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costruita al solito senza calce, con pezzi di basalte, e
ricorsi di lastre d'arenaria, non conserva disgraziata-
mente alcuna traccia d'intonaco.

Le pietre che segnano ai lati lo spazio riservato
al presbiterio, sembrano almeno in parte tolte da altri

Fig. 80. — Quadrello di alabastro (1:2).

Sulla cliiesa è passata l'ira musulmana, e quindi
è naturale, che ci sia rimasto poco più della pianta.
Alcune tracce di carboni e di ceneri nell'abside mo-
strano, che essa fu forse per breve tempo abitata. Non
è improbabile, che il tetto e le parti superiori della
struttura della chiesa fossero in legno. Cfr. appresso
p. 530. Quanto al tetto non si trovarono qui, come in
nessun altro luogo, avanzi di tegole, in secondo luogo

(') Cfr. Kraus, Geschichte der altchr. Kunst. I, p. 182;
Rivoira, Le origini dell''architettura lombarda, l, p. 10.

stiano avevano invece l'abside a W e la porta a E,
sicché il vescovo sedendo sul suo trono, guardasse a E.
Non è che nel IV secolo, che si cominciano a trovare
(prima che altrove a Ravenna e a Roma) chiese con
l'abside e l'altare a levante (').

edifici e adattate ; così delle tre avvicinate che si tro-
vano lungo il lato di nord, la più settentrionale è un
monolite lungo m. 1,56, con un solco longitudinale
su una faccia, largo m. 0,085, profondo da m. 0,075 a
m. 0,08, tagliato da tre incavi trasversali posti a
distanza disuguale tra loro. A quale uso potesse essere
destinato in origine quel monolite, non sapremmo dire.

Tutto il piano della chiesa era pavimentato con
lastre di arenaria, di cui le rimanenti abbiamo se-
gnato in pianta. La porta della chiesa si apriva ad ovest,
circostanza notevole, perchè le primitive chiese cri-
 
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