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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 17.1906

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Orsi, Paolo: Gela: scave del 1900-1905
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https://doi.org/10.11588/diglit.12731#0368
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GELA

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nei giorni successivi, ripetendosi le scoperte, fu accer-
tato che trattavasi di lame antiche, sincrone al resto
del materiale ceramico col quale trovansi mescolate, per
lo più a grande profondità. P. es. il giorno 19 aprile,
a fianco di un grande niOog deposto a m. 4,50 si rac-
colsero cinque di codesti coltelli, od altri quattro il 24
alla prof, di m. 4, e così via nei giorni seguenti, senza
che venisse constatata per tali stromenti una collo-
cazione speciale.

dvaCm) consumati nell'area del santuario, e che tal-
volta erano Ovotai nm^ioi, cioè feste nazionali e
dello Stato. All'opera di uccisione e squartamento
delle vittime attendevano gli stessi uqottoioì coi loro
accoliti, alcuni dei quali avevano le qualità e l'abi-
lità di un vero fidysiqog o macellaio.

Quanto alla forma nessuno dei nostri coltelli pre-
senta quella dritta dello %upo;, ma tutti hanno l'an-
damento ricurvo od a fiamma della ^«/a/^a, la quale

Fio. 555.

Fra intere e rotte le lame sommano a due doz- ci è data da pochi esemplari pervenutici e più dalle
zine, i cui tipi principali io presento nella serie data rappresentanze vascolari ; e però ad essi ben si
alla tav. LIV. Quelle complete variano nelle dimen- conviene il nome di /laxcàQiov o /iax»igiàiov, e pre-
sioni da inni. 120 a 300, sono per lo più a taglio cisamente di /i. dvxixóv o sacrificale ('). Che essi
leggermente convesso-concavo ed a punta ottusa; al- venissero adibiti ai sacrifici lo dicono talune figura-
cune molto strette (mm. 19), altre molto larghe zioni, p. es. una tazza del Louvre (Daremberg et Sa-
(mm. 45); nissuna termina a codolo, ma il finimento glio, Dictionnaire, fig. 2115), dove allo scannamento
inferiore rettangolare presenta uno, due e fin quattro di un maiale presso un'ara viene impiegato un col-
chiodelli, che fissavano le liste di rivestimento in legno tello molto simile ai nostri, col suo manico di legno
od osso, di cui sono rimaste le impronte ed anche o di osso. Coltelli a fiamma furono raccolti nei se-
qualche residuo. Nell'esemplare maggiore la lama polcri del Dipylon (Alhen. Mitili, 1888, p. 298), ed
presenta altresì tracce di un grosso tessuto che la a lama un po' ricurva nei therei (Dragendorff, op. cit,
rivestiva o ne formava la guaina. Di forma eccezio- p. 304). È una forma derivata dall'età del bronzo, e
naie un solo pezzo rettangolare, che ha l'aspetto di conservata per lunghi secoli sino nel V e forse anche
un raschiatojo piuttosto che di un coltello. In altro più in giù.
esemplare il manico era ancora rivestito di un listello
di osso. Per quanto i maggiori esemplari avessero

forma e dimensione di vere daghe, io penso che nes- (1) Sui cultri sacrif1C;lli cfr. Daremberg et Saglio, Diclivn-

SUI10 di essi fosse delle vere armi, ma invece Stro- naire eie. s. v. culter; si consulterà anche, con mollo utile,

,. ,, ... ... . . .., . ,. quanto sulle lame corto ricurvo in ferro scrisse il Brizio in-

menti di culto, adibiti in quei grandi sacrifici di pre- r -un- i • ■ ,. r„„„ ,■ >• Wn„-,„„„

' io t torno ai belli esemplari rinvenuti ne La necropoli di Novilara

ghiera, di ringraziamento e di espiazione [SrjpiOTsXsTg presso Pesaro (in Monum. Lincei, V, 1895), pp. 150-157.
 
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