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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 17.1906

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Orsi, Paolo: Gela: scave del 1900-1905
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https://doi.org/10.11588/diglit.12731#0275

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537

GELA

538

PARTE QUARTA
SOAVI VA RI I .

i.

Esplorazioni nei predii Bresines e Uoccobenc

(Maggio 1901 e 1902).

La collina occupata dalla villa del sig. Francesco
Bresmes, deliziosa per aria e per vista, e posta un
300 m. a ponente del predio Jozza, dicevasi contenesse
pure sepolcri. Difatto negli angoli del vasto caseggiato
veggonsi messi in opera grossi massi squadrati antichi,
provenienti, a quanto paro, da una cella ipogeica, tro-
vata costruendo la casa ; di altre poche tombe di tegole
rinvenute sporadicamente ebbi notizia dai contadini.
Perciò nel maggio 1901 vi feci lavorare per parecchi
giorni una grossa squadra di operai, ma i risultati
furono completamente negativi.

Il predio Roccobene si stende invoce su di un piano
a mezzogiorno della rotabile di Licata, di fronte al
gruppo Romano-Lo Bartolo. Quivi pure feci lavorare
molti giorni nel maggio 1902, non riscontrando altro
che detriti di cretami da fabbrica (tegole e coppi),
grossi massi sporadici, e qualche muricciolo di povera
fabbrica. Colle fosse arrivai talvolta sino alla rilevante
profondità di m. 3, rinvenendo pezzi lavorati in rustico.
Quella contrada, occupata sino a pochi lustri addietro
da piccole dune sabbiose, poi livellate dalle colture,
presenta alla superfìcie un suolo vergine, od è quello
sabbioso adagiatovi dai venti durante il secolare ab-
bandono medievale. Il piano antico era parecchio più
basso dell'attuale, ma esso non conteneva affatto se-
polcri. Ciò conferma quanto io ho più volte affermato,
che cioè a mezzogiorno della ruotabile di Licata non
non si trovano sepolcri, ma soltanto caso agresti di bassa
età; mentre i sepolcri occupano la parte più elevata
della collina di Capo Soprano, a settentrione dello
stradone.

II.

Tesoretto di monete e gioielli nel predio Moscato.

(Anno 1888).

Nella mia Camarilla (Mon. Ani. Lincei, IX,
p. 278) io pubblicai un ricco corredo di gioielli aurei,
che, per erronee indicazioni avute, attribuii a Camarilla,
mentre in realtà essi provenivano da Gela, e lo as-
segnai alla fine del sec. V. Ora è mio debito ripub-
blicare quel gruppo, che altri aveva in qualche modo
descritto ('), aggiungendo talune indicazioni topogra-
fiche e circostanze della scoperta, che meglio valgono
a darne la cronologia approssimativa (riproduzione a
fig. 371).

Lo scopritore del tesoretto, il sig. Nic. Moscato,
mi raccontò che si era imbattuto in esso, facendo uno
scavo agricolo nel suo podere a Capo Soprano, lungo lo
stradale di Licata,quasi di fronte alla proprietà Salerno;
messi allo scoperto i ruderi di una casetta, in un
angolo di essa sotto una pietra giaceva un rustico
vasetto che conteneva monete e gioielli ; vicino, presso
il muro, venne anche trovato uno -scheletro umano,
forse del proprietario, ucciso nelle vicende di quel
saccheggio, che diede luogo al nascondimento.

Non descrivo da capo i gioielli bastandone la ima-
gine, ma invece produco il catalogo delle monete, che
per noi hanno una importanza cronologica e che io
esaminai in numero di 74. Vidi la punica di elettro
(T. di Cerere — cavallo), ma non l'altra d'oro, venduta,
descritta in Notizie 1888, p. 201, di Siracusa: T. di
Apollo — tripode, la cui coniazione vicn posta al pe-
riodo della democrazia (345-317),

(') Rizza Gloriato in Notizie scavi 1888, p. 200; Rosario
Salvo di Pietragranzilli, La Sicilia illustrala nelle sue grandi
epoche, I, pp. 20-28, con facsimile.
 
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