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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 17.1906

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Orsi, Paolo: Gela: scave del 1900-1905
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https://doi.org/10.11588/diglit.12731#0223

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GELA

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a S, ma tutti violati per un largo foro nelle coverte.
Continuava l'informatore dicendo, che il gruppo dei
bauli proseguiva anche oltre la siepe divisionalo nel
predio Tascone, ove se ne rinvennero altri 30 intatti,
con un mediocre corredo di vasi. Uno di tali bauli
era internamente tutto dipinto in azzurro ed aveva
quattro colonnette agli angoli; ma al paro degli altri
esso venne fatto in pezzi ed adibito come materiale
da fabbrica.

Tutte queste notizie venivano da fonte, la cui at-
tendibilità io non aveva ragiono di mettere in dubbio.
E perciò nel predio Tascone feci molti saggi nello
aree che si dicevano in precedenza risparmiate, ma i
risultati furono negativi. Soltanto lungo la linea di
divisione dei due poderi, alla prof, di m. 2,40, si
trovò una fossa in direzione E-0 contenente un nudo
scheletro col cranio ad E ; alle spalle esso aveva uno
skyphos nero ed una lucerna, che non reputo ante-
riori alla fine del sec. V.

Si può dunque tenere per vero che nel predio
Tascone esistesse un gruppo autonomo, come i con-
tigui, con una quarantina di sarcofagi, che por ra-
gioni topografiche collocheremo pure nel V secolo.

XI.

Sepolcreto nobilissimo sulle rampe
e nei predii G. Romano e ved. Romano-Lobartolo
in contrada Palazzi a Capo Soprano.

(Scavi giugno 1900, marzo 1901, maggio 1902).

I terreni suindicati, di modica estensione, forma-
vano avanti pochi lustri una unica proprietà della
famiglia Romano, ma in seguito a divisioni di fa-
miglia andarono frazionati nei diversi rami. Essi tro-
vansi lungo lo stradale di Licata, in continuazione
dei gruppi in precedenza illustrati. Fu qui che il
cav. Nic. Russo, circa gli anni 1890-95, potè com-
piere, indisturbato da autorità politiche ed archeolo-
giche, delle fortunatissime campagne di scavi, che ai
poveri proprietari di fondi apportarono il compenso
di sole poche centinaia di lire, al cav. Russo invece
lucri non indifferenti, al patrimonio artistico nazionale
sottrassero un tesoro di vasi dell'epoca migliore dello
stile rosso, ora venduti ai Musei di Oxford, di Ber-
Monumenti Antichi -- Voi. XVII.

lino ecc. ('), alla scienza fecero perdere preziosi dati
sul gruppo, forse il più nobile di tutta la necropoli
gelese, essendosi fatti gli scavi tumultuariamente,
con puri intenti di speculazione, e senza redigere un
giornale qualsiasi.

Data la configurazione del suolo in questa loca-
lità, i sepolcri trovansi tutti nell'alta terrazza sovra-
stante alla strada, ed a rilevante profondità ; qualcuno
anche nel piano stradale attuale, che fu scavato in
trincea, asportando masse di terra, per aprire un pas-
saggio livellato; nissuno nei terreni a mezzogiorno
dello stradone, il che dimostra vere e conferma lo
osservazioni fatte in precedenza, che cioè i gruppi se-
polcrali occupassero tutti la cresta della collina di
C. Soprano fra il mare e la piana.

Negli anni dal 1900 al 1902 io tentai replicata-
mente quella fortunata contrada, trovando ovunque
testimonianze di saccheggi e spogliazioni ; scavai con
qualche successo sulle rampe stradali proprietà della
provincia, e previo regolare consenso del Prefetto;
scavai nei poderetti interni, imbattendomi in qualche
isola di terreno ed in qualche sepolcro fortunatamente
sfuggito ai precedenti depredatori.

Rampe stradali

Sep. 1. (Pianta d'insieme per 1, 2, 3 a fig. 310).
Alla prof, di m. 3 l/2 dal piano di campagna venne
aperta anticamente una vasta fossa di m. 3 X 2.
Nella terra di riempimento superiore erano sparsi a
varie altezze cocci pertinenti a diversi vasi neri (ky-
likes), e pochissimi con piccoli brani di f. r. Di duo
grandi crateri di ottima epoca e stile non si ricupe-
rarono che frammenti dei labbri con palmette e fiori
di loto, avanzi tutti della libazione funebre consu-
mata sopra la fossa ancora aperta.

Il fondo della fossa era tutto cosparso di avanzi
della cremazione, ma di ossa umane tre soli pezzi,
il che dimostra come il cadavere (od i cadaveri), dopo

(') Al M. nazionale di Palermo pervenne verso il rilevante
sacrifìcio di L. 11,000 la grandiosa anfora a f. r. ancora ine-
dita, di cui qualche particolare fu dato da Furtwiingler e
Iieichhold, Griech. Vasenmalerei, pp. 125, 128-129, 132,
mettendola a raffronto col grande cratere ruvestino, ora a Na-
poli, con lo stesso soggetto.

(2) Le rampe stradali sono proprietà della provincia e gli
scavi vi vennero eseguiti previa facoltà accordata dal Prefetto
della provincia.

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