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ANATHEMATA DI UNA CITTA SICULA-GRECA ECC.

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grosse labbra hanno contorni duri, angolosi. Strette
le gote, sporgente oltre misura il mento, questo e
quelle coperte di una barbetta a pizzo speronato, in-
dicata da un breve solco, L'orecchia piccolissima è
fuori posto. Del modo ond'era resa la chioma nulla
si vede, mancando tutta; soltanto sull'occipite è ri-

Grammichele, se non fosse anche da pensare ad uno
di quelli artisti di campagna, poveri nel concetto c
nella tecnica, e sempre attardati in confronto dello
sviluppo dell'arte contemporanea dei grandi centri, In
ogni modo il nostro è un pregevole documento per-
la storia dell'arte siceliota, in quanto dimostra come

Fio. 2.

masta metà di una fascia, specie di opistosphendone,
inusitata in un maschio.

In complesso nulla di più puerile e sgraziato; un
cumulo di errori anatomici e di defkenze tecniche ;
perchè la nostra testa è uscita dall'officina di un po-
vero scultore che non sapeva ancora affrontare il duro
marmo, ed anche attorno al dolce e docile calcare,
lavorando colla tecnica del legno e dell'intaglio (in-
cidere più che scolpire), riusciva impari al suo com-
pito, incapace a tradurre il modello greco preso a co-
piare; era insomma un'artista che peccava grossolana-
mente nella anatomia e nella esecuzione.

Tale era la condizione dell'arte greca sul volgerò
del sec. VII, al quale io vorrei attribuire la testa di

anche nella Sicilia greca la plastica prima di arri-
vare al marmo, abbia attraversato lo fasi della scul-
tura in legno ed in pietra tenera, o tiùìqos come
avrebbero detto i Greci. Della prima fase la nostra
testa conserva molte reminiscenze, della seconda è
documento parlante; lasciando le metope selinnntine,
per quanto a me consta, è il terzo esemplare sin qui venuto
in luce nell'isola, dopo lo ^óavov di Megara e dopo l'altro
di Gela('). Quest'arte primitiva, che oggi noi cono-

(') Orsi, Bull. Coìr, liei!,., 1895, p. 305 o seg., rìovo mi
sono diffuso anello sulla tecnica. Orsi, Gela. Scavi del 1900-
1905, p. 592, fig. 402 (in Mon. Aut. Lincei, voi. XVII, 1906).
 
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