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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 18.1907

DOI Artikel:
Savignoni, Luigi; De Sanctis, Gaetano; Paribeni, Roberto: Nuovi studii e scoperte in Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9136#0130

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NUOVI STUD1I E SCOPERTE IN GORTYNA

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a somiglianza delle pareti a pilastri dei palazzi cretesi,
è sostituita da due pilastri e da inferriate sì che dal
di fuori si vedesse il simulacro e quanto fosse nel
tempio. Nò questa è, a mio giudizio, l'unica analogia
ateniese ; poiché, come meglio dimostrerò altrove, anche
la pianta più complicata dell'antico Hekatompedon e
dell'Erechtheion è derivata dall'architettura dei palazzi
dei tempi minoi, alla stessa guisa della tripartitura dello
spazio chiuso in qualche tempio arcaico della Sicilia (').
Non acquista così un contenuto nuovo la leggenda di De-
dalo che emigra da Atene a Creta, e da Creta in Sicilia?

Ma non basta, poiché questo tipo di edificio a
fronte larga ritrovasi anche in altre parti d'Italia, p. es.
in un tempio di Alba Pucense e poi a Koma nei templi
Divi Julii e Divi Augusti e nel tempio della Concordia,
che appunto per la sua pianta insolita provocò varie
congetture. Anche qui (possiamo ora dire) si ripete il
caso delle su ricordate favissae Capitolinae: Creta è
il luogo di origine, ed è molto probabile che pel tra-
mite dei Cretesi di Sicilia anche questo tipo templare
sia giunto nel cuore d'Italia ed a Roma.

Tuttavia nel mondo greco-romano il tipo templare
predominante rimase quello che ha la cella più lunga
che larga, e lo stesso Pythion, come vedemmo, do-
vette alfine nell'età ellenistica cedere a codesto pre-
dominio, siccome prima aveva ceduto il detto tesoro
di Gela. Mediante l'aggiunta, invero poco felice, qui
di un portico aperto, lì di un vestibolo chiuso, am-
bedue divennero oblunghi, almeno nell'apparenza este-
riore, in armonia con la moda generale ; e in tal guisa
l'uno divenne prostylos l'altro pseudo-prostylos con
egual numero di colonne in ambedue. Senonchè il
Pythion anche così, cioè con la divisione del santuario
in due sale chiuse, veniva di nuovo e più completa-
mente a concordare, certo all'insaputa dell'architetto,
coi megara cretesi e micenei, come accadde anche nella
pianta del su ricordato tempietto di Phaestos e del
santuario di Demeter a Selinunte (2). Più tardi, a
compiere l'opera, vennero nel Pythion, i restauri ro-
mani col doppio ordine di colonne in marmo screziato

(') Per es. Selinunte, templi C e S: v. Perrot-Chipiez,
op. cit., p. 392, tav. XVI. Cfr. la succitata «Sala delle bi-
penni » e quella della Villa Reale di Cnossos.

(2) Cfr. Patricolo, Notizie degli scavi, 1889, p. 255 ; Kol-
dewey e Puchstein, op. cit., tav. XI; Perrot-Chipiez, op. cit.,
p. 395, fig. 209 ; cfr. il pronao dei templi citati nella nota pre-
cedente.

Monumenti Antichi — Vol. XVIII.

e con l'abside in fondo; onde la pianta ebbe quella
forma che poi fu propria della basilica cristiana.

Così questo tempio di Gortyna è non solo un mo-
numento dell'architettura di transizione, non meno
considerevole, se non più antico, dei due templi di
Hera in Olimpia e di Athena al Sunio ; ma può valere
altresì come esempio tipico nel quale siano rappresen-
tate le fasi principali dell'architettura antica, dalla
preistorica a quella dei tempi romani. La più impor-
tante di tali fasi è per noi, s'intende bene, la pri-
mitiva, nella quale si vede delinearsi la genesi di
una forma caratteristica e fissarsi con essa un nuovo
punto di partenza per la spiegazione di altri fenomeni
nella storia dell'arte.

2. — Lo Heroon scoperto nel Pythion.

Dentro il peribolo del Pythion, e propriamente
nella metà settentrionale del piazzale che sta davanti
alla facciata, i nuovi scavi dell'anno 1899, come dissi
già in principio, misero allo scoperto ima piccola
costruzione di pianta rettangolare con porta finta,
chiusa da un lastrone di pietra, in uno dei lati minori
(v. le figg. 24-28 ed anche la pianta generale fig. 2 e la
tav. III). La sua destinazione parve da principio enigma-
tica. La spiegazione si ebbe quando ne fu esplorato anche
l'interno, che, essendo apparso come una massa com-
patta, era stato lasciato intatto dal De Sanctis, cui
spetta tuttavia il merito di avere rinvenuto il mo-
numento. Il compimento della esplorazione fu eseguito,
col suo consenso, da me, che, vedendolo alcuni giorni
dopo la scoperta, inclinai, a causa della sua forma,
verso l'ipotesi che noi fossimo in presenza di una
tomba. Dacché l'edificio erasi trovato troncato di tutta
la sua parte superiore, si potè perciò eseguire con ogni
agio e diligenza lì dentro uno scavo dall'alto al basso
senza che occorresse rimuovere alcuna delle pietre
perimetrali che lo compongono.

Lo scavo provò che l'interno non era riempito di terra
e materiali diversi caduti per caso e alla rinfusa, come
di solito s'incontra nelle rovine di antichi edificii, ma
che la riempitura era stata fatta accuratamente in an-
tico con più strati regolari di terra e di sassi pigiati
in modo da fare come un nucleo consistente e massiccio.
E sotto questo, nel fondo, si trovò un'ultimo strato

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