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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 18.1907

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Taramelli, Antonio; Nissardi, Filippo: L' altipiano della Giara di Gesturi in Sardegna: ed i suoi monumenti preistorici
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https://doi.org/10.11588/diglit.9136#0064

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L'ALTIPIANO DELLA GIARA DI GESTURI IN SARDEGNA

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dell'architrave; le scale, i corridoi, le gallerie, come
si vedono praticate nei recinti o nelle torri di difesa
dell'età micenea, si riscontrano nei nuraghi e forse sono
prestiti fatti al tecnico sardo dall'architettura egea, se
non pure da quella della valle del Nilo ('). Ma accanto
a queste grandi ed innegabili analogie, vi sono anche
delle grandi, capitali differenze; fra le quali la mag-
giore è questa, che tutte le tholos, a cominciare dalle
più antiche dell'epoca premicenea, sono sotterranee,
o artificialmente interrate in enormi tumuli, mentre
nell'architettura sarda le celle sotterranee sono una
assoluta eccezione (2).

Ancora una volta il Mayr cita, certo desumendolo
da un disegno infelicissimo dello Spano (3), il pozzo
di S. Cristina di Paulilatino e lo dice simile alle
tombe a tholos ; orbene, quello è una vera e propria
cisterna o custodia di fontana; un altro pozzo, di
tecnica nuragica, è quel pozzo di Mattarghentu, pros-
simo al nuraghe di quel nome, da me esaminato nella
Nurra, presso Olmedo, a breve distanza da Anghelu Euju.

(') Anche il prof. Savignoni, Scavi e scoperte nella ne-
cropoli di Phaestos (in Mon. antichi d. Accad. dei Lincei,
XIV; col. 663, n. 2 sog.) mette in rapporto gli elementi archi-
tettonici delle tholos con quelli delle tombe della valle del
Nilo ; ma anch'egli, indagando le influenze che possono avere
determinato in Creta la diffusione delle tombe a tholos, rico-
nosce che come quella scavata nella rupe corrisponde alla grotta
naturale, la tholos murata corrisponde alla capanna costrutta
all'aperto. Questo tipo di capanna, che non troviamo più in
Creta ne in Grecia, è invece rimasto in Sardegna, in queste
costruzioni iraragiche, di cui i Greci antichi videro le affinità
colle tholos ed attribuirono la costruzione a Dedalo, mitolo-
gico antesignano dell'architettura micenea (Diodoro, IV, 30).
Di grande interesse sono le analogie che il Pinza, op. cit.,
col. 252, rileva tra i nuraghi ed i sepolcri delle popolazioni
etiopiche, dei Begas, dei Bogos, degli Assaorta, che lo Schwein-
furth (Begagràber, VerhandL der Berliner Gesellsch. fur
Anthropologie, 1899, pp. 538, 546), ed il Kean e già il Bent
hanno ritenuto come discendenti da popolazioni di razza bianca,
ricacciate in su, lungo la valle del Nilo ed isolate in mezzo
gente dell'Islam, conservando però e riti e costumanze e forme
architettoniche provenienti dal Mediterraneo preistorico. Ma a
spiegare queste analogie, forse più sorprendenti che sostanziali,
è anche possibile che questi monumenti ci facciano assistere
al fenomeno di imitazione del tipo della casa nella tomba, ad
uno stadio cioè secondario e posteriore a quello rappresentato
dal nuraghe. Così anche la tholos micenea avrebbe imitato la
casa preistorica, con cella a pianta rotonda, con ingresso difeso
che troviamo soltanto in Sardegna riprodotto in costruzione mega-
litica, mentre altrove si è conservato solo in frasche ed in
fango.

(2) Halbherr, Rapporto sugli scavi ad Eaghia Triada ed a
Pesto {Memorie dell'Istituto Lombardo, XX, (1905), p. 249;
Paribeni, Mon. antichi, voi. XIV, p. 756.

(3) Bull. Archeol. Sardo, III, 65 seg.

Il pozzo poi trovato nel recinto del nuraghe Lugherras,
di recente esplorato sino al fondo di roccia, offrì
una tromba di 11 metri di profondità e non solo dette
una serie di stoviglie nuragiche, brocche ed anfore
per attingere acqua, che vi erano cadute durante un
periodo non breve di vita, ma appena spurgato dalle
terre lasciò scaturire di nuovo un'abbondante vena di
acqua purissima, quella stessa che aveva chiamato in
quel punto la vita della famiglia preistorica.

Il differente svolgimento della costruzione me^a-
litica in Sardegna e nell'Africa settentrionale non
toglie il valore alle affinità tra le due regioni, ricor-
date giustamente dal prof. Pais, e che di nuovo il
Mayr (') ci richiama innanzi. Già gli antichi del
resto accennarono alle somiglianze del tipo etnico,
della foggia del vestire, delle armi dei Sardi e dei
Libii (2) ; come anche è di notevole valore l'identità
del fervido culto agli avi nelle due regioni, alla quale
viene a dare una certa evidenza il rapporto tra le
incisioni sui monumenti megalitici della Sardegna e
quelli sopra roccia dell'Africa settentrionale da me
recentemente rilevate (3). Ma queste analogie, che
l'esame dei monumenti sardi, ci fa rilevare così ab-
bondanti anche con le regioni dell'Atlantico, oltre
che tra la Sardegna e la penisola iberica e la Francia,
specialmente meridionale, sono forse da ritenersi effetto
di svolgimenti paralleli di medesimi germi che ebbero
poi uno sviluppo diverso nei diversi ambienti.

In Sardegna il motivo della cella di pietra, rac-
chiusa in una torre conica, forse per ragione del clima
umido e ventoso di gran parte dell'isola, ha uno svol-
gimento assolutamente differente che nelle altre con-
trade, come pure altri elementi della vita civile si
svolgono in un modo affatto caratteristico e speciale
ed assurgono al più alto grado di sviluppo (4).

(>) Pais, La Sardegna prima del dominio romano, p. 294,
n. 3; Mayr, op. cit., p. 135. Il prof. Mayr, mi ha fatto l'onore
di accompagnarmi recentemente nella visita di qualche nura-
ghe, come pure di esaminare i dati raccolti nelle nostre ultime
esplorazioni nuragiche; io non ho il diritto di anticipare le
osservazioni che il chiaro studioso ha fatto in Sardegna; però
ho fondato motivo di credere che la sua fede nelle dimostra-
zioni del dott. Pinza, sia rimasta completamente scossa.

(2) Pausania, X, 17, 7.

(3) Bull. Paletn. Rai» Ann. XXXII (1906), p. 78, Tav. VI.

(4) Il solo male del clima della Sardegna non è la malaria.
Per quanto oggi l'indirizzo scientifico siasi rivolto allo studio
della malaria e deWanopheles patogeno, io insisto a vedere il
maggiore danno del clima sardo, nella inclementia coeli, che
 
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