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545

RICERCHE NEL LUOGO DELL'ANTICA ADULIS

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con quella che è verosimilmente la porta della casa.
Gli spazi aperti in un clima così caldo non dovevano
mancare, e potevano forse servire principalmente per
dormire, mentre le camere chiuse intrattenevano di
giorno chi voleva evitare l'ardore del sole.

Delle casette modestissime sia nello scavo occi-
dentale che intorno all'ara del Sole non è il caso di
parlare, si tratta di un semplice o al più di un doppio
ambiente che doveva servire a tutti gli usi. In tutte
le case manca qualunque pavimento.

Di piani superiori non si ebbero sicure testimo-
nianze, ma deve farne supporre l'esistenza la scaletta
trovata nell'ambiente rettangolare della casa a levante
dell' ara del Sole (p. 496) e il fatto delle camere senza
porte sulle quali vedi p. 546. Così non sapremmo dire
con sicurezza, quale genere di copertura fosse adottata
per le camere. Certo dovevasi trattare di coperture leg-
gere e che .non hanno lasciato tracce : sono da esclu-
dere in ogni modo le tegole, di cui non si trovò neppure
un frammento, si può pensare a un piano di tavole
su cui fosse steso uno strato di terra, come è in uso
attualmente e in alcuni luoghi d' Eritrea e d'Abissinia
e in parecchi d'Oriente (isola di Creta, Egitto), o a una
più semplico copertura di legni e paglia. A Toconda
invece, sulla via Adulis-Axum come abbiamo da infor-
mazioni del sig. capitano Garelli, pare che le coper-
ture fossero in lastra di lavagna (>).

I cilindri di muratura sormontati da dischi di ba-
salto che trovammo in qualche camera (pp. 461 e 512),
potevano servire di base a robusti tronchi di palma o
d'altro albero che sorreggessero l'impalcato della co-
pertura, come si usò in Oriente da tempo antichissimo.
Questa è forse la sola spiegazione che convenga alla
grande profondità dei cilindri di muratura sotto il
piano del pavimento (2).

Le finestre, come frequentemente in tutto il mondo
antico (3) erano rare e piccole, gli ambienti riceve-

(') Sulle antichità di Toconda e del Cohaito, cfr. Sapeto
in Boll. Soc. Geogr. Hai, 1871, p. 23; Bent, ibid., 1893, p. 775
e in The sacred city, p. 218; Schoeller, Viaggio neW Eritrea,
p. 237; Conti Rossini, in Boll. Soc. Geogr. Rai, 1900, p. 105.

(aj Basi di pietra per colonne di legno nelle case di Zakro
(Creta): Hogartli, in Brit. Sch. Annual, VII, p. 131, in quello
di Thera: Tsundas, Manatt Myc. Age, p. 237; nei palazzi mi-
cenei: Pernier, in Mon. Lincei, XII, p. 78, ecc.

(3) Cfr. Bull de Corr. IMI 1906, p. 496; Wiegand

vano luce dalle porte. Le soglie non avevano grandi
e bei lastroni di pietra, ma erano a piccole lastre
connesse e neppure sempre, alle volte faceva da soglia
il semplice battuto di terra, notevoli sono le soglie
costituite da un grande trave che s'innesta sotto la
muratura degli stipiti nelle porte della grande chiesa
orientale (fig. 51). Tracce di cardini metallici non ci
venne fatto di trovare. Non si rinvennero costruzioni
speciali nell'interno delle case per focolari, o forni, o
vasche. Per la cucina si usavano fornelli ricavati da
mezzi vasi, o focolari liberi in terra. Così pure nes-
suna traccia di pozzi, o di cisterne domestiche; l'acqua
piovana era probabilmente qui sulla costa scarsa come
ora, e l'acqua di sorgente nel poderoso strato alluvio-
nale che forma la pianura di Zilla è a troppo grande
profondità, perchè ogni privato potesse permettersi il
lusso di avere un pozzo (')•

Probabilmente l'acqua era data da qualche pozzo
pubblico cavato nell'interno della città o trasportata
dai vicini pozzi di Galala, forse allora più ricchi che
non adesso (2).

In complesso le case di Adulis per il materiale
di costruzione (pietra non legata da calce) per l'av-
vicendarsi di camere e di corti aperte somigliano alla
casa greca più che non all'egiziana costruita in legno
e fango (:i).

Resterebbe a parlare delle problematiche camere
senza porta, quali sono nello scavo della riva del-
l'Haddas quelle designate con le lettere R, T e quelle
dei saggi 18 e 19.

Non si può credere altro, se non che fossero ca-
mere semisotterranee con delle soprastrutture forse in
legno e strame, nella parte superiore sarebbe stato

Schrader, Priene, p. 304; Mau, Pompei in Leben und Kunst,
p. 262, etc. Naturalmente nei paesi classici non mancavano fi-
nestre anche grandi.

(') Il pozzo dell'attuale villaggio di Zula è profondo trenta
metri.

(a) Attualmente il villaggio di Afta privo di acqua viene
a provvedersi al pozzo di Zula, e fino a pochi anni indietro a
Massaua si heveva l'acqua di Otumlo trasportata in continuità
da animali da soma.

(*) Per le case greche cfr. Monceaux-Domus in Darem-
berg Saglio, Dict des antiquités. Couve, in Bull. Corr. fieli.
1895, p. 497; Chamonard, ibid., 1906, p. 485; Wiegand e
Schrader, Priene, p. 285; per le egiziane, Ermann, Aegypten,
p. 239; Kubensohn, in Jakrbuch des Inst. 1905, p. 1; Breccia,
in Bull, de la Soc. Arch. d'Alexandrie, n. 7, a. 1905, p. 18.
 
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