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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 18.1907

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Mosso, Angelo: Villaggi preistorici di Caldare e Cannatello presso Girtenti
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https://doi.org/10.11588/diglit.9136#0352

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609

E CANNATELLO PRESSO GIRGENTI

610

tratta di una civiltà che fu comune a tutti i popoli
del Mediterraneo, e tombe simili a forno, oltre che ad
Amorgos, trovaronsi a Cipro e nelle Cicladi in epoche
più remote della cultura micenea ('). Queste tombe
nelle quali si entra per mezzo di un pozzo, con pic-
cola apertura munita di portello in pietra e la came-
retta bassa a forno vennero trovate a Matera (2) e
Corneto Tarquinia (3) onde io proporrei di chiamarle
tombe sicule del tipo minoico (*).

Queste ricerche sulle tombe più antiche della Si-
cilia sono importanti, perchè sappiamo che nei riti
funebri è dove conservasi più salda la tradizione; ed
è probabile che quanto osservai per la sepoltura con
imballaggio dei cadaveri, siasi diffusa dal mezzogiorno
verso il nord dell'Europa. In epoche meno remote i
sepolcri a tholos hanno la stessa forma, gli stessi par-
ticolari di chiusura, espressione materiale delle stesse
idee animistiche e rituali che presiedono al culto dei
morti. Solo nel sistema di deposizione si avverte una
modificazione, che però non è un rito nuovo, cioè la
sostituzione dei seppellimenti a famiglie.

Le camerucce sepolcrali a forno che contengono
un solo cadavere sono le più antiche : un mutamento
succede nel rito funebre quando il corridoio si rami-
fica per dare accesso a parecchie celle che servivano
forse ai membri di una stessa famiglia. Dopo i loculi
si ingrandiscono e prendono una forma quadrata. Questa
trasformazione che appare con tanta evidenza nelle
necropoli di Cnosso e di Festo, la troviamo pure in
Sicilia e in Sardegna. Anche il finestrino cessa di
essere rotondo od elittico e prende la figura quadrata,
o di un trapezio. Le finestre nei tempi meno remoti

(') Il Pinza si occupò delle origini di alcuni tipi dell'ar-
chitettura sepolcrale tirrena nell'età del ferro (Atti del Con-
gresso internazionale di scienze storiche 1903, voi. V, 395) e
rimando al suo scritto dove sono le figure di tombe simili tro-
vate a Malta ed in altri luoghi. Accettando le conclusioni del
Pinza riguardo l'origine premicenea e lo sviluppo locale dei
tipi dell'architettura sepolcrale etrusco-latina, possiamo in base
asjli studi recenti fatti nell'isola di Creta affermare che la
cella a forno col pozzetto di accesso ed il finestrino chiuso da
una lastra con stretto corrLlojo, è di origine minoica.

(2) R. Mengarelli, Notizie scavi, 1900, p. 564.

(3) Patroni, Monumenti antichi, voi. Vili, p. 418.

(') La comunicazione fra una cella e l'altra si trova a Cal-
tagirone (*) ed in altri luoghi. Così pure il corridoio di accesso
è comune nelle tombe preistoriche della Sicilia e della Sar-
degna (**), ed è una caratteristica delle tholoi minoiche.

(•) Orsi, Notiti* scavi. 1901, o. 85.

(") Tarameli!, Kotisie scavi, 1904, p. 337.

hanno una o più cornici per fissare ad esse i chiu-
sini. Per le trasformazioni posteriori delle tombe si-
cule rimando all'articolo del Colini (')• Nelle tholoi
scoperte dalla Missione italiana e dal dott. Xanthou-
dides in Creta, le ossa umane accumulate nel medesimo
sepolcro formavano uno strato di mezzo metro, ed il
prof. Orsi trovò questo rito delle sepolture anche in
Sicilia.

V.

Descrizione del luogo di Cannatello
e delle prime cose quivi trovate.

Presso Girgenti, in vicinanza del mare, come ve-
desi nella fig. 18, vi è l'ex feudo Cannatello. I miei
scavi si limitarono ad un rettangolo segnato nel po-
dere Fiandaca (2) colla lettera A. Questa parte
del terreno fu rappresentata in scala maggiore nella
fig. 19 (3). Quivi, nel podere segnato A, vennero casual-
mente in luce nel 1897 armi e vasi di bronzo in stile
miceneo che furono descritti dal prof. G. E. Rizzo e
dal prof. Orsi (4). Gli operai che facevano i fossi per
piantare le viti nel podere dell'avv. Fiandaca avverti-
rono il prof. E. Rizzo (allora docente nel Ginnasio di
Girgenti) che tiravano fuori dalla terra una quantità
di ossa di bruti e di rozze stoviglie.

Recatosi sul luogo vide « il terreno per più di
100 metri quadrati solcato da fossati larghi m. 0,70,
profondi un metro, distanti uno dall'altro m. 1,40.
Lungo i margini la terra scavata presentava macchie
nerastre, mentre generalmente il suo colore tendeva ad
un gialliccio avana sabbioso ». Due giorni dopo gli
operai gli portarono a casa un'olla di argilla pallida,
fatta senza il tornio, contornata da sette piccole anse
ad orecchio, e quattro punte di lance di bronzo molto
ben conservate che erano dentro il vaso. Ivi vennero
fuori le due spade di bronzo che furono descritte dal
prof. P. Orsi. Il numero delle macc'. ie grigiastre con-

(') lìalkttino di paletn. ital., XXX, p. 1GG.
(2; Esprimo la mia gratitudine all'avv. Fiandaca che mi
concesse di fare gli scavi nei suoi fondi.

(3) Sono grato al capitano Argan del 33.° Reggimento
fanteria di aver fatto questa carta topografica.

(4) Bulleltino di paletti, ital., XXIII, 1897, p. 10G.
 
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