Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Hinweis: Ihre bisherige Sitzung ist abgelaufen. Sie arbeiten in einer neuen Sitzung weiter.
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 17.1906

DOI Artikel:
Orsi, Paolo: Gela: scave del 1900-1905
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.12731#0305

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
597

GELA

598

sin qui in Sicilia soltanto dalla necropoli del Fusco ('),
e la cui fabbrica non è ancora stata definita ; la ver-
nice è sempre bruna o rosso fuoco, a seconda del grado
di cottura, e lo stile ancora puramente lineare. Data
la qualità della creta, io penso che essi sieno impor-
tati ; ma attesa l'esiguità dei motivi superstiti torna
ben difficile stabilirne più da vicino il centro di fab-
bricazione. Anche il frammentino fig. 405 in creta
bigia sporca con due spinapesce è troppo esiguo per
poterlo assegnare ad una data officina.

Fio. 405.

d) Ceramica insulare ed ionica zoomorfa. Adot-
tando e mantenendo questa denominazione, io non in-
tendo sia pregiudicata la questione sull'origine di queste
ceramiche, a proposito delle quali feci già delle osser-
vazioni riguardanti gli esemplari del Borgo (p. 246).
Se Rodi ebbe certamente proprie fabbriche, non è che
esse sieno improntate ad uno stile specificamente lo-
cale, ma esse rappresentano piuttosto la provincia di
un più ampio dominio stilistico, che dovrebbesi dire
dell'Asia Minore (2) almeno nella sua fase puramente
o prevalentemente geometrica. Del resto sono pochi i
campioni di questo genere scoperti a Bitalemi, od assai

(') Orsi, Notizie 1893, pp. 451, 477; 1895, pp. 135 e 130,
159-161, 170; 1897, p. 472.

(2) Sclnnidt, Sammlung trojanischer Alterthumer, p. 186
e segg. ; DOrpfeld, Troja-Ilion., p. 310.

meno copiosi di quanto era lecito attendere da un de-
posito originato nel sec. VII e continuato nel VI.
D'altronde convien riconoscere, che vi è ancora molta
incertezza nell'assegnare determinati pezzi a questa o
quella fabbrica insulare e che nella monotonia dello
stile e nella comunanza di forme ornamentali non è
sempre prudente dare un valore decisivo alla qualità
della creta per definire la fabbrica.

Mi lascia p. e. molto perplesso la fiaschetta schiac-
chiata (Pilgerflasche) a. mm. 93 che qui riproduco
(fig. 406), in creta roseo bigia, decorata a rosso fuoco
da ambo le parti di due soggetti a tutta prima inaf-
ferrabili e veri indovinelli. Ma chi attentamente
guardi, ravviserà da un lato non un semplice circolo
decorativo, ma un enorme scudo circolare con croce
gigliata che copre il corpo di un guerriero, di cui
spuntano in alto la testa e la lancia, in basso i piedi.
Lo stesso indovinello nella faccia opposta; uno scudo
(con fiori di loto e due delfini) da cui escono testa,
piedi e lancia del guerriero. La decorazione è rosso-
corallina ed in parte graffita; il disegno infantile è
stentato.

Il vaso è per me assolutamente nuovo, così ri-
guardo alla forma, che lo rassomiglia alle ampolle di
S. Menas di circa undici secoli più tardo, come per
la strana decorazione; vengono bensì attribuite a
Creta delle fiaschette (Pfuhl, op. cit, Beilage XIX,
8, 11) la cui forma è alquanto diversa, e totalmente
la decorazione; lo stesso dicasi per i congeneri vasi
di Cipro (') ; Megara Hybl. mi hato nel sep. 848
(inedito) una forma consimile, ma grezza ed acroma.
Il nostro vasetto era certo un balsamario, come i
bombylioi anulari corinzii che esso sembra precorrere ;
ma nello stato attuale delle ricerche mi sembra pre-
maturo ogni tentativo per fissarne la fabbrica, per
quanto la forma alluda decisamente all'Oriente (Egitto,
Cipro, Creta).

Invece non può cader dubbio sull'origine insulare
(Rodi) di cinque frammenti di vasi, da ricondursi

(') Ohnefalsch-Richter, Kypros, tav. 21G, 21-25; Pottier,
Louvre, tav. IX, A, 167; Myres e 0. Richter, Cyprus Museum
tav. IV, 973. Invece esemplari lenticolari, in tutto simili al
nostro, ma in lamina di bronzo, si hanno nell'Etruria meri-
dionale e nel Lazio, e non sono certo etruschi (Pinza, Monu-
menti di Roma primitiva e del Lazio antico, pp. 542 e 687;
Mon. Lincei, XV).
 
Annotationen