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559

RICERCHE NEL LUOGO DELL'ANTICA ADULIS

560

mento trovato nella fossa n. 1, di quel vetro opaco mul-
ticolore che è il primo prodotto dell'arte vetraria (').

Quanto a forma possiamo ricostituire olle, o ba-
rattoli cilindrici e quadrangolari, vasetti cilindrici,
altri a forma di tronco di cono rovesciato con fondo
piccolo ma di robusto spessore, altri simili allungati
con sottile punta tondeggiante che non poteva per-
mettere al vaso la posizione verticale, calicetti a piede
discoidale, tazzette con anse a nastro, altri vasetti
che sembrano alabastro, allungati con ampio labbro
orizzontale, e foudo ora tondeggiante, ora appiattito,
altri a foggia di aryballoi a palla. Un solo esempio
si ebbe e frammentato di un vasetto ripiegato a
foggia di pipa (2). Si trovarono dei frammenti di no-
tevole spessore, appartenenti certo a vasi di grandi
dimensioni, la cui forma non può essere riconosciuta.
Tra questi straordinariamente grandi sono i frammenti
trovati nella camera N della casa lungo l'Haddàs
(p. 517) tali che fanno ritenere quasi possibili i sar-
cofagi di vetro da Erodoto attribuiti agli Etiopi.

Viceversa si ebbero dei frammenti di mirabile
sottigliezza, se non uguale, certo prossima a quella
dei famosi calices pteroti o nimbi vitrei così tenuti
in pregio nelle case dei ricchi romani (3); uno tra gli
altri reca un'ansetta a bastoncello addirittura filiforme.
Tutte le più svariate e brillanti colorazioni furono
rappresentate, e anche il colore bianco, e l'aspetto
marmorizzato o la sovrapposizione di più colori spe-
cialmente di turchino al bianco, o di giallo al tur-
chino.

Si ebbero poi frammenti con baccellature o con
costolature (vasa costilata) o reticolati a rilievo, si-
mili cioè ai vasa diatreta, o con cordoncini, globetti
o bugnette riportate (vitra sigillata) con grandi incavi
ellittici o con minuta sfaccettatura, e finalmente anse
a cilindro e a tortiglione, e frammenti di pareti piut-
tosto robuste (4).

Tanta abbondanza di vetri non può sorprendere,
quando si pensi, che nel vicino Egitto ebbe forse
origine, e fiorì in ogni modo sempre l'arte del vetro.

(') Froehner, La verrerie antique, p. 37.

(a) Cfr. qualche cosa di simile in Deville, Hist. de la ver-
rerie, tav. XXXVI-A.

(3j Deville, Hist. de la verrerie, p. 29.

(*) Su tutti questi generi diversi cfr. Froehner, L'art de
la verrerie.

Nell'età greco-romana Diospolis e più ancora Ales-
sandria erano centri insigni di quell'industria. Nella
pseudolettera di Adriano a Serviano riportata nella
Ilistoria Augusta ('), parlandosi della operosità degli
Alessandrini, la prima occupazione che viene in mente
allo scrittore di rilevare, è quella di fabbricar vetro,
poi quella pur caratteristica e diffusa di preparare il
papiro (2).

Anche in Etiopia ci dicono Erodoto e Diodoro (3)
che si fabbricava molto vetro, ma le loro notizie re-
cano dei particolari non troppo credibili, sicché è lecito
dubitare della veridicità di coloro che li hanno in-
formati (4). Per gli oggetti da noi trovati è molto
più prudente attenersi a quanto ci è espressamente
attestato dall'autore del Periplus, che in Adulis cioè
venivano vetri da Diospolis e da Alessandria (5) che
non pensare a fabbriche paesane o a commerci per
vie di terra coi paesi dell' alto Nilo.

Smalti e vasi di terra ricoperti di vernice vi-
trea. — Di smalto non si ebbe che lo scarabeo di
fig. 3. La materia è usitatissima, come si sa, per tali
oggetti (6).

Di terrecotte ricoperte di vernice vitrea, verde
nel maggior numero dei casi, più raramente turchina
oltremare, biancastra, gialla, dorata, si trovarono un
centinaio di frammenti, non di rado appartenenti anche
a grandi vasi, per esempio alle robuste anfore cordo-
nate. Si sa, che quest'uso è speciale dell'Egitto, dove
si riscontra sin dalla più remota antichità (7).

Ossi e avorii. — S'incontrarono frequentemente
frammenti di osso e d'avorio, più spesso forse di
questa seconda materia che della prima. Ed infatti si
sa, che il commercio dell'avorio era sulle coste del

0) Saturnin., 8.

(2) u(civitas) in qua nemo vivat otiosus ahi vitrum con-
flant, aliis charta conficitur, eie. ri loc. cit. Sull'arte del vetro
in Egitto e specialmente in Alessandria cfr. ancora Wilkinson,
Manners and Customs, II, p. 140; Deville, Hist. de la verrerie,
pp. 7, 16, 75; Froehner, La verrerie antique, pp. 44 a 122;
Lumbroso, L'Egitto dei Greci e dei Romani, 2a ed., p. 125.

(3j Herod., HI, 24; Diod., II, 15.

(4) Cfr. sulla questione Froehner, La verrerie antique,
p. 13.

('■•) Periplus, 6, ngo^iogeì dè etg toòs rónovs tovcovs x«t
fo&la; {ìaXfjg nleiova yévrj.

(6) Newberry, Scarabs — An introduction to the study
of egyptians seals and signet rings. London 1906.

0) Froehner, La verrerie antique, p. 9; Dressel, in Ann.
Jst. 1882, p. 5; Barnabei, in Mon. Lincei, IV, p, 308.
 
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