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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 17.1906

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Orsi, Paolo: Gela: scave del 1900-1905
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https://doi.org/10.11588/diglit.12731#0267

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521

GELA

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vicina città, povera di pietra, come ad esempio di
Caniarina. Malgrado la bontà del processo di confe-
zione e di cottura, i sarcofagi si trovano quasi sempre
ridotti in pezzi, nè mai una volta ne rinvenni o ne
vidi uno intatto; 24 secoli di umidità e di agenti
sotterranei non potevano operare altrimenti. Tanto è
vero che persino i sarcofagi di pietra spugnosa (giug-
giolena) rinvengonsi non di rado rotti o criniti così
per 1' umidità, come per la spinta e la pressione delle

Fio. 303.

terre pregne di acqua. Che poi i bauli subissero tal-
volta già in antico lesioni o criniture nel trasporto o
nella definitiva installazione si desume dalla presenza
di impiombature a grappe, che parecchi di essi pre-
sentano, per lo più nel coperchio (saggio a tìg. 364).
Il che denota come essi fossero tenuti in molto conto,
atteso il loro notevole costo, e come non tanto facil-
mente venissero dichiarati inservibili e scartati.

Per accogliere i sarcofagi si apriva sempre una
profonda e capacissima fossa rettangolare nelle arene
vergini (prof, da m. 2 '/2 a 4), nella quale la cassa
non veniva già calata verticalmente mediante argani

e carrucole, ma invece mediante un piano di slitta-
mento aperto in corrispondenza ad una delle testate.
Di questi piani inclinati ho riconosciuto durante gli
scavi molteplici esempi, od era sempre evidente il
taglio nel terreno sodo e vergine. Un processo ana-
logo venne praticato anche per i colossali sarcofagi
sidoniati (').

Ma ciò che sopratutto interessa l'archeologo, oltre
della forma, è la decorazione, la quale è duplice,
plastica e cromica, anzi nei più dei casi combinata
l'ima coll'altra.

La decorazione plastica si applicava all'esterno ed
all'interno; più accurata questa, siccome meglio pro-

Fio. 3G4.

tetta e tutelata dal coperchio ; la esterna consisteva
in scorniciature in alto, in imo zoccolo in basso, in
un unico caso (fig. 257) in riquadrature nei prospetti.
L'interna era per lo più a rilievo basso, ottenuta me-
diante un cilindro a rullo, che si faceva scorrere lungo la
fascia superiore, col motivo dell'antemio a palmetto
e fiori di loto alternati (fig. 365) ; oppure era una de-
corazione architetturale più sviluppata, con colonne
ioniche agli angoli, per modo che all' interno il sar-
cofago assumeva la forma di una vera edicola per il
morto o di baldacchino per la funebre nQÓi>eaig.

La decorazione cromica importava la dipintura del-
l'interno della cassa in rosso, colore evidentemente fu-
nebre e catactonio (2) talvolta con parco impiego del-

(') Jahrbucu d. arch. Institutes, 1894, p. 212.

(a) Per i sarcofagi ili pietra e di legno dipinti in rosso
veggasi Von Duini, Rocm. MittheiL, 1887, p. 250, nota 1 ; Pel-
legrini, Monumenti Antichi dei Lincei, voi. XIII, p. 80, nota 1.
Tra le centinaia di sarcofagi monoliti di Megara Hyb. ram-
 
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