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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 17.1906

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Orsi, Paolo: Gela: scave del 1900-1905
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https://doi.org/10.11588/diglit.12731#0212

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411

GELA

412

la quale escon fuori lunghe trecce, la spada al fianco,
ha ghermito per un corno il toro fuggente, e nella d.
arretrata brandisce la clava a grossi nodi. Di dietro
figura giovanile nuda nello schema degli Apollini ar-
caici, armata di lancia; dall'altra figura consimile.
Sopra il braccio dell'eroe, orizzontalmente:

• Al Q A O/OS

e verticalmente:

KALO*

Sopra la testa del toro :

LVVOS

e verticalmente :

KALOS

Parecchi fatti concorrono a rendere particolarmente
interessante questo vaso; il mito di Eracle espresso
sopra una lekythos bianca, il costume speciale del-
l'eroe, e la presenza delle iscrizioni. La severità dello
stile e l'impiego della pura tecnica nera, colle figure
dipinte in pieno ed i particolari interni graffiti, asse-
gnano il vaso ai più. antichi della serie bianca, nei
quali sono assai rare le scene mitologiche ('), con spe-
ciale predilezione alle imprese di Eracle. Lo schema
della nostra è uno dei tre in voga nella seconda fase
dello stile nero, e nulla avvi da osservare in proposito.
Ma il costume dell'eroe col petaso ad ale ripiegate
e divenuto un berretto è, se non del tutto nuovo,
certo eccezionale (2). Assolutamente nuovo invece mi
torna il « Lieblingsname » JióSoroz, (la cui lezione è
data in modo errato nella tavola), che manca nella lista
del Klein e nel supplemento del Pollale; dei 19 perso-
naggi di tal nome raccolti in Pauly's-Wissowa, Real-
Encyelopaedie etc, nessuno può identificarsi colnostro.

(') Lo stesso tema con aziono debolmente variata, e senza
accentuare la personalità di Eraclc, vedesi in altra lekythos
bianca di Atene: Collignon-Couvc, Vasos peintes du Mus nat.
d'Athtnes, n. 1124, tav. XXXVII.

(2) Fu già opportunamente notato dal Furtwànglcr (in
Roscher's Lexicon, I voi., p. 2201) come talvolta nelle rap-
prcs. della lotta col toro cretese, vi possa essere, nei vasi,
qualche confusione fra Teseo ed Brade, sopratutto se questi
è imberbe. Qui nel caso nostro, la speciale copertura del capo
dell'eroe, conviene di preferenza a Teseo, come nel vaso fioren-
tino Museo Italiano, III, 1890, tav. III.

Nuovo del paro l'altro nome AvXoc; altra volta (No-
tizie, 1901, p. 309) credetti di leggere Mxog, come
erroneamente avevo letto Jióóarog, e mi richiamai al
Av-fjac, parecchie volte esaltato nei vasi (Klein, op. cit.,
p. 51, 111, 114), taluni dei quali di Eufronios, Duris
e Diotimos. Ma una più attenta revisione delle iscri-
zioni mi ha dato la definitiva lezione che ora propongo.

b) Lekythos a f. n. a. cm. 31, col corpo cilin-
drico e cinque palmette sulle spalle (Tav. XXIX). Sul
ventre Atena che combatte i Giganti sotto le spoglie di
guerrieri. La dea nella consueta armatura investe colla
lancia uno dei due, che è già caduto ; l'altro accorro
in soccorso, ma rivolgendo il capo sembra voglia fug-
gire. Lo stile nero seriore è alquanto accurato, ma
specialmente la imponente figura della dea si distingue
per un più largo impiego di elementi decorativi bianchi
e pavonazzi.

c) Lekythos a f. n. a. cm. 23 1/i con palmette
sulle spalle inscritte in tralci ; la figurazione del ventre,
del resto scadente, e quasi per intero perduti. Si in-
travedono tre donne sedute su ocladie, dello quali la
centrale suona la lira.

d) Gemella alla precedente per tipo e gran-
dezza, ed in peggiori condizioni di quella. Tre o quattro
fig. muliebri distrutte.

e) Piccola lekythos a. cm. 14, con foglie acu-
minate sulle spalle; fig. sdraiata sopra una klino fian-
cheggiata da tre donne sedute su ocladie, di cui una
liricine. Poverissimo diseguo a macchia.

Dalla sezione della profonda fossa che produco
(fig. 296) si vede, come sopra la linea della roccia
un breve tratto del labbro della fossa era contornato
di due pezzi di calcare intonacati. In origine forse
essi giravano tutto attorno al labbro, formando uno
di quei recinti riconosciuti già in alcuni sepolcri di
Camarina ('). Da notare ancora che qui il sarcofago
non aveva guaucie di appoggio per il coperchio, che
terminava in due alti bordi verticali.

Sep. 26. Di due paja di tegole a cappuccina,
chiuso alle teste da due mezze, e piazzato in un pic-
colo cavo della roccia. Lungh. m. 1,75, prof. m. 2,30,
dir. SEE-NOO con un nudo scheletro dal cranio
a SEE.

(') Orsi, Camarina, campagne 1899 e 1903, p. 139; in
Siracusa, Notizie 1897, p. 481.
 
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