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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 18.1907

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Taramelli, Antonio; Nissardi, Filippo: L' altipiano della Giara di Gesturi in Sardegna: ed i suoi monumenti preistorici
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https://doi.org/10.11588/diglit.9136#0015

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ED I SUOI MONUMENTI PREISTORICI

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venti ora lo battono, non più di quanto battano la
pianura del Campidano, eccellente difesa dovevano fare
in passato le boscaglie di elei, di cui ora non rimangono
che pochi lembi nel versante di Assolo, dove essi, ergen-
dosi coi loro tronchi secolari dal piede della colata
basaltica sino all'orlo del ciglione, fanno un riparo al
vento ed alle frane dell'erta pendice. Quanto al pia-
noro esso serve di pascolo a decine di migliaia di capi
di bestiame, sia di privati che dei Comuni ('), e ben
maggior copia dovette aversi in antico, quando l'alti-
piano fu più intensamente popolato, quando un mag-
giore interessamento da parto degli abitanti rese più
regolare lo scolo delle acque che ora vi ristagnano in
numerose pozzanghere e trovano lento deflusso in canali
ostruiti e sbarrati da chiusi. Anche ora per lunghi
mesi dell'anno, in cappannuccie di frasche, imitanti
nella disposizione della pianta i monumenti nuragici,
vivono centinaia di pastori, evocanti nelle fattezze,
nelle foggio dell'abito e più ancora nel tratto, le rudi
virtù dei loro progenitori, che si svolsero per tramon-
tate generazioni, sull'altipiano, in faccia alla grandio-
sità solenne dell'immenso panorama, dominato da ogni
parte, come da un'acropoli.

Se consideriamo come in un periodo di vita pri-
mitiva le maggiori ricchezze sono quelle date dalle
granaglie e dal bestiame, si comprenderà come le po-
polazioni che possedevano questo distretto avevano
tutto l'interesse a mantenere vigilato l'accesso dell'al-
tipiano, dove stavano gli armenti, dominando i sentieri
che vi salivano e dall'alto accorrere alla difesa delle
valli e delle pendici, dov'erano i coltivi. Vediamo
appunto come le numerose costruzioni nuragiche di cui
si conservano i resti siano collocate in tale posizione
da rispondere allo scopo di vigilare i valichi all'alti-
piano e da sorvegliare tutte le accidentalità della re-
gione e vediamo inoltre come i vari monumenti situati
in un vallone od in una pendice dell'altipiano siano
evidentemente in rapporto con qualcuno di quelli più
eminenti sull'alto dell'altipiano e questi, visibili tra

(') Le numeroso mandre della Giara sono una delle note
più serene e peculiari della regione, dove si svolge l'industria
pastorizia. I soli comuni di Gcsturi o di Cenoni, che posseg-
gono una porzione dell'altipiano, hanno segnato nei loro elenchi
rispettivamente 4000 e 2500 capi di bestiame, sottoposto a
tasso di pascolo, sulla Giara; in questo numero, con una pre-
valenza di pecore sono comprese capre, buoi, cavalli e maiali.

Monumenti Antichi — Voi.. XVIII.

di loro, sono in rapporto con quelli situati nelle po-
sizioni più avanzate, ai guadi, ai confini della regione,
in modo che un segnale, dato dal posto occupato da
uno di questi nuraghi, poteva essere visibile a tutte
le posizioni principali e da queste comunicato alle
posizioni nascoste e dominate,

§ 2. La fronte sette'air'tonale dell'altipiano ;
il monte Giuerri.

Esaminiamo dapprima i monumenti disposti sul
ciglione dell'altipiano, cominciando da quelli del lato di
nord e prendiamo le mosse dal poderoso nuraghe detto
Su Corrazzu (fiig. 4). Esso è collocato all'estremità di
quel lungo e sottile sperone dell'altipiano diretto dal
sud al no:d, che si protende verso Cenoni e che ap-
pare corno un tratto della colata di lava basaltica la
quale, interrotta dalla incavatura di Genoni, doveva
continuare a far da cappello al fronteggiante Monte di
S. Alitine. Su questo sperone, come guardia avanzata,
è il Nuraghe Su Corrazzu. Il nostro rilievo (fìg. 4, 5)
e la fotografìa, presa dalla fronte nord dell'edificio, ne
danno con maggior fedeltà l'idea di quanto faccia il
fantastico schizzo del Padre Centurione (') e consen-
tono una più breve descrizione. E situato a circa 50
m. dall'estremo dell'orlo, ad evitare i possibili sco-
scendimenti della roccia a picco, allo sbocco di due
scale o sentieri, profondamento incisi nella roccia ba-
saltica, detti Scala Corrazzu o Scala Manna all' est e
Scala Pisanu ad ovest, entrambi però salienti lungo
l'erta pendice di Genoni.

Per quanto l'edificio sia molto rovinato, tanto nel
nucleo centrale che nelle parti aggiunte, pure si può
tuttora discernere il cono centrale, ora mozzato, co-
strutto con massi di basalte molto grandi, disposti con
un certo ordine, ma non con stratificazione del tutto
regolare; l'inclinazioDe della parete però è abbastanza
scarsa. Il cono sorge su di un basamento circolare, di
poco più largo della sua base, cosicché la porta, rivolta
ad est-nord- est, risultava con la soglia più alta del
piano di campagna. L'accesso al nuraghe è dato da una
rampa tortuosa, che sale da occidente e raggiunge la

0) op. cit., p. 115, fig. XXXIII.

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