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RICERCHE NEL LUOGO DELL'ANTICA ADULIS

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pianoro elevato e folto di rovine del gruppo sulla riva
dello Haddàs.

A N e a N-W del nostro scavo n. 13 i cumuli
di rovine cessano ben presto. A W si hanno piccoli cu-
muli non molto appariscenti e piuttosto diradati. Un
gruppo più importante, forse costituito da più case è
quello che sembra disposto a forma di anfiteatro
(pianta n. 20), ma anche in esso le rovine non giun-
gono a grande altezza. Da questo gruppo tornando
verso il nostro punto di partenza, si hanno ancora
altri cumuli poco elevati, e alcune di quelle tombe
musulmane più antiche dimenticate dagli attuali
abitatori.

Questo l'aspetto generale del luogo, quale risulta
anche dalle nostre fotografìe. Abbiamo già detto, che
in più luoghi, rimuovendo i sassi sporadici della su-
perfìcie, si vedono apparire gli orli superiori dei muri
sepolti.

Sul luogo di Adulis erano stati già praticati saggi
di scavo. Oltre le trincee poco profonde aperte dagli
Inglesi nei luoghi già designati, uno scavo di più
grande importanza era stato iniziato nel gennaio 1906
dal sig. dott. Riccardo Sundstrom missionario svedese,
il quale ha reso conto dei risultati del suo lavoro in
un breve rapporto in appendice ad altro pubblicato
dal capo della missione scientifica americana in Abis-
sinia, prof. Enno Littmann (1).

Il dott. Sundstrom non ebbe dal governo coloniale
l'autorizzazione di praticare scavi, sicché l'edificio da
lui cominciato a mettere in luce è in buona parte
ancora sepolto. Nò noi reputammo opportuno conti-
nuare l'opera di lui, anzitutto pel dovere di attendere
la pubblicazione che egli aveva promesso, in secondo
luogo perchè nel tempo della nostra missione, che sa-
pevamo dover esser breve, desideravamo di ottenere
maggiori risposte di quelle che poteva dare lo scavo
di un solo edificio, sia pure cospicuo. Infine l'improv-
vido espediente adottato dal dott. Sundstrom di deporre
sull'orlo delle proprie trincee tutte le terre di risulta,
ci avrebbe obbligati a un lungo e sterile lavoro di
trasporto di terre prima di permetterci la continua-
zione dello scavo da lui iniziato.

(') Preliminary Report of the Princeton University expe-
dition to Abyssinia, in Zeitschr. fur Assyriologie, voi. XX,
p. 151.

Dalle nostre ricerche abbiamo desiderato di trarre
il maggior numero possibile di dati sulla topografìa
generale della antica Adulis, sulla ricchezza e con-
servazione sua, e quindi sulle speranze che ragione-
volmente potrebbero fondarsi nello scavo completo
della città.

Prima di ogni altra questione si imponeva quella
della ricerca della cinta di mura. Il ritrovarla ci
avrebbe dato subito la posizione delle porte e delle
strade, forse ci avrebbe anche guidato a rintracciai e
le tombe. Inoltre volevamo studiare le relazioni della
città col mare, vedere con qualche saggio stratigra-
fico profondo, quante sovrapposizioni di civiltà avevano
lasciato la loro traccia in quel luogo, ricercare la ne-
cropoli, e finalmente non trascurare tentativi di rin-
tracciare le famose iscrizioni copiate da Cosma Iu-
dicopleuste.

L'aspetto del soprassuolo non lascia vedere nell'ag-
gruppamento dei suoi cumuli di macerie nulla di ab-
bastanza continuo e allineato, che possa far supporre
in un luogo piuttosto che in un altro l'esistenza della
cinta di mura. Iniziammo pertanto una serie di fosse
di saggio alla periferia della città, a ridosso degli
ultimi cumuli di sassi. Aprimmo le prime sul lato N,
che furono poi ricoperte, e non sono segnate sulla
pianta generale, e passammo poi ad aprirne un buon
numero sui lati S e W.

Oltre la ricerca delle mura ci spingeva a molti-
plicare su quei lati le esplorazioni, la speranza di
trovare qualche cosa del trono iscritto Additano.
Cosma Indicopleuste lo vide iv %%} i7jg nóleo);

xaxà tò óvtixòv /.ik'Qog ('). Ora il luogo che meglio
parrebbe rispondere alle due indicazioni topografiche
di Cosma, dovrebbe essere l'angolo S-W della città,
angolo che è xaxà tò óvtixòv ntQog e che per un greco
veniente dal mare doveva rappresentare meglio del
N-W la ciQxrj rrj? nókewq.

Disgraziatamente tutte le nostre ricerche, sia per
l'iscrizione sia per la cinta di mura, riuscirono vane.
Nulla assolutamente non solo di scritto, ma che po-
tesse pur lontanamente far pensare a qualche cosa di
monumentale, quale il trono. E similmente in tutte
le nostre fosse di saggio nò a N, nò ad W, nò a S
trovammo alcuna traccia di cinta di mura. Nò miglior

(») Topogr. Christ., I, HO.
 
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