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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 18.1907

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Savignoni, Luigi; De Sanctis, Gaetano; Paribeni, Roberto: Nuovi studii e scoperte in Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9136#0138

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NUOVI STUDII E SCOPERTE IN GORTYNA

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mava l'attaccatura della mano destra. Lo stile ar-
caico si manifesta nella grossezza del gluteo e nella
forma schematica del pube a tre punte e con peli
espressi convenzionalmente da file parallele di bolli-
cine fìtte e piatte ; quelle della fila superiore hanno
nel mezzo un forellino eseguito con una punta, le altre
no. Il lavoro è buono ed accurato, e la modellatura,
già molto ispirata a naturalezza, ci prova essere questo
uno degli esempi più progrediti di questo tipo sta-
tuario e doversi quindi riferire o allo scorcio del VI
o al principio del V secolo a. C. Essendo poi certo
che questo medesimo tipo fu usato anche e special-

Fig. 30. — Frammento di una statua arcaica di Apollo.

mente per le rappresentazioni di Apollo ed essendosi
questo frammento trovato nel pronao del suo tempio
a Gortyna, non vi può essere dubbio che la statua
cui appartenne abbia rappresentato Apollo, ugualmente
ad altre statue nel medesimo santuario rinvenute.

È notevole che in questo caso il pube è co-
perto da peli, che di solito nelle statue di tal tipo
gli scultori si sono astenuti dal riprodurre; tuttavia
non mancano analogie sia in altre statue di Apollo
stesso come nella piccola copia in bronzo di A. Phi-
lesios ('), sia in immagini di mortali come in un torso
di bronzo che è a Firenze (2) e nelle due statue com-
pagne di Polymedes di Argo trovate a Delfo (3). E
la esecuzione convenzionalo ricorda tanto le opere pre-

(') Collignon, Sculpture grecque, I, p. 313, fìg. 156; Win-
ter, Kunstgeschichte in Bildern, I, 38, 4.

(s) Kalkmann, Jahrbuch des d. arch. Instituts, 1892, VII
p. 132, fìg. 5; cfr. Amelung, Fùhrer in Florenz, n. 269.

(') Homolle, Bull. corr. heli, 1900, p. 445 segg.; Perrot
e Chipiez, Hist. de Vart, Vili, p. 452 segg., tav. IX-X.

Monumenti Antichi — Voi. XVIII.

dette quanto anche le sculture dei frontoni di Egina
e i tirannicidi del Museo di Napoli.

Nella lista delle numerose statue di questo tipo,
provenienti dai luoghi più diversi, mancava finora
qualsiasi saggio di Creta. Il presente frammento basta
a provarci che il tipo in discorso era familiare anche
alla statuaria cretese; e ciò è ben naturale. Se si pensi,
da una parte alla provenienza egiziana di questo tipo
ed alle antichissime relazioni dell'arte cretese con
quella dell' Egitto, dall'altra al carattere spiccatamente
cretese delle ricordate due statue dell'argivo Polyme-
des, si intenderà facilmente che non solo esso dovette
essere adottato in Creta fin da tempi assai remoti, ma
che gli artisti cretesi debbono essere stati i principali,
se non i primi, che lo diffusero nelle isole e nel conti-
nente ellenico. Le notizie su l'arte e le migrazioni
di Dedalo e de' suoi discepoli Dipoinos e Skyllis sono
testimonianze eloquenti della espansione dell'arte cre-
tese fin da tempi remoti, e i monumenti oggi le con-
fermano. Pel nostro caso una conferma a quanto ho
detto è data (per citare un solo esempio delle arti
minori) da una statuetta di bronzo rappresentante un
uomo nudo in piedi, di un carattere molto arcaico, la
quale, nelle trattazioni di questo argomento, non vedo
essere stata presa in considerazione, sebbene sia da
lungo tempo divulgata. Essa proviene dall'Antro Ideo,
ed è perciò un documento certo dell'arte cretese an-
tichissima (*) del pari che il noto busto di Eleutherna
col quale concorda e pel carattere e per la strana ac-
conciatura della chioma (2).

2 (1). Torso di una statua di Apollo in marmo
pario (fìg. 31) alto in tutto m. 1,24; dal collo al
pube m. 0,81. La testa era lavorata a parte e poi
inserita in apposita cavità.

La statua rappresentava il dio diritto e in pieno

(') Halbherr e Orsi, Museo Italiano di antichità classica,
II, p. 732, n. 1. E nudo, ma ha ai lombi la « mitra » come il torso
di Delo, Bull. corr. heli, XX, 1896, p. 176, fìg. 6; Keinach,
Répertoire, III, p. 233, n. 1. Poco dissimile la figurina di bronzo
da H. Ilias edita da Halbherr, American Journal of archeo-
logi/, S.S. V, 1901, p. 395 seg., fìg. 6 = Eeinach, op. cit., Ili,
p. 23, n. 1. Cfr. anche la figurina più recente, Museo ital.,
loc. cit., n. 2.

(8) Cfr. Loewy, Rend. dei Lincei, VII, 1891, p. 599 segg.;
Perrot-Chipiez, Hist. de Vart, VIII, p. 429 segg., figg. 208-9.
Credo che tali opere risalgano almeno all' VIII secolo a. Cr. ;
Halbherr suppose che il bronzetto di H. Ilias non sia molto
lontano dal periodo miceneo.

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