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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 18.1907

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Paribeni, Roberto: Ricerche nel luogo dell'antica Adulis: (colonia Eritrea)
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https://doi.org/10.11588/diglit.9136#0271

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469 ricerche nel luogo

m. 1,50 sotto il livello del pavimento si rinvennero
un frammento di pannello di alabastro simile a quello
di fig. 30 (un angolo con parte di una foglia) ma
scolpito a rilievo molto basso e poco accurato. Negli
strati più profondi si rinvennero quasi esclusivamente
dei sassi irregolari accumulati 1' uno sull'altro con poca
terra insinuatasi in mezzo, e quasi nessun oggetto.

Il saggio più ampio nell' interno dell'ara fu pos-
sibile nel rettangolo occidentale. Si asportò con esso
quasi completamente la terra e i sassi che lo riem-
pivano sino alla profondità di m. 4,30, cioè a circa
un metro sotto le fondamenta del muro (l).

Non vi si rinvenne la fìtta abbondanza di pietre
degli altri saggi; la terra mista a sassi diede qualche
oggetto anche negli strati inferiori. Si potè così con-
statare, che i cocci cordonati d'età tolemaico-romana
giungono a una profondità anche alquanto maggiore
del piede dei muri, ottenendo così una nuova prova
della poca antichità dell'edificio. Gli ultimi strati a
m. 4,30 diedero resti abbondanti di focolari ; in un
angolo si rinvenne anche parte di un grosso pithos
di pessima fattura e di terra malcotta, e un rozzo
fornello circolare forato, di terra pochissimo cotta cinto
da resti abbondanti di ceneri e di carboni. Probabil-
mente si tratta di resti di capanne anteriori alla co-
struzione dell'ara.

Altri saggi profondi potemmo iniziare fuori il muro
di sud dell'edificio principale e nelle due camerette
aggiunte posteriormente (pianta tav. VII, lett. M, N)
a ovest del medesimo. Si trovarono a circa 45 centi-
metri sotto il piede del muro parti di grandi fosse
disposte con orientamento diverso da quello dato poi
all'ara. Le pareti di esse erano rivestite di pietre ; in
quella lunga e stretta più settentrionale frammista
alla muratura in pietra era una doppia fila di mattoni
rettangolari piuttosto piccoli di terra rossa non molto
cotta. Gli strati superiori di queste fosse diedero car-
boni, ossa, una monetina di bronzo irriconoscibile, un
frammento di vaso di pietra verde con rozzo appoggia-
mano e molti cocci. Qualcuno di questi apparteneva ad
anfore cordonate, come quelli trovati alla superficie. La
grande maggioranza dei frammenti fittili si riferiva
invece a grossi vasi di terra non depurata, rossastra

(') Naturalmente il materiale cavato fu poi rimesso al
posto per non indebolire i muri conservati.

Monumenti Antichi — Vol. XVIII.

dell'antica adulis .

o bruna, non sempre perfettamente cotta, privi di de-
corazioni e di qualsiasi carattere. Al di sotto di questo
strato di terra mista a materiale archeologico si ri-
trovò uno strato uniforme profondo in media centimetri
cinquanta (') di ceneri purissime e finissime con pez-
zettini di carbone, per ricevere il quale strato eviden-
temente erano state cavate le fosse. Sotto lo strato
di ceneri a circa m. 2,07 sotto il piede del muro
dell'ara, si trovò sabbia alluvionale non rimescolata.

Una destinazione analoga pare che avesse l'altro
edificio a base quadrata molto più piccolo che sorge
a ponente dell'ara in posizione ad essa simmetrica
(pianta tav. VII, lett. 0). Come l'ara, è costruito
a riseghe, e i suoi muri non hanno alcuna aper-
tura nè superficie regolare dalla parte interna, sicché
nell'interno non risulta alcun ambiente abitabile. E
pure, a somiglianza dell'ara, esso copriva una fossa
rettangolare orientata come le altre di cui si è parlato
sopra e ugualmente ripiena di cenere, non frammista
ad alcun altro oggetto. Anch'esso forse recava delle
colonne: se ne trovarono infatti i tamburi, in parte
caduti entro la camera, in parte rialzati nella trincea,
in parte curiosamente disposti a semicerchio nella
trincea stessa (fig. 12). Nell'esplorazione interna si
rinvennero tra il materiale di riempimento dei cocci
cordonati, alcuni frammenti di vetro e un frammento
di vaso di argilla rossa con incisa una specie di foglia
o di palmetta.

Come conservazione questo secondo edificio cede
molto al primo, e le sue mura cessano slabbrate e
sbrandellate a piccola altezza dal suolo antico. Forse
però anche nella forma primitiva non giungevano al-
l'altezza dell'altro.

Ripensando invero ad una delle forme classiche
di santuario caldeo (2) si potrebbe supporre, che questo
piccolo edificio possa essere il ripiano di una gradi-
nata che conducesse in alto sull'ara. L'ipotesi sarebbe
favorita dall'osservazione, che esso occupa una posi-
zione perfettamente simmetrica rispetto all'ara, e che
il lato di questa verso il quale esso è volto, non pre-
senta alcuna di quelle rientranze che esistono negli

(*) Nelle altre fosse simili la profondità dello strato di
ceneri pure varia da un minimo di venti a un massimo di ses-
santacinque centimetri.

(2) Cfr. i restauri proposti dallo Chipiez, in Perrot-Chi-
piez, Ilist. de l'Art., II, p. 379 e segg.

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