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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 17.1906

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Orsi, Paolo: Gela: scave del 1900-1905
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https://doi.org/10.11588/diglit.12731#0366
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719

gela

720

Vetro e Porcellana.

Di puro vetro si ebbe il bottone terminalo di
mia anforetta ed un bastoncino tortile spezzato (fig. 551)
di uso ignoto. Di porcellana invetriata invece due
preziosi oggettini miracolosamente sfuggiti alla decom-

Fig. 551.

posizione, e che dimostrano commerci indiretti di
Gela ancbe coli'Egitto. La prima è una minuscola
oenocboe a. min, 67 (fig. 552) ad invetriatura pal-

Pig. 552.

lida e cordoni gialli, sul prospetto della quale è trac-
ciata a contorno con una materia nera resistente (una
specie di fiiXav — « atramentum ») una testa di
guorrioro coperta di elmo, e nell'opposto lato una
croce con traverse alla estremità. Di codesta singo-
larissima tecnica, di disegnare sulla superficie vitrea,
è questo il primo caso che si conosca.

L'altra è una figurina priva di piedi a. mm. 52
(fig. 553), con tracce di invetriatura verdastra, la
quale rappresenta un suonatore di doppio flauto, con
naso ed occhi bulbosi. Un esemplare identico, tanto
che direi uscito dalla stessa forma, assieme ad un
altro molto consimile, fu scoperto nel santuario di
Apollo in Naukratis (Flinders Petrie, Naukratis, I
(1884-85), tav. II, 13, pp. 36-37). Ma poiché a Nau-
kratis si è anche riconosciuta l'officina di codeste por-
cellane invetriate, e d'altro canto si potè stabilire
(op. cit., p. 38) che molti degli scarabei delle tombe
di Rodi sono appunto di fabbrica naucratina, dobbiamo

Fig. 553.

riconoscere in questo modesto oggetto un prodotto
industriale di quella fiorente colonia di Mileto, per-
venuto in Sicilia per il tramite del commercio rodio.

Metallo.

Scarsa la suppellettile metallica e se ne com-
prende la ragione; non ad un povero santuario cam-
pestre si offrivano opere d'arte cospicue per materia
e lavoro; ed anche gli oggetti di mole e pregio in-
feriore, ornamenti personali e corredi offerti alla di-
vinità orano riposti in case e messi al sicuro nei mo-
menti di pericoli, e non ributtati nelle fosse sacrali
di rifiuto, come avveniva per le terrecotte ogni qual-
volta queste ingombrassero l'area del santuario. È poi-
ciò che di opere metalliche così in fusione come a
martello, di xoqsvuaia e di G<pvQ)jlu%a, nulla ci è
pervenuto.
 
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