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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 17.1906

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Orsi, Paolo: Gela: scave del 1900-1905
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https://doi.org/10.11588/diglit.12731#0271

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GELA

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tica dei bauli panni decisiva la presenza dei grandi
cassoni fittili a Samoa, con coperchi piatti e care-
nati, e con tracce di colore in uno; ma più elio mai
va ricordato l'esemplare marmoreo del VI sec. della
stessa necropoli ('), colle sue dieci colonnine doriche
all'esterno, mentre il coperchio ad acroterì è contor-
nato di rigide foglie doriche, di cui anche a Gela
sono una reminiscenza i quasi ovoli della fascia in-
terna. Informato a questa decorazione ionio-asiatica è
del paro il sarcofago ligneo di Panticapaeum, quasi
contemporaneo al precedente A Gela i timpani
del coperchio sono, come nell'esemplare di Samos, in
gran prevalenza triangolari col vertice smussato, ma
non manca qualche raro esemplare ad arco appena
ogivale (xslaìvij), certamente assai meno accentuato
che non sia nel sarcofago licio di Sidone, che con
tutta l'architettura funebre licia si svolge sotto l'in-
fluenza greco-asiatica.

Ma la più alta espressione di quest'arte funeraria
tutta orientale noi l'abbiamo nei famosi sarcofagi di
Clazomone, sui quali si è formata una letteratura (3);
sono ancor essi delle grandi casse fittili, che attesa
la decorazione figurale a colori sempre interna paro
fossero destinati ad essere esposti verticalmente od in
piedi (■*). I sistemi decorativi dei clazomenii e dei
golesi sono essenzialmente diversi; è invece eguale il
concotto informatore ed identici alcuni particolari del
fregio, dipinti negli uni, impressi negli altri ; ovoli e
riquadri, palmette, loto(Kjellberg, op. cit. pp. 154-155),
di più modinature plastiche nell'uno e nell'altro grup-
po. Eguale nei due gruppi la forma e comune proba-
bilmente la origine, tanto dogli ionici che dei gelesi,
dall'arte micenea (Joubin, p. 16). Se non che il deco-
ratore ionio si spinge arditamente colla sua tavolozza
nel campo dei mostri fantastici e dell'epopea, mentre
il fornaciajo gelese si arrosta al processo meccanico
dello stampo, ai motivi floreali ed architettonici ; il
primo procede sulle orme della pittura vascolare e
del disegno tessile dei secoli VII e VI, il secondo

(') Boehlau, op. cit, p. 16; Wiegand, Athen.-Miltheil.,
1000, p. 209.

(2) Hamdy-Bey et Th. Reinach, Nécropole de Sindon,y>. 249.

(") Joubin, De sarcophagis clazomeniìs (Paris, 1901);
Altmann, Antike Sarcophage, p. 11 e segjr.; Murray, op. cit;
Kjellberg, Klazomenische Sarcophage (in Jahrbuch, 1901, p. 151
e segg.).

(4) Meurer, Jarhbuch, 1902, p. CG e segg.
Monumenti Antichi — Vol. XVII.

adatta la sua tecnica arcaica al gusto del quattrocento,
ma è strano non sappia o non voglia trattare la figura
umana ed animalo, come avevan fatto con successo i
suoi predecessori. Lo sfarzo ed il lusso orientale della
ricca Clazomene è ben diverso dal modesto ambiente
gelese, i cui artefici impiegano il colore solo negli
sfondi, senza essere in grado di applicarlo alla figura
umana ed animale.

Dopo queste premesse nessuno vorrà negare un punto
comune di partenza a codeste duo industrie, pur così
diverse per tecnica e per contenuto ('). Da Creta
trassero i Gelesi la tecnica antichissima del rilievo
a stampo, ma non seppero o non vollero evolverla in
quella pittorica. Però anche per essi il sarcofago è
concepito come la dimora del morto, dimora sotter-
ranea, donde la trasposizione della decorazione od al-
meno della parte migliore e più delicata di essa dal-
l'esterno all'interno; ciò è anche dovuto alla impos-
sibilità di scavare in Gela dello camero funebri, dove
i sarcofagi venissero non interrati ma esposti alla vista
del pio visitatore. I più sviluppati di essi assume-
vano, come negli asiatici, la forma e l'aspetto di un
vero heroon o tempietto coi relativi elementi trasposti
nell'interno.

Se le necessità locali imposero ai Gelesi il sar-
cofago fittile, essi trassero dalle loro antiche tradi-
zioni artistiche la maniera di decorarlo, mentre, svi-
luppando un modello nato nella loro madre patria,
quello dell'urna funebre, lo amplilìcarono e lo ador-
narono secondo concetti in voga nell' Ionia. Se i rap-
porti con tale regione fossero immediati o mediati non
abbiamo ancor modo di stabilire ; di essi tacciono le
fonti storiche, così lacunose per tutte le vicende più
antiche di Gela, ma parlano invece eloquentemente i
prodotti dell'industria ceramica arcaica, nel cui esame
replicate volte noi siamo stati condotti non solo verso
Rodi e Greta, ma altresì verso le coste asiatiche.

Dopo aver detto dei sarcofagi fittili, tutto il rosto
merita appena poche parole. I sepolcri a cappuccina
sono ormai in grande diminuzione, perchè anche le
persone di modesta condizione preferiscono il baule

(') Già nel 1892 il Poterseli (Roem. Mittheil., 1892, p. 185,
nota 2), paragonava i frammenti di sarcofagi gelesi con quelli
di Clazomene, ed io sono certo che la sua convinzione sarà
ora rafforzata davanti ai magnifici esemplari completi che per
la prima volta da me si divulgano.

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