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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 17.1906

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Orsi, Paolo: Gela: scave del 1900-1905
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https://doi.org/10.11588/diglit.12731#0270

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527 gela 528

La regione gelese povera di pietra e di legname della Magna Grecia, ed anche della Grecia, perchè io

non offriva a modico prezzo nò i grandi monoliti in- sia in grado di dire, se alcun che di simile esse ci

cavati, che si contano a centinaja nelle necrop. di abbiano dato.

Siracusa e di Megara Hyb., nè le dure roccie alilo- In Italia invece l'Etruria coi suoi magnifici sarco-
ranti a conveniente profondità per aprirvi delle fosse l'agi a coperchio antropoide in creta cotta ed in pietra
resistenti, nè infine abbondante legname per foggiarne tenera, ravvivati da smagliante decorazione cromica,
solide casse mortuarie. Di qui la moda dei cassoni ci offre dei monumenti funerari che giustamente sono
fìttili per le persone più agiate, mentre l'umile volgo stati ricondotti, sopratutto nei rispetti della decora-
si accontentava dei modesti <xoqo( di tegole. Nessun zione, alla Grecia Asiatica, all'Ionia ('). Vero è che
centro dell'antica Sicilia-ha dato tanti cassoni fittili gli esemplari gelesi sono ben lontani dallo sfarzo
quanti Gela; scarsissimi nella necropoli arcaica, essi tutto orientale di quelli etruschi, e nella loro austera
divengono quasi normali in quella di bella epoca a semplicità e correttezza meglio convengono al gusto
C. Soprano, dove si contano a centinaja, surrogando greco dominante attorno il cinquecento ; vero è ancora
quelli monoliti. All'infuori di Gela io non conosco che nei gelesi manca per intero la decorazione figu-
esemplari corrispondenti che a Camarina nella necro- rale dei coperchi, che negli etruschi ebbe una parte
poli di Passo Marinaro ed in quella Pace del pieno così preminente ; malgrado tutto ciò noi abbiamo altre
sec. V('); le forme del bacino come delle coperture ragioni per non escludere in Gela una influenza qual-
sono eguali allo gelesi, ma le proporzioni alquanto siasi dell'Oriente greco.

più modeste, la mancanza di sagomature all'esterno A Creta già in tempi molto remoti si foggiavano
come di una decorazione qualsiasi all'interno lasciano delle arche od urne dipinte, dapprima credute sem-
i bauli camariuesi molto addietro ai gelesi. Se l'am- plici ossuari, ma che le recenti scoperte, meglio stu-
dente geologico delle due città era presso a poco lo diate in tutti i loro particolari, hanno portato a rico-
stesso, la potenzialità economica di Camarina nel noscere siccome destinate a raccogliere cadaveri ripie-
sec. V risulta inferiore a quella di Gela; di qui la gati (2). Siamo, è vero, in un'epoca ed in mezzo ad
inferiorità artistica dei bauli camarinesi, che egual- una civiltà discosta di alcuni secoli dalla gelese del
monto si possono ritenere importati, come anche imi- quattrocento, ma non è da lasciare inosservato questo
tati sul posto o da fornaciai gelesi trapiantati, o uso di piccole arche fittili decorate, in voga presso
da camarinesi che avevano appreso nello officine di i lontani proavi dei primi coloni gelesi, che dalla
Gela. madre patria tanti altri aviti costumi e tradizioni
Dopo Gela e Camarina ricordo esemplari sporadici artistiche seco recarono nella nuova sede. Solo allora
di Agrigento, Centuripa, Grammichele e Selinunte (2), che anche le necropoli cretesi del VII e VI sec. sa-
i quali e per la decorazione e per la cronologia si ranno esplorate, sarà dato affermare in quale misura
differenziano sostanzialmente dai nostri, onde non è il le Xàovaxtg miceneo-cretesi abbiano influito sulle formo
caso di citarli in discussione. Quanto al resto sono sviluppate dei sarcofagi gelesi.
troppo sconosciute ancora scientificamente le necropoli Ma Gela ha molteplici contatti oltre che collo
_ isole anche colla costa asiatica; e per l'origine asia-

(') Orsi, Camarina, campagna 1890, col. 49; idem, Ga- _

marina, scavi 1899 e 1903, col. 185.

(s) Da Girgenti e da Centuripa due sarcofagi con decora- (i) Durm, Die Baukunst der Etrusker uni Roerncr, 3a ed.,

zione dorica a motope e triglifi, inediti, non mi sembrano ante- p 146 c segg. ; Savignoni, Di un nuovo sarcof. della necrop.

riori al sec. IV; nè a maggiore antichità può affatto presumere di Cere (Jl/onum. Lincei, VII), dove luminosamente si dimo-

il modesto esemplare grammiclielese (Orsi, Città greca a Ter- stra l'origine ionio-asiatica di codesti sarcofagi etruschi; Alt-

ravecchia presso Grammichele, col. 11 = Notizie scavi 1891, mann, Architechtur und Ornamentile der antiken Sarcophagc

p. 357). Uno liscio arcaico di Selinunte e dato in piccolo (Berlin, 1902), p. 19.

schizzo dal Cavallari (Bull. Commiss. Antichità Sicilia, 1872, (2) Lasciando da parte gli studi miei e del Joubin, anti-

n. V, p. 15); però, sempre rimpiangendo che l'enorme mate- quali, il fatto 6 ora stato comprovato dal Savignoni, Scavi e

riale ed il diario dei vasti scavi di quella necropoli rimangano scoperte nella necropoli di Phaestos, Roma, 1905 {Monum.

tuttavia inediti, non saprei dire, se altri sieno stati colà tro- Lincei, voi. XIV), p. 153 e segg., e particolarmente dall'Evans,

vati. The prehisLoric tombs of Knossos, I and II, pp. 10, 79 e segg.
 
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