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CENNI SULLA TOPOGRAFIA DI IMERA

E SUGLI AVANZI DEL TEMPIO DI BONFORNELLO

Allorché nel 1877 mi trovavo di residenza a Ter-
miui-Imerese, feci alcuni rilievi e raccolsi alcuni ele-
menti di studio intorno alle rovine d'Imera. Avevo
preso impegno di scrivere sull'oggetto una breve re-
lazione per l'Imperiale Istituto di Corrispondenza
Archeologica; ma le vicende delle mie occupazioni, e
la speranza che da un giorno all'altro si facessero
scavi e studi speciali su quelle rovine, mi distolsero
dal proponimento di dare una forma qualsiasi alle mie
ricerche. Però ho visto con dolore che, dopo circa 30
anni, nulla si è fatto in quanto a scavi, e che assai
scarse sono state le pubblicazioni sopra Imera. Sembra
che ancóra incomba sulle rovine della distrutta città,
la memore ira di Annibale!

Al momento di allontanarmi da Palermo ho voluto
riordinare i rilievi fatti nel 1877, riguardanti più
specialmente il tempio di Bonfornello, ed ho creduto
conveniente metterli a disposizione degli studiosi, nella
speranza che dopo gli incitamenti dei valorosi archeo-
logi che mi hanno preceduto negli studi sopra Imera,
il governo trovi in questa pubblicazione nuove prove
dell'urgenza di mettere almeno in luce le rovine del
grandioso tempio.

I.

Topografia d'Imera.

Tutta la vasta zona montagnosa racchiusa tra le due
grandi valli del fiume Torto e dello Imera settentrio-
nale (Himeras) forma, nelle alture di Sclafani e Cal-
tavuturo, come un grande sperone delle Madonie,

(mons Maroneus) il cui versante, che guarda il Tirreno,
man mano si restringe e digrada, dando luogo a tor-
reggianti contrafforti collinari e a terrazze. La distanza
tra la foce dei due fiumi si riduce così a circa 4
chilometri, e l'ultimo tratto di terreno è costituito da
una pianura larga quasi un chilometro e mezzo, la
quale dal lido va dolcemente a salire sino alla quota
12 sul mare. Nello estremo lembo della pianura, che
confina col fiume Imera, esiste oggi un vecchio ed in
parte diruto casamento, con una torre del seicento,
denominata Torre di Bonfornello ('), la quale fu innal-
zata sulle rovine di un antico tempio.

A sud di questa pianura si erge la terrazza chia-
mata oggi piano d'Imera e piano Tamburino, la quale
ha forma di un grande triangolo avente il lato nord
molto acclive verso la pianura stessa, il lato lungo
la sponda sinistra del fiume Imera formante una ri-
pida balza; l'altro lato con ondeggiante declivo viene
limitato dal burrone del Gatto. La terrazza è quasi
bipartita da una piccola valle, che dal nord, grado a
grado, salisce e si restringe, per dileguarsi a sud.
Questa valletta separa i due pianori oggi chiamati
Imera e Tamburino.

(') Questo nome di Bonfornello, come bene osserva il prof.
Salinas (Le grondaje del tempio di Imera conservate nel Museo
Nazionale di Palermo : estratto dallo Archivio Storico Sici-
liano. Palermo 1877, p. 8), dovè provenire dalle fabbriche di
laterizi, che, a causa della buona argilla della contrada, erano
state impiantate sul posto. Quando nel 1877 io visitai per la
prima volta la torre, trovai poco discosto, dalla parte di po-
nente, una fornace di mattoni abbandonata. La contrada costi-
tuiva un feudo confinante con quello di Eoecella, e diede il titolo
ad un Principato.
 
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