

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Sep. 20 (III). Altro baule fittile, dim. cavo
m. 1,82 X 0,70, dir. E-O, contenente uno scheletro
col cranio ad E, alla cui mano sin. le due belle le-
kythoi in stilo rosso sciolto, che qui si descrivono.

La prima (tav. XII), a. cm. 38 '/2, con palmette
ioniche alternate da fiori di loto sulle spalle, ha sul
ventre, fra due fascio a meandri e croci, la rappre-
sentanza di una donna, vestita di doppio chitone a
corte maniche, la chioma a krobylos avvolta di tenia,
col corpo chinato, tutta intenta a ripiegare, quasi a
spulezzare, il suo mantello, sopra una seggiola a dor-
sale, coperta di cuscino a fiocchetti ; di dietro ad essa
un kalathos, ed in alto appeso uno specchio, a deno-
tare l'ambiente, cioè l'intimità del gineceo; sopra le
spalle sei lettere irregolari, forse un nome, ed altre
lungo il dorso.

L'altra lekythos (tav. XI), alta cm. 37'/j, ha
le spalle nere senza decorazione di sorta. Nel prospetto
una donna nuda, che fa preparativi per l'abluzione,
se non la ha già compiuta. Il corpo ha esile ed asciutto,
stretti i fianchi, grandi le poppe, abbondante la chioma
trattenuta da un nastro a vari giri, riccioli sulla fronte.
Chinata in avanti essa svolge o raccoglie la sua veste
ammassata sopra una seggiola a dorsale ; di dietro a
terra un basso bacile a zampe leonine, in alto appeso
uno specchio. Anche qui lungo il prospetto avanzi di
leggenda :

/E fi A IS K AVE

Sotto il cranio un alabastron di alabastro. Non è
certamente casuale la scelta di due vasi gemelli,
colla rappresentanza della toletta intima di una gio-
vano donna (etera?), posti accanto del cadavere certa-
mente muliebre.

Le tazze dei maestri della pittura rossa contengono
sovente scene libere ed azzardate, talvolta assoluta-
mente pornografiche, dove appariscono donne nude in
atteggiamenti procaci e lascivi, che rispecchiano in
tutto il più crudo realismo la vita scostumata e liber-
tina della « jeunesse dorée » di Atene al tempo delle
guerre persiane e subito dopo. Meno comuni, ed in
ogni modo pili contegnose sono tali rappresentanze di
etere nude o semicoperte (quali le abXstqds^ e le
lanciataci di mele dal prjXo/ìoXsìv, di Aristofane, Nubi,
996) sulle lekythoi, atteso forse il loro spiccato ca-
rattere funebre. Nel caso nostro trattasi di una scena
Monumenti Antichi — Vol. XVII.

di bagno, nè voglio in tesi assoluta affermare sicno
etere le due donne rappresentate, potendo anche es-
sere altrimenti. Non mi dilungo nello addurre riscontri,
ma basti qualche esempio saliente anche di epoca
tarda. Cito il vaso Millin (Peintures d. vases antiq.,

II, 9 ed. Reinach) con due donne nudo davanti un
kovrt'joiov ; specialmente adatto al caso nostro due
hydrie recenziori del museo Brit. (Smith, Catalogne,

III, tav. 8) con scena di toletta intima, dove si os-
serva il motivo, quasi calcato, della donna nuda che
raccoglie lo vesti ammassate. Una coppa berlinese ha
una donna nuda in atto di deporre le vesti su di una
sedia {Arch. Anzeiger, 1893, p. 90). In fine un cra-
tere di Kutigliano {Roem. Miltheil., 1904, p. 88) in-
torno al quale ha fatto una serie di buone osserva-
zioni lo Jatta ('). Di fronte alla pittura vascolare era
in questo periodo assai più riservata là scoltura;
unica eccezione la così detta Venere dell'Esquilino,
la quale non è altro che una donzella intenta ad ac-
conciarsi il capo dopo il bagno; tale statua è stata
giustamente ricondotta al periodo dei precursori, nel
quale è forse l'unico esempio di una figura muliebre
nuda (2). Ma non è poi detto, anzi io lo escludo as-
solutamente, che il tardo artista che la scolpì, abbia
copiato da un'opera plastica della prima metà del
secolo V, o non piuttosto da un vaso, da un cartone.

Sep. 21 (IV). Di tegole a cappuccina 1. m. 1,80,
dir. E-O, con uno scheletro dal cranio ad E ; alla
mano sin. tre boccaletti ventricosi grezzi (tipo fig. 487)
ed una lucerna ombelicata ; altri tre eguali alla mano
d. ed una piccola lekythos attica a. cm. 14, a f. r.
(donna seduta coperta il capo di cuffia, con fiaccola
accesa nella d. ; fig. 247); ed uno skyphos nero.

Sep. 22 (V). Come il precedente, 1. m. 1,70, dir.
SEE-NOO, con scheletro dal cranio ad E. Esterna-
mente, all'angolo NE, boccaletto grezzo. Internamente,
al costato d., piccola lekythos alta cm. 15 '/t a pal-
mette nere su fondo rosso, e cinque piccole tegghie
grezze munite di coperchietto. Alla mano d. due boc-

(') In data recentissima poi lo Hauser (Oester. Jahreshefte,
1905, p. 21 e segg.) ha studiato il motivo della donna che
lava, analogo al nostro, e che nei vasi deriverebbe da una
Nausicaa di Polignoto, dipinta verso il 4C0.

(!) Von Duhn, Bull. Comm. Arch. Jl/unicip. 1875, p. 15
e segg., tav. III-V; Helbig-Toutain, Guide, etc, I, p. 5CC;
Joubin, La sculpture greque enlre les guerres mediques et
Pericles, p. 172.

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