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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 17.1906

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Orsi, Paolo: Gela: scave del 1900-1905
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https://doi.org/10.11588/diglit.12731#0231

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449

GELA

450

Sep. 9 (4). Vasta area di ustrino di m. 3,00 X 1,40,
alla prof, di m. 2,50; qui si ebbe la fortuna di rin-
venire l'ossuario che racchiudeva gli avanzi della cre-
mazione. In fatto in un angolo della grande fossa gia-
ceva spezzato un grande cratere nero a colonnette, a.
cm. 45 diam. bocca cm. 36. Esso serviva da cu-
stodia e conteneva un vaso di bronzo ridotto in pezzi
e pieno di ossa cremate, in mezzo alle quali si rac-
colse una sottile lamina di rame sbalzata. Sottoposto
ad un paziente restauro dalle alcune centinaia di fram-

Fig. 319.

menti cui era ridotto il corpo laminato, si ricavò il
superbo secchio riprodotto alla fig. 321. Esso ha forma
ovolare o meglio di cuore con piccolo piede circolare
sgusciato ed a cordoni granulati ; il recipiente proprio
è in robusta lamina tirata a martello senza tracce vi-
sibili di combaciature ; le guarniture sono invece tutte
in fusione. Tale la robusta ghiera che forma il labbro
decorato di elegante kymation, alla quale attaccano
due robuste anse fìsse ed una maniglia mobile. Quelle
impostano la estremità inferiore sulle spalle, sono tri-
costolate coi margini e la carena centrale periate, e
finiscono inferiormente in una palmetta ionica da cui
spiccano due serpentelli ; all'estremità superiore muo-
iono in una doppia voluta con occhio, dentro cui sono
innestati i capi ricurvi della maniglia, desinenti in
Monumenti Antichi — Voi. XVII.

un bottone di loto, chiuso, mentre la verga è cerchiata
di tre anelli costolati e munita al vertice di un occhio.
Serviva di coperchio al vaso un disco in lamina con-
vesso, con anello di sostegno, sul quale è saldata una
rozza figurina di cane lupetto accosciato, con catenella
al collo. Il recipiente misura in alt. cm. 34, compresa
la maniglia verticale cm. 49 V2, ed ha sulle spalle
una largh. massima di cm. 24.

La corretta semplicità della forma, la sobria, quasi
severa, eleganza della decorazione, la presenza del ca-
gnolino, simbolico custode del contenuto, fosso esso
un liquido prelibato 0 poi la spoglia di un caro estinto,

Fig. 320.

fanno di questo secchio uno dei più belli e rari bronzi
che sieno usciti dalle necropoli siceliote, cotanto po-
vere di oggetti metallici. Lo studio della necropoli
circostante ci permette di portare il sepolcro, senza
tema di errare, nel primo quarto del V sec, alla quale
età circa va pur riferito il bronzo, calcolando anche
che esso sia stato prima per qualche anno, forse per
qualche lustro, custodito come oggetto prezioso nella
casa del defunto.

E tutt'altro che numerosa la categoria dei vasi
consimili per forma, stile ed età. Anzitutto il secchio
di Gela, sebbene più antico e più sobrio nella deco-
razione va comparato colla situla di S. Ginesio, ora a
Karlsruhe, opera calcidese a torto riferita al 500 circa,
mentre bisogna abbassarne di alquanti lustri l'età;

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