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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 18.1907

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Savignoni, Luigi; De Sanctis, Gaetano; Paribeni, Roberto: Nuovi studii e scoperte in Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9136#0137

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NUOVI STUDI! E SCOPÈRTE IN GORTYtfA

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Qui è poi da notarsi ancora un particolare interes-
sante. Nel mezzo del lato sud, che guarda l'ingresso
del tempio, e proprio accosto al muro del monumento
è piantata in terra una pietra tondeggiante e superior-
mente spianata di circa 62 cm. di diametro (v. figg. 24,
25, 27). Essa si eleva per circa 5 cm. sopra il livello
della crepidine dello Heroon; è alquanto danneggiata,
ma nel giro della superfìcie piana restano ben distinti
tre incavi, profondi circa 10 cm. (v. flg. 29). Questi
non possono avere servito ad altro che a farvi inca-
strare i piedi di un tripode.

Fio. 29. — Base di un tripode adiacente allo Heroon.

La presenza di codesto sacro arnese dentro un san-
tuario di Apollo s'intende da sè, ma pure la sua col-
locazione addosso al monumento dell'eroe può es-
sere stata determinata anche da un'altra ragione. Il
monumento, come abbiamo veduto, ha carattere fu-
nebre. Ora si ricordi che nei cippi od are sepolcrali
spesso si vede figurato un tripode, ora solo ora guar-
dato da due Grifoni ('). È il tripode, anche lì, di Apollo
nella sua attribuzione di deità purificatrice e beatifì-
catrice dei trapassati. Quello che lì vediamo rappre-
sentato in immagine, nel monumento di Gortyna era
dunque eseguito in realtà. Una tale coincidenza po-
trebbe non essere fortuita, e così potrebbe darsi
che nell'un caso e nell'altro si celi in fondo un me-
desimo concetto. Se così è, la nostra scoperta acquista
un significato anche più largo in quanto ci offre una

(') V. p. es. Altmann, Rìm. Grabaltàre, p. 45, fig. 32 (cfr.
ivi p. 274 seg.).

spiegazione più palpabile di quell'uso del tripode apol-
lineo nei cippi sepolcrali romani, certo dipendenti dai
monumenti funebri dei Greci.

Ma la sua maggiore importanza sta nell'essere
questo il primo esempio certo e indiscutibile, nel
nostro patrimonio monumentale, di un antico edifìcio
funebre collocato in sacrato in età storica. Esso è
perciò nn documento concreto di una forma rarissima
di onoranza, quasi di apoteosi, che poneva un uomo
accanto a un dio, e che però, come vedemmo, era
concessa soltanto a qualche personaggio insigne, più
volentieri a un personaggio mitico che ad uno che
fosse veramente esistito. Per questo non si può fare
a meno di deplorare che la nostra scoperta non sia
stata completa, per non essersi conservato il nome
dell'eroe glorificato dalla città di Gortyna.

3. — Le sculture trovate nel Pythion.

Nello scavo del tempio si trovarono parecchie scul-
ture, per la maggior parte molto rovinate e frammen-
tarie, delle quali lo Halbherr ha già pubblicato una
breve descrizione ed anche qualche figura. Poiché tra
esse vi sono delle pregevoli che meritano, a mio av-
viso, di essere meglio conosciute, ne do qui di nuovo
il catalogo insieme con alcune mie osservazioni e con
la riproduzione grafica delle principali. Presentandole
con un ordine diverso da quello loro dato nella Pre-
lazione dello Halbherr, al nuovo numero di ciascuna
scultura aggiungo tra parentesi il numero che le fu
dato in quella.

1 (6). Frammento di statua virile, molto proba-
bilmente di Apollo, in marmo pario (fig. 30). Pesta
solamente il ventre con la coscia destra e una pic-
cola parte della sinistra. Sembra che la statua sia
stata spezzata con violenti colpi di mazza. È alto
m. 0,24, largo 0,34: la metà della larghezza dell'in-
guine dalla parte superiore del pube al contorno della
coscia è di m. 0,21, quindi la larghezza totale di
esso era di m. 0,42, vale a dire che la statua era
un poco più piccola del vero.

È chiaro che questo è l'avanzo di una statua del
notissimo tipo arcaico di uomo nudo stante, con le
mani stese lungo i fianchi ; infatti sulla coscia con-
servata rimane in parte un poco del marmo che for-
 
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