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nuovi studii e scoperte in gortyna

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Vaticano, dato che io abbia rettamente giudicato col
solo aiuto della memoria. Per disgrazia, non mi fu
possibile, a causa della collocazione del torso, di pren-
derne una fotografia. A somiglianza della statua del
Vaticano, anche il torso è nudo ed impubere, ed ha
la clamide ugualmente abbottonata sulla spalla destra
e penzolante sì dietro che dalla spalla sinistra; è poi si-
milmente inclinato sul fianco destro, e il deltoide
destro, che si conserva, è spostato indietro in guisa
da far supporre per tutto il braccio un movimento
uguale a quello della statua medesima. Ognuno vede
che codesto frammento avrebbe un valore decisivo
nella questione recentemente posta intorno all'aspetto
dell'originale, che si crede fosse in bronzo e che lo
Amelung ha immaginato, con poca ragione io credo,
privo della clamide; nell'Apollo del Belvedere questa,
a suo parere, sarebbe stata aggiunta dal copista (').
La ripetizione di essa nel frammento di Gortyua ci
pioverebbe che essa realmente esisteva anche nell'ori-
ginale. Ma su questo argomento spero di potere ritor-
nare in altro tempo e luogo.

(') Amelung, Eevue archéologique, 1901, p. 332, fig. 4;
cfr. Modernsr Cicerone, Rom, p. 252.

10. Si può infine supporre che dallo stesso san-
tuario provenga pure un torso di Artemis cacciatrice
che si vede murato nel balcone di una casa dirim-
petto alla predetta e appartenente al medesimo pro-
prietario. È di marmo bianco, ed alto m. 0,68; oltre
alla testa, che era inserita a parte, mancano le braccia
e le gambe sotto i ginocchi. Ha un chiton succinto
con apoptygma lungo e svolazzante, legato sotto le
mammelle da un nastro a fiocco ; alla spalla sinistra
la faretra. È in atto di correre verso sinistra, la
gamba destra avanti, la sinistra indietro. Forse alla
medesima statua appartiene un piedistallo, murato
insieme e insieme rinvenuto, sul quale rimane un
piede femminile con sandalo e tre zampe di quadru-
pede, probabilmente di un cane.

Come abbiamo veduto, parecchie delle sculture
rinvenute nel Pythion riproducono originali insigni
dell'arte greca. Era dunque giusto ed opportuno che
in una nuova trattazione generale di quel celebre san-
tuario si richiamasse di nuovo anche su di esse l'at-
tenzione degli studiosi, i quali ora, di conseguenza,
saranno meglio in condizione di misurare tutto il va-
lore della scoperta compiuta da colui, che ci fu
maestro e guida su quel medesimo campo di lavoro.

Luigi Savignoni.
 
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