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317

NUOVI STUDII E SCOPERTE IN GORTYNA

318

scheggiato. Alt. m. 0,13, largh. 0,07; alt. delle lett.
0,019. Copia.

20. Frammento in pietra locale rinvenuto sulla
destra della tomba. Alt. m. 0,10, largh. 0,17; alt.
delle lett. 0,011-0,017. Lettere molto simili a quelle
del trattato con Eumene. Copia.

(

-. A I a t i N a P
AKOZIilN f E VN

21. Pezzo di epistilio marmoreo trovato nel portico
sulla destra del Pythion. Alt. m. 0,25, largh. 0,37 ;
alt. dello specchio epigrafico 0,085. Belle lettere
apicate con traccia di rubricazione, alte 0,065.
Copia (v. anche sopra fig. 7).

E I I E N E I

22. Aggiungo infine una iscrizione comunicata dal
dott. Paribeni. Essa è incisa sopra un tronco di co-
lonna granitica spettante alla ricostruzione romana del
Pjthion. Questo tronco di colonna era rimasto sotto
un muro bizantino nella navata sinistra del tempio ('),
muro che fu demolito solo più tardi, e perciò la iscri-
zione era sfuggita a me come al prof. Halbherr. Ecco
le parole con cui il Paribeni la descrive e la com-
menta: « Lettere irregolari ma chiaramente incise
« alte da m. 0,085 nel primo verso sempre de-

li crescendo fino a 0,065 nell' ultimo. Copia del
dott. Pernier.

àyto k pàtopàkàicapa
m-Ayphaionàntlunginon

£yc€6HCeBÀCTON

nÀPOiKoNMencTON

nPGTÀNNI KONM£riCTON

rePMÀNiKONMencTON

OAYMniON

AvioxyàioQa Kttfaaqa \ M(ùqxov) Avqrjhov Av-
twvsIvov | Evaefirj 2spcc(JTÒv \ naqdixòv [ityiifrov \
UqstccvvixÒv fisyiCròv \ rsqfiavixòv fisyidiov | 'OAi^u-
niov.

«L'iscrizione fa riscontro con l'altra in onore di
« Settimio Severo che fu letta dall'Halbherr pure su
« una colonna granitica del tempio stesso

AÙToxQccTOQa Kalaagcc \ 0s~ov 2sTiTtftiov | 2sfi7j-
qov EvGeftTj | Aqa§ixov, Adiafiìjvixbv \ Hqstuvvixov

« L'iscrizione fu daH'Halbherr attribuita agli anni
« tra il 209 (spedizione di Britannia) e il 211 (morte
- di Severo). Invece il titolo di dstog mi pare si adatti
« meglio ad un'iscrizione posteriore alla morte di Se-
lf vero (2). E questo conviene anche al parallelismo
« innegabile di quella iscrizione con la nostra. Riferen-
* dosi infatti la nostra indubbiamente a Caracalla, e
« dandogli il titolo di rsQ/iccrixòg (ityiGrog che è da
« quell'imperatore per solito assunto nel 213 (3) dovrà
« essere collocata tra il 213 e il 217. Così non ci farà
« meraviglia vedere, che il titolo del figlio, e per la tri-
« plice ripetizione dell'aggettivo /.isyiaroc, e per l'ag-
« giunta di 'Olv^imog, è più pomposo di quello del
« padre, cosa che si sarebbe evitata, se il padre fosse
« stato ancora in vita.

«L'appellativo 'OXvi.i7Tiog è dato da un'iscrizione
« di Lappa ad Adriano « (4).

(') Cfr. la pianta qui sopra p. 185 e le vedute a p. 187,
fiV. 4 e alla tav. I, 2.

(') Mon. Lincei, I, p. 69.

I,2) Il prof. De Sanctis mi fa notare, che non mancano esempi
di S-eìog dato ad imperatori viventi, p. es. in CI. A. Ili, 532.
(3) Cagnat, Epigr. Ialine, 3a ediz. p. 197.
{*) Mas. Rai, II, p. 747, cfr. Dittemberger, Sylloge P, 389,1,
 
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