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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 18.1907

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Mauceri, Luigi: Cenni sulla topografia di Imera: e sugli avanzi del tempio di Bonfornello
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https://doi.org/10.11588/diglit.9136#0216

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CENNI SULLA TOPOGRAFIA DI IMERA

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cino fiume il quale, forse con voce sicana, era chiamato
Himeras ('). Ragioni di sicurezza e di igiene dovet-
tero consigliare i primi coloni a stabilirsi nella parte
orientale dell'altipiano, e di estendere successivamente
l'occupazione a tutto il grande triangolo, che ha per
vertice la Rocca del Drago. Questo altipiano ha gran-
dissima somiglianza con quello siracusano, e può sup-
porsi che, come avvenne nella grande metropoli dorica,
la parte primitivamente occupata sia stata successiva-
mente estesa e circondata di opere di difesa. 1 Sira-
cusani nell'occupare Achradina, ossia la parte verso
il mare della grande terrazza siracusana, ritennero
necessario avere alcuni punti staccati di difesa, uno
cioè sul Temenite, uno sull'Olimpieo ed altro verso
l'Eurialo: così gli Imeresi nei primi tempi, si può
indurre abbiano provvveduto alla loro sicurezza, forti-
ficando i poggi che si ergono nel perimetro (veggasi
tav. XII), tra Ovest e Sud-Ovest (2). All'epoca del
grande assedio di Amilcare si può supporre che la città
abbia preso un considerevole sviluppo, e abbia avuto
quindi presso la foce dell'Himeras, una rada accessibile
alle navi. Forse nella pianura, verso la spiaggia, esi-
steva un borgo occupato dalla gente di mare. Le prin-
cipali opere di difesa della città alta si ritiene doves-
sero trovarsi verso occidente e mezzogiorno, perchè
quivi era il lato più vulnerabile e più esposto al ne-
mico; e perciò tutto induce a credere che un gran
muro di difesa fosse stato innalzato sul ciglione del
pendìo di occidente, sino a raggiungere il poggio della

Gela, nella costa di mezzogiorno della Sicilia, diede incitamento
a quei di Zancle di fare altrettanto nel Nord; ma Imera non
solo sorse a danno delle popolazioni sicane, cui apparteneva
il territorio, ma fu come una sfida ai Fenici per terra, ed agli
Etruschi per mare.

La nuova colonia portava in sè il germe della propria ro-
vina, ed i poveri Imeresi, 240 anni dopo, pagarono a caro
prezzo lo ardimento dei loro avi!

(')Il Freeman, op. cit., voi. I, p. xxxin, aditi, and correct.
è di tale avviso, ed è più reciso dell'Holm nel respingere l'opi-
nione di Eckhell, il quale sostenne che il nome della città sia
derivato dal greco fjutQti.

L'Holin, op. cit., voi. I, p. 192, crede che il nome del
fiume sia derivato dalle lingue semitiche.

Il Gabrici, op. cit., p. 14 e seg., crede che la località sia
stata occupata prima dai Siculi, e che il nome di Imera sia
provenuto da voce sicula, avente significato e suono uguale ad

i'fXSQOS.

(a) Il Freeman, op. cit., voi. I. p. 416, ammette che i poggi
dell'altipiano siano stati, nei primi tempi, adoperati dagli Ime-
resi come posto avanzato.

casa Civelli, e che altro muro di difesa si stendesse
a mezzogiorno nella parte più stretta dell'altipiano,
profittando degli avvallamenti del terreno (').

Dalla parte di oriente, che guardava sul fiume,
la difesa era più facile, e bastava coronare di mura
la ripida balza, che forma la sponda del fiume o la
sovrastante china ; da tramontana le mura si esten-
devano lungo il ciglione del ripidissimo declivo che
si erge per circa 90 metri sulla pianura, lasciando un
ingresso fortificato laddove oggi apresi la valletta che
separa l'altipiano (2). Le due precinzioni di oriente e
di occidente, data la conformazione dei luoghi, panni
dovessero unirsi presso il sopracitato poggio della casa
Civelli, e l'opera avanzata di questo poggio, doveva
formare il nodo principale delle fortificazioni secondo
l'andamento che ho indicato nella tav. I.

La posizione che prese l'esercito di Amilcare giu-
stifica queste induzioni. II capitano cartaginese non
poteva accampare ad Est della città, perchè avrebbe
avuto alle spalle il pericolo di un attacco dai Greci
alleati degli Imeresi, ed avrebbe avuto fra lui e la
città il fiume Imera che in allora doveva essere assai
ricco di acque perenni. Egli naturalmente accampò ad

(') Una valletta tributaria del rivo del Gatto ed un avval-
lamento naturale dalla parte dell'Inaerà, restringono l'altipiano
dal lato di mezzogiorno; e qui, secondo il mio modo di vedere,
doveva esistere lo sbarramento dell'altipiano stesso. Un informe
muro a secco esistente sul ciglio dello avvallamento, credo in-
dichi la traccia di questo muro, il quale andava da levante
verso ponente, per collegarsi alla fortificazione del colle Ci-
velli. Il muro, a quanto pare, doveva fare una rientranza
per lasciar adito ad una porta collocata nel sito dell'attuale
strada che conduce al borgo Signora. Dalle tracce di queste
mura ho tratto due fotografìe: l'una rappresenta il pendìo dello
avvallamento di cui sopra, sul cui ciglio scorgonsi materiali
antichi rimaneggiati e due massi in sito, l'altra i particolari
di un masso che conserva la giacitura antica (v. tav. XI). Nella
figura di sopra la persona di destra e l'ombrello confitto nel
terreno indicano la posizione dei massi.

(2) Sul ciglione settentrionale nei punti segnati approssi-
mativamente nelle tavv. 1 e II io ho potuto rintracciare le
seguenti traccio di fondazioni:

a) A circa m. 100 dalla valletta cinque grandi ciottoli
posti a contatto ed emergenti dal terreno ;

b) A circa m. 60 dalle tracce suddette due massi ac-
coppiati di arenario forte;

c) A circa m. 100 altre tracce con massi di tufo qua-
ternario ;

d) Più ad est ancora presso la risvolta del ciglione aliri
avanzi di un muro che forse faceva parte di una grande torre.

Tra i punti c e d verso lo interno si scorgono tracce di
un basamento (stilobate?) a grandi massi.
 
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