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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 17.1906

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Orsi, Paolo: Gela: scave del 1900-1905
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https://doi.org/10.11588/diglit.12731#0285

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557

GELA

558

N) Per ultimo a m. 43,40 a levante della colonna
apparve una fossa larga m. 1,50, scavata nel vivo fra
duo guance di diversa altezza. In questa trincea si
rinvennero a molta profondità : un grande frammento
di tegola marmorea, spettante forse alla copertura del
tempio (') ; una patera ombelicata in bronzo, delle
consuete nei temenoi dei sacri hiera ; rottami fìttili
diversi greci. Era qui innestato il muro corto di le-
vante della cella? Tutto è incerto ed oscuro.

Iu conclusione lo stato miserando in cui la adegua
dei moderni Terranovesi ridusse il tempio, ci sottrae
ogni elemento sicuro per stabilirne la forma e le di-
mensioni; dobbiamo solo tenerci paghi, dal tipo del
capitello e dal modulo della colonna, a riconoscere col
Koldewey e col Puchstein (op. cit.) che esso apparteneva
allo stile dorico sviluppato, e « che da questo edifìcio
« non sono da attendere reminiscenze di sorta dell'an-
« tica tectonica dei Geloi, quale essa ci si afferma
« nel loro tesoro di Olimpia ».

Rimane del paro sconosciuta la divinità cui il tem-
pio era consecrato. Un colosso di bronzo di Apollo, esi-
stente fuori della città, fu nel 405 preso dai Cartaginesi
e portato via; ma Diodoro (XIII, 108) parla di una
statua e non di un tempio; èxóvieov óè twv rehpwv
sxvòg tì]g TtoXéw; 'AnóXlcovog àvdiQccvicc y_uXypvv
atfódqa fiéyav. Il tempio attuale se non era dentro
la città, come io credo, era a pochissimi passi dalle
mura. E se i Cartaginesi avessero raggiunta, e como-
damente occupata la posizione del Molino a vento,
avendo tutto l'agio di togliervi, indisturbati, il colosso
di bronzo, essi sarebbero stati anche padroni della
città.

Il colosso di bronzo doveva pertanto sorgere, forse
isolato, in altro sito più lontano. In tal caso il nostro
tempio dovette essere sacro ad altra divinità, forse a De-
meter e Cora, il cui culto, in Gela, è attestato così dalle
fonti letterarie (Herod. VII, 153), come dalle monete (2).
L'opinione di qualche erudito locale che il tempio

(') Molti templi greci erano coperti di tegole marmoree;
ricordo solo l'Olympieion di Olimpia, forse il piccolo tempio
di Atena a Camarina, l'Heraeum di Crotone.

(*) Sembra corroborare questa ipotesi il fatto che sempre
si sono trovate numerose figurine fittili muliebri col porcellino
nelle campagne circostanti al tempio, e sopra tutto dal lato di
settentrione.

fosse dedicato a Zeus Atabirios non ha verun serio fon-
damento (').

II.

L'Heroon di Antifemo (2).

(Giugno 1900).

La sua esistenza non è provata con documenti to-
pografici o monumentali, ma solo induttivamente e
por via indiretta dalla scoperta di un prezioso coccio
scritto. Qui io mi limito a riassumere nel modo il più
breve quanto io ho già pubblicato nella nota citata
a piede.

Nel 1900 io avevo esaminato presso il sig. Vinc.
Bresmes una partita di rottami fìttili tutti di arte
finissima, rinvenuti insieme ad altri del paro prege-
voli, ma disgraziatamente dispersi dai contadini, in
un suo poderetto esistente sotto la spianata del Calvario
e la torre arragonese, che forma l'angolo SE della cinta
medievale di Terranova. Erano quasi tutti frammenti di
vasi attici neri e rossi delle migliori epoche e di stile
finissimo, la cui presenza faceva supporre che lo scarico
da cui derivavano si riferisse ad un luogo di culto in-
signe, il quale io volli definire siccome l'heroon di
Antifemo dal titolo dedicatorio di un piede di kylix.
E per meglio chiarire la cosa, eseguii scavi nel po-
dere Bresmes, conducendoli a grande profondità e con
tanta estensione, quanta mi venne consentita da una
vigna colà esistente; ma essi non diedero i deside-
rati risultati. Si trovarono bensì dei cocci siculi, e
cocci greci insignificanti, ma nessuna traccia di ru-
deri. Possono però avere un certo significato taluni
frammenti di coppi architettonici dipinti, e di tegole,
i quali potrebbero far credere che lo scarico si rife-
risse ad un piccolo edificio non in muratura, ma in

(') Al momento in cui correggo queste bozze (novembre
1906) si attende a scavare le fondamenta di un tempio molto
più arcaico, apparso a breve distanza dalla colonna superstite,
verso la città, cioè ad occidente. Bagli abbondanti rottami di
terrecotte architettoniche lo attribuisco al scc. VII; esso venne
distrutto dagli antichi stessi, per dare libero prospetto al tempio
nuovo del sec. V.

(•) Orsi, L'Heroon d* Antifemo (?) in Notizie d. scavi 1900.
pp. 272-277.
 
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