339 '
GELA
340
caletti globari, come quelli del sepolcro precedente, fondo, rettangolare, aporto nelle areno vergini, con
ed una scodelletta pure grezza. piano inclinato di slittamento ad una delle estremità ;
Sep. 23 (VI). Come i due precedenti, 1. m. 1,60, si ebbe così un'idea dell'imponente lavoro di scavo,
dir. E-O, con scheletro dal cranio ad E; al costato d. che doveva compiersi, ogniqualvolta veniva calato sot-
boccalotto globare grezzo ed una lekythos a. cm. 11 '/s terra uno di codesti bauli, dei quali la necropoli ge-
a palmetto nere. lese conteneva alcune centinaia.
Sep. 24 (VII). Baule fittile violato, dir. E-O. Dei parecchi sarcofagi del genere, decorati a pal-
Sep. 25. Grande baule fittile, dim. cavo m. 1,70 mette a fior di loto, rinvenuti a Gela, è questo il
X 0,G8 X 0,67 profondità, dir. E-O, col coperchio di primo che si ottiene mediante uno scavo regolare ('),
due pezzi già rotto in antico e rafforzato mediante ed è quindi la prima volta che si può formulare un
fondato giudizio, non sopra pure considerazioni stili-
stiche, ma colla scorta dei vasi del gruppo a cui il
sarcofago appartiene. Dall'esame dei quali io sarei in-
dotto ad attribuire la fabbricazione di tale opera co-
roplastica, c di quelle congeneri, intorno al terzo de-
Pig. 247.
cennio del sec. V a. C., epoca che si accorderebbe
molto bene collo stile ancora severo della fascia de-
corata.
Sep. 26. A m. 3,50 dal precedente si rinvenne
altro baule fittile, di dimensioni normali, per adulto,
dir. 300°-120°, chiuso dal solito coperchio in due pezzi
numerose chiavette in piombo. I timpani del coperchio a navicella capovolta, e saldato esso pure, per vecchie
(fig. 248) presentavano la particolarità di due acroteri lesioni, con chiavette di piombo ; sopra i due timpani
laterali arrotondati. La cassa poi, la quale conteneva dei due copertoni erano graffite le sigle date a fig. 251.
un nudo scheletro col cranio ad E, era decorata al Anche la cassa aveva numerose piombature a doppio T,
labbro interno di una ricca fascia a palmette e fiori e conteneva uno scheletro col cranio ad E, alla cui
di loto socchiusi, con ovoli di sotto, ottenuta a stampo spalla d. uno skyphos attico nero, ed una minuscola
mobile. Le fotografie unite (figg. 249-250) dànno l'in- lekythos aryballica attica con corona di ellera e grap-
sieme ed i dettagli di questo bellissimo sarcofago ('). poletti neri sul fondo bianco del ventre. Esternamente,
Estraendo colle maggiori cautele tutti i pezzi del al lato 0, un boccaletto globare grezzo.
grande baule, ne risultò un cavo amplissimo e prò- Nell'angolo NO della fossa contenente il sarcofago
venne segnalato un occhio di terra di ustrino neris-
sima, con carboni e ceneri, ma senza un solo fram-
(') Restaurato esso è ora esposto nel museo di Siracusa; _
e mi è grato ricordare qui il nome dell'ing. Fortunato Di Bar-
Wo, che senza compenso, rinunziò alla metà del monumento, (') Un frammento di altro è stato da me dato nelle No-
ti dell'equivalente valore, che gli spettava per convenzione. tizie 1900, p. 283; altri, dicesi., sono nel Museo di Palermo.
GELA
340
caletti globari, come quelli del sepolcro precedente, fondo, rettangolare, aporto nelle areno vergini, con
ed una scodelletta pure grezza. piano inclinato di slittamento ad una delle estremità ;
Sep. 23 (VI). Come i due precedenti, 1. m. 1,60, si ebbe così un'idea dell'imponente lavoro di scavo,
dir. E-O, con scheletro dal cranio ad E; al costato d. che doveva compiersi, ogniqualvolta veniva calato sot-
boccalotto globare grezzo ed una lekythos a. cm. 11 '/s terra uno di codesti bauli, dei quali la necropoli ge-
a palmetto nere. lese conteneva alcune centinaia.
Sep. 24 (VII). Baule fittile violato, dir. E-O. Dei parecchi sarcofagi del genere, decorati a pal-
Sep. 25. Grande baule fittile, dim. cavo m. 1,70 mette a fior di loto, rinvenuti a Gela, è questo il
X 0,G8 X 0,67 profondità, dir. E-O, col coperchio di primo che si ottiene mediante uno scavo regolare ('),
due pezzi già rotto in antico e rafforzato mediante ed è quindi la prima volta che si può formulare un
fondato giudizio, non sopra pure considerazioni stili-
stiche, ma colla scorta dei vasi del gruppo a cui il
sarcofago appartiene. Dall'esame dei quali io sarei in-
dotto ad attribuire la fabbricazione di tale opera co-
roplastica, c di quelle congeneri, intorno al terzo de-
Pig. 247.
cennio del sec. V a. C., epoca che si accorderebbe
molto bene collo stile ancora severo della fascia de-
corata.
Sep. 26. A m. 3,50 dal precedente si rinvenne
altro baule fittile, di dimensioni normali, per adulto,
dir. 300°-120°, chiuso dal solito coperchio in due pezzi
numerose chiavette in piombo. I timpani del coperchio a navicella capovolta, e saldato esso pure, per vecchie
(fig. 248) presentavano la particolarità di due acroteri lesioni, con chiavette di piombo ; sopra i due timpani
laterali arrotondati. La cassa poi, la quale conteneva dei due copertoni erano graffite le sigle date a fig. 251.
un nudo scheletro col cranio ad E, era decorata al Anche la cassa aveva numerose piombature a doppio T,
labbro interno di una ricca fascia a palmette e fiori e conteneva uno scheletro col cranio ad E, alla cui
di loto socchiusi, con ovoli di sotto, ottenuta a stampo spalla d. uno skyphos attico nero, ed una minuscola
mobile. Le fotografie unite (figg. 249-250) dànno l'in- lekythos aryballica attica con corona di ellera e grap-
sieme ed i dettagli di questo bellissimo sarcofago ('). poletti neri sul fondo bianco del ventre. Esternamente,
Estraendo colle maggiori cautele tutti i pezzi del al lato 0, un boccaletto globare grezzo.
grande baule, ne risultò un cavo amplissimo e prò- Nell'angolo NO della fossa contenente il sarcofago
venne segnalato un occhio di terra di ustrino neris-
sima, con carboni e ceneri, ma senza un solo fram-
(') Restaurato esso è ora esposto nel museo di Siracusa; _
e mi è grato ricordare qui il nome dell'ing. Fortunato Di Bar-
Wo, che senza compenso, rinunziò alla metà del monumento, (') Un frammento di altro è stato da me dato nelle No-
ti dell'equivalente valore, che gli spettava per convenzione. tizie 1900, p. 283; altri, dicesi., sono nel Museo di Palermo.