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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 18.1907

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Paribeni, Roberto: Ricerche nel luogo dell'antica Adulis: (colonia Eritrea)
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https://doi.org/10.11588/diglit.9136#0276

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Come oggetto di culto il nostro trono fu dopo la
vittoria del Cristianesimo abbattuto, al pari dei ri-
lievi col disco solare, e con particolare cura furono evi-
dentemente disperse le lastre che dovevano portare,
come il -9-QÓyos descritto da Cosma, epigrafi e rappre-
sentazioni figurate.

Pure sotto al livello della soglia della porta nella
camera lett. N fu rinvenuta un'anfora cordonata quasi
intera, deposta orizzontalmente nel terreno. Pila-
strini e anfora erano sotto al livello delle porte e
parrebbe dovessero esser anteriori all'età di abitazione
di quelle camere; negli strati superiori che conservavano
cioè i resti degli abitanti, si rinvennero, a cominciare
da un metro sotto il livello di campagna grande
abbondanza di cocci cordonati, ceneri e carboni, qual-
che monetina di bronzo irriconoscibile, l'orlo di una
ciotolina di marmo, piccole fuseruole di terra cotta,
una lucernetta a piede di rozzissiraa fattura del tutto
aperta superiormente, un peso di bronzo (gr. 81,
cfr. p. 562). La cameretta lett. M presso l'angolo NW
a livello quasi della porta presentò una colonnina liscia
di marmo variegato, con venature e macchie turchi-
niccio-violacee, conserva parte della base parallelepi-
peda con toro, scozia e doppio listello rilevato. La co-
lonna si rastrema leggermente in alto, dove è spezzata.
Alt. totale m. 0,595, lato base metri 0,125.

La stanza lett. N presentò presso l'angolo NW,
franati nel maggior disordine, sette tamburi di colonne
di lava della forma solita, a sezione quadrata con
smussature agli spigoli e un blocco simile che poteva
essere quello di base o quello di fastigio con capitello
tabulare. Le basi dei tamburi misurano m. 0,37 X 0,37.
Piccole variazioni non mancano, ma in parte possono
attribuirsi all'erosione della roccia, in parte potevano
essere corrette dall'intonaco bianco che le rivestiva, e
di cui resta qualche traccia. Essendosi tali tronchi di
colonna trovati all'altezza di m. 0,50-1,10 dal piano
di campagna, ossia ad un livello più alto della soglia
della porta, è necessario anche qui ammettere, che
essi siano caduti o dall'ara o dall'altro edilizio mi-

Non a scopo di far confronti, ma per una coincidenza che non
è male notare, il trono di Adulis descritto da Cosma, aveva
mia colonnetta mediana, loc. cit. : iva [y.Lova] -na^vie^ov fxsaop
-ysyXvfi,fiévoi> ayroivoiróv come il trono di Phalasarna in Creta,
di cui parla il Savignoni.

nore (lett. 0), dopo che erano state costruite e abi-
tate per un certo tempo le due camere.

Questa constatazione contribuisce a mostrarci,
come si è già detto, che la vita della città già
cristiana ha avuto una brusca interruzione in seguito
a disastri che hanno prodotto rovine di monumenti
e sollevamento generale del piano dell'abitato.

Dall'angolo SW di questa casetta si partono ester-
namente due muri di ignota destinazione, non posti
ad angolo retto fra loro, rasi a bella posta a m. 0,70
d'altezza dalle loro fondamenta. Presso quei muri
si rinvennero nel terreno, a profondità alquanto mag-
giore del livello delle case cristiane, quattro anfore; tre
erano del tipo cordonato quasi intere (piccole mancanze
al labbro o alle anse), una invece liscia e con piede a
punta del tipo classico romano. Questa era tagliata
a metà, e chiusa superiormente con una larga colata
di calce che era in parte scorsa nell'interno, lasciando
agli orli delle fessure, d'onde s'era introdotta nel vaso
la terra. Tra questa si rinvennero meschine tracce di
ossa molto sottili e leggere, da attribuire, secondo
ogni probabilità, ad un bambino morto in tenerissima
età (v. pagg. 452 e 489).

Una trincea, aperta esternamente a ovest di queste
due stanze, mostrò uno spazio aperto nel quale a
poca profondità si rinvennero la base e alcuni tam-
buri di una colonna della solita forma e del solito
materiale caduta, così come la mostra la fig. 16. Era
piantata sulla nuda terra in posizione non simmetrica
ai muri, molto probabilmente caduta dall'alto insieme
con le altre rinvenute nella camera N e lungo il
lato di nord (cfr. fig. lo) e rialzata nell'ultimo pe-
riodo della vita della città, a un livello, come si è
detto, superiore a quello delle case cristiane, piantata
senza nessun riguardo alla direzione dei muri, forse
allo scopo di sostenere la tettoia di paglia di una
casetta dell'ultima decadenza. Sotto la base della co-
lonna si trovò un frammento di colonnina liscia cilin-
drica, di marmo bianco con venature grigio-violacee
(alt. m. 0,26, diam. m. 0,095).

Nella trincea aperta presso la colonna, a profon-
dità alquanto maggiore della base, si rinvenne un
frammento di pannello d'alabastro col fiore centrale
simile a quello di fig. 30, eseguito però con rilievo
molto basso e con arte scadente, un frammento di
manichetto di coltello in osso con chiodetti in bronzo,
 
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