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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 18.1907

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Taramelli, Antonio; Nissardi, Filippo: L' altipiano della Giara di Gesturi in Sardegna: ed i suoi monumenti preistorici
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https://doi.org/10.11588/diglit.9136#0014

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15

L'ALTIPIANO DELLA. GIARA DI GESTURI IN SARDEGNA

Hi

di Nuragus e si spinge, con l'altipiano detto Pranu
de is Cinixius, sino al profondo solco del Riu Mannu
ed alla gola di Nurallao, percorsa dal rio Gurei.
Cosicché la regione che ha per suo centro l'acrocoro
della Giara può essere, come si vede dalla nostra
carta (tav. 1), nel modo seguente delimitata. I con-
fini di oriente sono, nella sezione settentrionale le
bassure paludose dove si spandono le acquo del riu
Fliimini, affluente dell'Amisi, che fluisce al Tirso, e
l'accennato profondo solco di Nurallao, in cui scorrono
verso il rio Flumini le acque del Gurei, limiti che dis-
giungono la Giara dal complesso altipiano dell'Ar-
ridano. Più a sud, ma sempre dal lato orientale, il
limite è dato dal solco serpeggiante e ben profondo
del Riu Mannu, che formato dai molti rivi dell'Ar-
ridano, scende con acque abbondanti verso sud-ovest,
disgiungendo gli estremi gradoni della Giara, in co-
mune di Gesturi o di Nuragus, dell'ondulata regione
di Isili e di Gergei. Al nord è importante notare
come le pendici del contrafforte accennato del S'Antine-
Monte Maiori sono incise dal vallone di Padru, dov'è
Nureci e dove si apre il valico verso Laconi e la Bar-
bagia di Beivi; più ad occaso il corso superiore del
rio Imbessa lambe le estreme propaggini della Giara
e del contrafforte del Giuerru per defluire, come il
Flumini, verso nord nell'Araxisi.

Verso occidente le pendici dell'altipiano vanno
gradatamente a finire al piano percorso dai vari afflu-
enti del Rio Isca, che coi vari nomi di Boattari e
Mannu, mette foce in Rio Mogoro, affluenti che hanno
il percorso dilagante in stagni e pantani, quali il Rio
Congiau, in territorio di Usellus, il R. Madau, presso
Ollastra, formando una serie di solchi che si continua
senza interruzione nel versante sud della Giara. Ivi
i vari torrentacci che scendono dalle pendici dell'al-
tipiano, raggiunta la valle si dispartono verso due
displuvii ad est e ad ovest; quelle verso oriente, vol-
gendo le acque loro al Rio Isca ed al rio di Mogoro,
quali il Riu Figu, che rasenta le falde della Giara
presso Figu e Gonnosnò, Riu Mulinu ed il Sadùri
presso Sini, il Bau Codina, tra Genuri e Setzu, mentre
gli altri più ad oriente, come il Rio Arenada di
Tulli, il Rio lanari o Acqua Sassa, ed il Linnarbus
di Barumini, vanno al Rio Mannu; tutti questi tor-
renti, coi loro percorsi molto accostati e lambenti il
piede dell'altipiano, formano una cintura di acquitrini,

per molti mesi dell'anno poco accessibili e che pre-
senta sempre un limite chiaro ed anche strategico tra
questo distretto della Giara e la regione della Mar-
renila, ricca di grani e, come dimostrano i numerosi
monumenti preistorici, abitata sino dalle più remote
età. Giacché, come vedremo più volte nel corso di
questo lavoro, la regione della Giara è circondata da
altri complessi gruppi orografici, nell'età primitiva
intensamente abitati e nei quali è possibile ravvisare
centri distrettuali o territoriali, non meno decisi e
nettamente marcati di quelli della Giara. Oltre all'al-
tipiano dell'Arridano, con più di 100 nuraghi, ricor-
diamo il nodo di Asuni, tra l'Araxisi e l'Imbessa,
quello di Samugheo, verso il Griglimi forestoso, al
nord, e le selvaggie regioni del M. Trebina e di monte
Arci, antichi vulcani ora spenti, profilanti i loro coni
dirupati, ricchi di filoni di ossidiane, in vista alla
Giara, mentre al sud la regione ondulata dei colli di
Ussaramanna, Lunamatrona, Collinas, tra il Rio di
Mogoro e Rio Manno, separa la Giara dal bassopiano
campidanese.

Le estese pendici della Giara, pure non essendo
tra i più fertili terreni della Sardegna, sono però fra
quelli di discreto reddito ; per quanto i corsi delle
acque siano molto peggio regolati ora di quello che
erano in epoca romana e preromana; per quanto si
soffrano sempre le conseguenze di lungo abbandono e
di deficienti opere collettive, dirette alle grandi mi-
gliorie del suolo, pure estesa assai è la coltivazione
dei cereali e specialmente del grano, a cui si alter-
nano, nelle pendici orientali, frutteti e vigneti; per
la quale feracità si spiega il fatto, non comune in
Sai degna, di un aggruppamento di ben 17 villaggi o
centri abitati, tutti disposti in giro all'altipiano, alcuni
dei quali, come Gesturi, Genoni, Nuragus, Tulli, Ba-
rumini, contano fra i più grossi villaggi dell'isola ed
hanno costruzioni attestanti un passato di agiatezza,
come un relativo benessere presente. Tutti questi centri,
che formano attualmente un nucleo di circa 15 mila
abitanti, abbastanza vistoso, date le condizioni del-
l'isola, non hanno altre risorse che quelle agricole
date dal territorio di cui indicammo i limiti, poiché
al di là di esse cominciano i territori di altri comuni,
perfettamente indipendenti.

Neppure alla superficie dell'altipiano può convenire,
con esattezza, la fama di arido e deserto, poiché se i
 
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