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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 17.1906

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Orsi, Paolo: Gela: scave del 1900-1905
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https://doi.org/10.11588/diglit.12731#0383

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753

GELA

754

PARTE SETTIMA
A P P END ICE .

I diselli Attili figurati di Gela.

(Tav. LVI).

Parecchie tra lo città greche della Sicilia hanno
dato esemplari sporadici di piccoli diselli fittili, tal-
volta lisci, per lo più decorati in rilievo, e muniti
di uno o due fori di sospensione; ma nissuno in tale
quantità e varietà come Gela. Sono dei modesti mo-
numenti che attesa la piccolezza delle dimensioni e
la povertà della decorazione sono passati sin qui quasi
inosservati anche da parte di quelli studiosi, che alle
terrecotte hanno dedicato ricerche speciali ('). Eppure
essi meritavano un più attento esame, e sopratutto
in Gela, città che ne ha dato in tanta copia e varietà,
da far credere che essi vi avessero una fahbricazione
al tutto speciale. Non è esagerazione lo affermare che
qui essi furono raccolti a centinaja, dispersi poi ovunque
meno che nei musei, e per lo più come balocchi dei
bambini, o perchè lisci, o perchè la modesta figura-
zione parve non li rendesse degni di entrare nello
raccolte antiquarie. Per parte mia ho curato d'intro-
durne nel Museo di Siracusa il maggior numero pos-
sibile, con tutte le varietà dei soggetti che mi capi-
tarono fra mano; è sopra questo materiale copioso,
per quanto monotono, che reputo utile basare un breve
studio, cercando esprimere un giudizio sulla loro de-
stinazione, e sull'età cui rimontano. È necessario an-
cora premettere che se molti esemplari vennero acqui-

(') Tra i vecchi l'Avolio nel suo pregevole scritto : Delle
antiche fatture di argilla in Sicilia (Palermo 1829), p. 140,
parla di " que' pendoli in forma circolare i quali presentano
figure di animali, mascheroni e volti umani in prospettiva n;
eì ne ricordò uno scritto, e sagacemente ne intravvide l'uso.
Dei moderni il Kekule dedicò ad essi appena poche righe e
duo soli no riprodusse (Terracotten aus Sicilien, p. 26); il
Winter invece (Die Typen etc.) se n'è totalmente disinte-
ressato.

Monumenti Antichi — Voi. XVII.

stati presso i villani, un certo numero deriva dai
miei scavi sistematici; ma è mio debito aggiungere
subito che non uno solo fu scoperto dentro i sepolcri
arcaici del Borgo, od in quelli del sec. V a Capo
Soprano, o nemmeno negli strati arcaici di Bitalemi.
Erano tutti pezzi sporadici degli strati superiori a
quelli sepolcrali o sacrali, di carattere e di età ben
definita; questo per la provenienza.

Quanto alla forma essa si può ben definire sic-
come lentoide, cioè a faccio biconvesse, qualche volta
convesso-piane ; eccezionalmente è elittica, con dia-
metri che si aggirano intorno ai mm. 68 a 78.

Negli esemplari gelesi i motivi decorativi non
sono gran fatto variati; io ne do qui la descrizione
raggruppandoli per tipi; nel primo gruppo essi sono
disposti in ordine decrescente della loro frequenza,
cominciando cioè dai più diffusi, passando ai rari, e
ponendo ultimi quelli rarissimi ed unici. Dal punto
di vista tecnico va notato che tutti sono ottenuti ad
impressione, mediante matrici, di cui si ebbe anche
qualche rarissimo esemplare.

I. Tipi muliebri. — a) Maschera di Medusa, paf-
futa e fredda, ma tranquilla piuttosto che triste;
esemplari identici a Girgonti (Rizzo, Forme fittili
agrigentine in Roem. Mittheil., 1897, p. 294).

b) Simile, a gote e mento depressi, con grinze
accentuate attorno la bocca, chioma angusta ed at-
torta; tipo freddo e triste. Avevo dapprima pensato
ad una rappresentanza del Gela coi mustacchi, ma
rinuncio a tale interpretazione essendo la maschera
di tipo decisamente gorgonico, e tutt'altra la figura-
zione della divinità fluviale nel sec. IV-III.

c) Simile, colla chioma trattata diversamente,
cioè anguicrinita in basso; in un esemplare la faccia
inferiore è contornata da dentelli ; di questo tipo si
ebbe anche una matrice. In un altro esemplare è

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