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L'ALTIPIANO DELLA GIARA DI GESTURI IN SARDEGNA

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seppe tanto egregiamente lavorare il bronzo, conoscesse,
oltre all'ardimento delle grandi moli nuragiche, anche
l'arte di lavorare diligentemente le pietre e connetterle
in edifici più regolari, benché inspirati al criterio fonda-
mentale della costruzione rotonda. Che poi questo edi-
ficio della Giara, isolato in postura dominante e buona,
potesse avere un carattere sacro non è improbabile, e
può anzi essere di qualche significazione il fatto che
la località ha il nome di Cresta de S. Maria de
S' Ungroni, da una chiesa ora all'atto scomparsa. A
questa chiesa non possono in alcuna guisa convenire
i resti da noi segnalati ; ma a chi tiene presente la
persistenza del carattere sacro di determinate località,
anche attraverso al succedersi di civiltà diverse, sarà
facile di vedere un indizio che richiami, nella località
dominante e riparata, un culto religioso preromano (]).

5. L'orlo meridionale della Giara.

In prossimità di questo edificio, nel quale possiamo
presumere un sacello, nel tratto da Corona Arrubia
sino a Scala Pomposa, il tavoliere della Giara, tagliato
a picco, non presenta come dicemmo, all'orlo alcun edi-
ficio nuragico, come manca anche a Scala Sparredda,
che si apre ad oriente e dov'è anche, poco sotto al
ciglio, una ricca fonte.

Però le vie che scendono dalla Scala Pomposa e
Sparedda sono vigilate ai piedi della costiera dal
nuraghe Bingias, in territorio di Ollasta Useddus,
in forte postura su un mammellone della pendice, a
vista del nuraghe di s. Lussurgiu; rimangono in mezzo
ai vigneti la base del torrione di blocchi di basalto,
di struttura poligonia, appena sbozzati, con una por-
zione del basamento rettangolare, che serve di so-
stegno dalla parte di valle. Fra i resti del nuraghe
ed attorno ad esso, si raccolsero frammenti di cera-
mica preistorica, scheggie di ossidiana ed una bella
testa di mazza in porfirite, a profonda scanalatura me-
diana, di tipo consueto nelle regioni campidanesi.

(J) Le recenti esplorazioni dell'altipiano detto Sa Giara
di Gergei, ne hanno dato un altro splendido esempio di edificio
circolare, forse un tempio; lo stesso scopo e la stessa forma
hanno i pozzi sacri di Mazzani, presso Villacidm, osservati dal
prof. Lovisato ; quelli di S. Andrea Frius, e forse quelli di Abini,
imperfettamente studiati, o meglio saccheggiati, in periodo a
noi vicino.

Benché il nuraghe Bingias non avesse l'imponenza
del nuraghe s. Lussurgiu, il quale doveva essere il più
forte di tutta l'estremità occidentale dell'altipiano
pure esso, collocato a cavaliere della via che da Scala
Pomposa scende verso i piani di Ollasta Useddus ed
Escovedu, sorvegliava da questo lato l'accesso dell'alti-
piano, nello stesso modo che più a sud, pure ai piedi
della stessa costiera, il sentiero che da Scala Pomposa
e Sparedda piega verso sud-est, all'uscita della forra
tra i colli detti Bruncu Cubeddu e Terra Messalis,
passa in vista del N. Terremonle, che al pari del
N. Bingias segnalava al N. Nieddìu posto sull'alti-
piano l'avanzarsi di qualunque pericolo dalle bassure
di Rio Mada. Alquanto più discosto dalle propaggini
della Giara, sull'allineamento del N. Bruncu e' Pu.hu
di Useddus, è il nuraghe Nurafà di Escovedu, che
col Murafìu, fa parte di una estrema linea occiden-
tale, disposta sui colli, lungo il solco dei Riu Cungiau,
riu Isca e riu Madeu, a vigilare i valichi e gli approcci
verso la regione della Giara.

Procedendo oltre a Scala Pomposa, lungo il ci-
glione, che qui ha il corso verso sud-est, su di un
piccolo sprone che sporge di una trentina di metri
dalla linea dell'altipiano, è il nuraghe Nieddìu, che
sta poco discosto dall'orlo dallo sbocco dell'erta scala
di quel nome, da cui scende il sentiero verso i vil-
laggi di Figus e di Gonnosnò. La torre del nuraghe,
dal diametro di m. 11, conservata per l'altezza di
quasi quattro metri, ha le pareti alquanto inclinate a
struttura poliedrica, di massi di basalto irregolare, ma
accuratamente disposti ; la cella non si potè distin-
guere; ben conservato però per un tratto di circa
8 m. è un poderoso contrafforte che viene a connettersi
col robusto fianco del nuraghe, sulla fronte verso il
pianoro, dalla quale soltanto era dato avvicinarsi. 11
contrafforte, costrutto con enormi massi, ha lo spes-
sore di un metro circa, e doveva formare, innanzi al-
l' ingresso, come negli altri nuraghi già osservati, uno
sbarramento, ora in parte distrutto dal covile Cannas-
Melis. Attraverso al contrafforte, in prossimità della
torre, è aperta una piccola porta, alta m. 1,80, e larga
1,80, con un poderoso architrave, disposta per modo che
chi entrava, oltre all'angustia del passaggio, doveva op-
porre il fianco destro, indifeso, alla fronte del nuraghe.

Sotto al N. Nieddìu, sui due costoloni delle falde
racchiudenti la testata del vallone di Riu Madau,
 
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