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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 18.1907

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Paribeni, Roberto: Ricerche nel luogo dell'antica Adulis: (colonia Eritrea)
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https://doi.org/10.11588/diglit.9136#0268

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463

RICERCHE NEL LUOGO DELL'ANTICA ADDLIS

464

I saggi a settentrione.

La grande ara del Sole e gli edifici anteriori e
posteriori.

I saggi iniziati lungo il lato di N posero dal primo
giorno in luce un muro di bello aspetto, e non furono
perciò abbandonati. Si mise così in luce quel complesso
di costruzioni che sono in pianta a tav. VII.

II nobile edificio rettangolare segnato nella pianta
a tratti forti dovette sorgere da principio isolato. Ne
presentano una veduta d'insieme dall'angolo N-E la
tav. IX, n. 1, da N-W la tav. VIII, n. 2. I suoi quattro
lati sono esattissimamente orientati : i più lunghi guar-
dano a N e a S, i due brevi a E e a W. I muri non sal-
gono secondo la verticale, ma successivamente a tratti
di m. 0,50 rientrano con una risega di m. 0,05 (vedi
tavv. VIII e IX); tutto l'edificio veniva così a prendere
la figura di un tronco di piramide a gradini. Inoltre nei
lati lunghi tutto il muro non è in una sola linea, ma
ha tre parti sporgenti e due rientranti. In tal modo, per
l'andamento delle riseghe di cinquanta in cinquanta
centimetri, mentre tutta la figura solida dell'edificio
si mantiene sempre a tronco di piramide, la superficie
dei muri presenta figure trapezoidali alternatamente
con la base più stretta in alto o in basso, a seconda
che si guardino le sporgenze o le rientranze (cfr.
tav. IX). Anche il lato corto volto a levante ha un
tratto rientrante (tav. Vili, n. 2), mentre quello di
ponente è invece su una linea sola.

Questo modo di costruire sembra molto diffuso in
Etiopia e sulle coste del mar Eosso (').

La ragione principale che deve aver consigliato
questo genere di muratura, deve essere stata quella di
ottenere solidità. Infatti, la costruzione è senza calce,
con una semplice malta di fango. I materiali costrut-
tivi sono due : un basalto poroso piuttosto leggero (2)
ed un'arenaria alluvionale contenente quarzo, silice,
mica potassica e tracce di ferro Come si scorge dalle

(') Cfr. Littmann Krencker, Vorbericht d. deutsch. Aksum
Expedìtion in Abhandlungen der Berliner Akad. der Wissen-
schaften, 1906, p. 25 dell'estratto; Sundstrom in Zeitschr. fiir
Assyriologie, p. 177.

(2) Il [laaavUris U9og è ricordato dagli antichi come esi-
stente in questi luoghi; proprio per Adulis sappiamo che era
stato adoperato per incidervi una delle iscrizioni copiate da
Cosma Indicopleuste (cfr. Top. Christ., loc. cit.).

tavv. Vili e IX, i pezzi di basalte erano ritagliati per
lo più in forma di poligoni irregolari, in modo che
i lati si commettessero bene tra loro. Alle altezze,
dove muro il rientra, si ponevano invece delle lastre
di arenaria. Grli indigeni, che le chiamano belkèt, ci
dicevano, che se ne trovano depositi nella vicina isola
Dissei, donde comodamente per mare poteva esser tratta
in Adulis ('). La calce non era adoperata che per ri-
coprire il muro di intonaco, del quale abbiamo trovato
tracce principalmente sui due lati brevi dell'edificio.

Iu tali condizioni costruttive l'espediente delle ri-
seghe rientranti {graduated masonry lo chiama molto
bene il Sundstròm nella sua relazione citata) presenta
una stabilità molto superiore a quella d' un muro ver-
ticale, e sostituisce con vantaggio dell'estetica non meno
che della statica il muro obliquo o scarpato.

L'edificio conservato per l'altezza media di m. 3,40
a E, 2,70 a W, 2,40 a N e 2,55 a S, non presenta in
alcun luogo uè porte nè finestre. E analogamente,
praticati dei saggi nell' interno, per quanto lo permet-
teva un pavimento più tardo (cfr. appresso pag. 501)
non si rinvenne alcun ambiente abitabile, e si con-
statò sempre, che le mura così accurate verso l'esterno
non avevano faccia verso l'interno. Nè può pensarsi,
che tutto il complesso dei muri da noi trovati costi-
tuisse solo delle fondamenta, sia per l'accurata costru-
zione, sia perchè in più d'un punto si sono trovati al
posto i resti dell' intonaco, particolarmente a levante,
affatto in basso a livello proprio di quello che, come
vedremo, si può ritenere il piano primitivo.

A determinare con sicurezza questo piano ci ser-
vono quattro colonne poste di fronte al lato corto di E
(la tav. Vili, n. 2, ne lascia vedere tre chiuse in un muro
posteriore). Per forma e per materia non si distinguono
dalle altre di cui parleremo (cfr. pag. 541); disposte
in perfetta simmetria con le linee dell'edificio (vedi
la pianta tav. VII), non può dubitarsi, che siano state
erette insieme con esso. Il piano di posa della loro
base, che coincide anche con l'ultima risega del muro,
segna perciò il livello originario dell'edificio (*).

(') Dissei semhra corrispondere alla 'Ogeivì] vì]<jos del Pe-
riplus maris Erythraei dove le navi greche facevano scalo,
specialmente se il litorale del continente era malsicuro. Cfr.
Dillmann in Abhandl. der Beri. Akademie, 1878, p. 192.

(2) Il muro posteriore che ora ha racchiuse le colonne,
ha verso N una porta, la cui soglia è a più di mezzo metro
sopra queste basi.
 
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