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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 18.1907

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Taramelli, Antonio; Nissardi, Filippo: L' altipiano della Giara di Gesturi in Sardegna: ed i suoi monumenti preistorici
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https://doi.org/10.11588/diglit.9136#0060

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107 l'altipiano della giara

feriale rinvenuto alla superfìcie, consistente in fram-
menti di ceramica di rozzo impasto e rifiuti della la-
vorazione di ossidiana, ci proverebbe che in questo
recinto soleva raccogliersi un gruppo di uomini, alla
difesa dei proprii beni, ed a guardia del valico.

11 recinto poteva permettere una difesa più lunga
e più attiva che i consueti contrafforti nuragici, esso
quindi doveva considerarsi come un'acropoli, od un for-
tilizio, a guardia della porta settentrionale del distretto
della Giara. Da Corona e Crobu non solo si poteva
raggiungere rapidamente il nuraghe Murtas, sulla
stessa pendice occidentale del M. Majori e da questa
la valle della Tramatzera coi suoi molti nuraghi, ma
si dominava al di là del vallone di Nureci, le tre co-
struzioni miragiche, ergentisi sull'opposto versante, di
Rio Orielli, di Pranu Ollastu e di Pranirba; inoltre
dall'alto del recinto appariscono chiaramente i nuraghi
disposti sul Monte Giuerri e quelli della vicina corona
della Giara, come il Mummiùzola ed il Pranu Omns;
cosicché un movimento od un assalto improvviso che
si avanzasse dalla vallo di Rio Pardu e dal territorio
Laconese, poteva essere segnalato a tutto il distretto
dell'altipiano e dello sue dipendenze e dare così modo
di accorrere ad una difesa più energica e complessiva.

Antonio Taramklli.
Filippo Nissardi.

§ 10. Osservazioni generali e conclusioni.

Chi ha avuto la pazienza di seguire fino a questo
punto la nostra lunga corsa attraverso a questo terri-
torio che fa corona all'altipiano della Giara, avrà con
noi acquistato la persuasione che gli edifici nuragici
sono sparsi nella regione e collocati tutti quanti in
postura elevata, al sicuro dalle inondazioni, a non molta
distanza, anzi in vista l'uno dell'altro, o sul colmo

tropologia e di Archeologia preistorica di Monaco, del 1906.
Vedi il Compie reniu sommaire, nelVAnthropologie, Janvier-
Avril 1906, p. 115. Vedasi anche la serie delle monografie pre-
sentate dal Guebhard, sui recinti preistorici della Francia me-
ridionale, al congresso preistorico di Vannes; Le orai pro-
òlcme des Enceinles prehistoriques ; Deux mots à propòs du
Cautelar du Moni Baslide (A. M.) ; Première revision de l'in-
ventaire des Enceinles prehistoriques du départ. du Var. Vedi
anche Enceinles prehistoriques des Preàlps Maritimes, Bul-
letta de la Section des Alpes Maritimes du Club Alpin
Francaise, 1907, p. 209.

di gestur1 in sardegna JQg

dei colli, o sull'alto di mammelloni sporgenti dalle
pendici, e sulle piccolo dorsali elevantisi in mozzo
ai brevi tratti di piano ; cosicché, come ognuno di essi
è circondato da uno spazio di terreno abbastanza suf-
ficiente, appare chiaro tuttavia che nella loro distri-
buzione sul suolo aveva presieduto, oltre al criterio di
lasciare ad ogni centro nuragico un tratto di terreno
sufficiente alla vita di più famiglie, anche quello di
mantenerle fra loro a così breve distanza da poter at-
tendere ad un intento comune, la sorveglianza e la di-
fesa di tutto il territorio dove le famiglie stesse ave-
vano le loro colture, i loro pascoli, le ricchezze rac-
colte e serbate faticosamente e gelosamente. Abbiamo
veduto come il disseminamento dei nuraghi nel terri-
torio obbedisca principalmente a questo concetto di vi-
gilanza e di difesa; sono guardate da nuraghi le linee
del confine al guado dei fiumi, allo sbocco dei valloni
fluenti dalle pendici dell'altipiano, come è sorvegliato
dall'alto delle dorsali interposte il corso di questi
valloni che muovono verso l'alto ed allo scale o
porte dell'altipiano, tutte quante, od al loro sbocco
sull'acrocoro, o a mezza costa, od al piede, guardate
in maniera che una sorpresa non era in alcun modo
possibile. Ma oltre a questa particolareggiata e frazio-
nata sorveglianza del territorio, esercitata dagli edifici
sparsi in esso, abbiamo alcuni punti dominanti guar-
dati dai nuraghi e che, avendo a portata di vista una
estensione grande di territorio, dal suo centro ai suoi
confini, costituiscono come le chiavi dulia regione. In
quasi tutti questi punti abbiamo perciò nuraghi di
maggior mole e meglio difesi, sia dalla posizione che
da contrafforti più poderosi e questi punti dominanti
sono posti in vista fra di loro, in modo che tutta la
regione circostante e sottostante rimaneva da essi sor-
vegliata e dominata.

Ed è anche possibile che in queste costruzioni si
debbano vedere i nuraghi più antichi, quelli eretti
prima degli altri ; cosicché noi avremmo anche qualche
elemento per un criterio tipologico, ponendo a capo
della serie nuragica costruzioni già grandiose, con
materiali di gran mole, bruti, senza lavorazione e
quindi a pareti maggiormente inclinate, ma con accu-
rato incatenamento dei muri, a corsi o filari ad un
dipresso orizzontali, secondo un piano già svolto, così
da formare e porte e feritoie e vani e corridoi di scalo
e celle ampie e coperte da volte, ottenute col graduale
 
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